Alia, Ves ed i Cavalieri di Draghi

Una Giornata all’Accademia

È l’alba. Il sole sorge sull’Accademia e la gente inizia a svegliarsi. Alia è già sveglia da due ore e ha ripulito le parti comuni, acceso il fuoco, preso l’acqua e raccolte le verdure dall’orto. Ves è sveglio da un’ora e sta studiando i suoi libri. Quando sente l’istruttore arrivare per dare la sveglia, nasconde il libro e si tuffa sotto le coperte per far finta di dormire.

«Tutti in piedi, pelandroni! Vi voglio a far colazione entro dieci minuti!» dice l’istruttore spalancando le imposte.

Poco dopo l’intera sala è ghermita dai vari cadetti, guardati a vista da un istruttore. Egli ha i capelli neri e gli occhi grigi, di fisico forte e sguardo tagliente. Indossa un Corpetto d’Acciaio con il simbolo di Belfiore: uno scudo diviso in due, con in un lato una testa di un drago e nell’altro un mazzo di fiori. Il suo nome è Graybar. I cadetti stanno composti seduti in silenziosa attesa, onde evitare richiami da parte di Graybar.

Poco dopo entra Alia portando il grande pentolone. È pesante per lei e fatica a tenerlo in mano. Avanza lentamente, poggiandolo ogni tanto a terra per riprendere fiato. Erik, uno dei cadetti dagli occhi azzurri, i capelli biondi ed un fisico longilineo, allunga un piede e la fa inciampare. Alia finisce lunga stesa cacciando un leggero grido, mentre il pentolone vola ad un metro di distanza, ma miracolosamente rimane in piedi senza rovesciarsi. A Graybar non è sfuggito il lampo blu che ha avvolto il pentolone mentre cadeva. Ves si alza per aiutarla.

«Rimani seduto! – lo richiama Graybar con la sua voce tonante – Solo io posso dirti di alzarti!»

Alia si rialza, guarda di sottecchi Erik che ghigna di rimando, si spolvera il vestito, raccoglie il pentolone e serve tutti. Quando si avvicina a Graybar, lui l’afferra per un polso.

«Ahi!» dice Alia

«Dovresti stare più attenta ai tuoi poteri, Alia» le dice serio

«Io non…» prova a dire Alia

«Mi hai preso per scemo! – le dice tirandola a sé stringendole il polso – Che non accada altre volte o prenderò provvedimenti. Sia chiaro!»

«Sissignore» dice Alia facendo una smorfia.

Graybar è uno degli istruttori che non sopporta i Doni di Alia.

I cadetti fanno colazione in silenzio, mentre Alia rimane in un angolo ad aspettare. Le brontola lo stomaco.

Dopo colazione, i cadetti si avviano per la prima lezione della mattina; Alia rimane a sgombrare. Ammonticchia tazze, bicchieri e piatti e di nascosto prende qualche briciola. Dopo qualche minuto, Erik torna indietro, seguito da altri due cadetti. Alia, sentendolo, si volge verso di lui. Sorride come suo solito.

«Cosa posso fare per voi?» chiede.

Erik ghigna e la spinge a terra; subito dopo estrae una frusta e la colpisce alle gambe. Alia lancia un urlo ma poi stringe i denti per non emetterne altri mentre Erik sembra provarci gusto. 20 frustate per gamba. Quando smette le gambe di Alia mostrano lunghe strisce rosse e le bruciano come fossero andate a fuoco. Ma ecco che le lunghe strisce rosse causate dalla frusta scompaiono in pochi secondi: il Dono della Bellezza impedisce che le rimangano segni di quanto le viene fatto.

«Ma che ti ho fatto?» si lamenta Alia.

Erik la solleva per i capelli.

«Sei una Mansciura – le dice ghignando – semplicemente devi soffrire» e la scaraventa contro il tavolo fracassando tutto! Si avvicina di nuovo per colpirla ma viene fermato.

«Te la prendi sempre con i più deboli!» gli dice Ves trattenendo il suo braccio

Erik si divincola e si volta verso di lui.

«Tu saresti quello forte?» gli dice scrocchiando le dita, insieme ai suoi compagni.

«La verità è che tu hai paura di affrontare qualcuno ad armi pari!»

Erik si guarda intorno. I suoi compagni lo guardano. Si sente preso in trappola.

«Ti ricaccerò in gola il tuo insulto!» intima sguainando la spada di allenamento.

«Nessuno di voi farà niente qui! – intima Graybar – Vi affronterete nella sala di allenamento! Filate!»

Lasciata sola, Alia si rialza.

«Che diavolo hai combinato!» tuona una donna dai capelli grigi raccolti in un Chignon.

È una donna di mezza età, indossa un’abito beige con lunga gonna. I suoi occhi sono neri. È una delle inservienti del castello, responsabile di Alia.

«Non sono stata io – si giustifica la ragazzina – è stato…»

«NON MI IMPORTA! LA COLPA È SEMPRE TUA! – tuona così forte la donna che Alia chiude d’istinto gli occhi – RIMETTI TUTTO VIA E SCORDATI LA COLAZIONE! RINGRAZIA CHE NON TI PUNISCA COME MERITI!»

Alia stringe i pugni mentre la donna se ne va.

«Quando sarò Cavaliere di Drago, le cose cambieranno! – dice – Vi darò una lezione morale! Io sarò gentile con chi è più debole di me! – le lacrime le colano lungo le guance – Non gli farò del male solo perché “si può fare”! – raccoglie i cocci – Sarò ammirata perché sarò buona, gentile, premurosa con chi devo difendere! Sarò migliore di chiunque si trovi qui dentro, ecco!» strilla gettando i cocci nella spazzatura.

Ansima e vibra dalla rabbia. Si asciuga le lacrime e tira su col naso. Poi si volta verso di me e si calma.

«Scusami uccellino. Spero di non averti spaventato» dice portando una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Raccoglie delle briciole di pane e me le offre. Quando vado a mangiare dalle sue mani, le ritorna il sorriso.

Lasciamo Alia a sistemare la stanza e vediamo come si svolge la sfida tra Ves ed Erik. Si stanno affrontando nella sala di allenamento. Ves è molto bravo: finte e controfinte mettono all’angolo Erik, ma egli approfitta del fatto che Ves è fuori equilibrio per riprendere velocemente: para, ruota l’arma e sbatte a terra Ves disarmandolo. Gli punta la lama alla gola, ghignando sprezzante.

«Spegniti quel sorrisetto idiota – dice l’istruttore – Se Ves fosse stato un Giag saresti già morto: hai scoperto il fianco durante l’ultima parata. Loro hanno quattro braccia, ti ricordo. Ti avrebbe già squartato! Ricominciate!»

È Ves questa volta a sogghignare.

I cadetti si allenano in duelli uno contro uno ed in gruppo per un paio di ore. Alla fine dell’allenamento, stanchi e sudati, i cadetti si trasferiscono alle sale studio: storia di Belfiore, teoria sui draghi, informazioni sul Grande Nord… un sacco di materie teoriche. Intanto Alia è andata a raccogliere legna nel bosco. Un, per lei, enorme cervo l’aiuta caricando la cassetta. Porta la legna sopra i Palchi, la rovescia sul carretto e ne va a prendere altra. Altre volte spinge i tronchi o mostra ad Alia dove può trovare della legna.

«Grazie tante» ringrazia Alia alla fine.

Quando torna indietro incronta Fasal, l’unico tra i servi che tratta Alia con un po’ di umanità; occhi neri e capelli castani, fisico asciutto e tozzo.

«Lascia: qua ci penso io – le dice – Tu vai a rifare i letti dei cadetti. Ricordati di pulire ogni angolo e lavare i panni sporchi. Non scordarti niente o sai come si arrabbierà…»

«Non preoccuparti – l’interrompe dolcemente Alia – sarà fatto tutto a puntino» e se ne và ben contenta della situazione.

Dopo la teoria c’è l’allenamento con lo pseudoDrago: un drago privo di ali e di soffio, di colore nero screziato con diverse macchie marroni, lungo collo e testa a punta, occhi rossi e denti che fuoriescono dalla bocca, coda sferzante a mazza, zampe tozze per essere un drago. Lo si usa per l’avvicinamento, le prime cavalcate e per imparare ad evitare gli attacchi (sputa che un piacere). Ves lo sa avvicinare, ma non è in grado di evitare lo sputo, Erik sa cavalcarlo ma non riesce ad evitare la coda, Ozzi non sa neanche avvicinarlo, Doan viene sempre disarcionato.

«Branco di incapaci! Tra tre giorni saranno qui i draghi e voi non siete ancora in grado di avere a che fare con lo PseudoDrago! Vi assicuro che vi farete molto male se non imparate in fretta!»

Per la cronaca: ad Alia non è permesso di avvicinarsi allo PseudoDrago, anche se a lei piacerebbe provare. Forse temono che si faccia male. Forse sanno che le farebbe piacere provare e quindi non vogliono farglielo fare. Non so.

Dopo un estenuante allenamento, si và a pranzo.

Durante il pranzo Alia serve ai tavoli, come al solito. Questa volta vi è minestra. Ozzi, quel ragazzo coi capelli ricci castani e gli occhi dello stesso colore, un po’ grasso per essere un Cavaliere, non l’ha mai sopportata. Lo vediamo legare un filo al tavolo e quando Alia si avvicina, lega di nascosto il filo al suo vestito.

«Ehi, Alia» la chiama.

Alia si volta, Ozzi scaraventa contro di lei il brodo. Alia fa un salto per evitarlo. Il filo si tende ed il tavolo viene tirato rovesciando tutto! I cadetti fanno un salto cercando di evitare il brodo bollente. Molti lanciano imprecazioni, altri insulti verso Alia che cerca di scusarsi non capacitandosi di quello che è successo. Ozzi approfitta del casino per tagliare il filo. Ciò non sfugge agli occhi di Ves che si alza per dir qualcosa, ma Enama, la responsabile di Alia, giunge prima

«CHE DIAVOLO STAI FACENDO ALIA» tuona Enama

«Non lo so. Io…» prova a giustificarsi Alia.

«NON MI INTERESSANO LE TUE SCUSE! LA COLPA È SEMPRE TUA! VISTO CHE OGGI HAI PROBLEMI COL CIBO, SEI ESONERATA DALLA MENSA… E SCORDATI IL PRANZO» conclude trascinandola via mentre lei protesta.

Vi risparmio la scena degli schiaffi che le vengono dati…

Dopo pranzo, anche perché è stata esonerata, Alia si concede un attimo di riposo presso la roccia bianca, studiando il suo libro sui draghi (dono di Ves) e sognando di poterli incontrare un giorno. Ignora il fatto che la roccia bianca sia un drago. Per la cronaca: ogni volta che Alia va alla roccia bianca, il drago è lì in tale forma. Non manca mai ad un appuntamento. Credo gli piaccia la compagnia di Alia.

Ves invece approfitta dell’ora libera per andare al laboratorio e fare qualche esperimento alchemico. Finora cerca di evitare quelli più “esplosivi”, ma si impegna pesantemente per imparare.

Nel pomeriggio i cadetti provano alcune Parole di Potere. Siamo ad un livello base: quello che potenzia il proprio fisico per evitare meglio i colpi ed infliggerne altri. Riuscire a padroneggiare tale aumento di potenza non è molto facile e richiede diverso allenamento. Uno di questi allenamenti prevede di colpire dei bersagli che Alia posiziona, ma la maggioranza dei cadetti preferisce lei perché è un bersaglio mobile. Il tutto con la complicità dell’istruttore Ilius. Ilius ha lunghi capelli verdi ed occhi di ghiaccio, alto e longilineo anche lui indossa un Corpetto d’Acciaio con il simbolo di Belfiore. Ha un anello al dito, simbolo che è Maestro delle Parole di Potere. Ozzi ed altri si concentrano parecchio su Alia, che se non avesse i suoi doni, probabilmente si farebbe molto male; ma forse è proprio per questo che Ilius è così permissivo. Dopo l’allenamento Alia si accuccia in un angolo, si prende le gambe tra le mani e poggia il viso sulle ginocchia. Credo che si metta in questa posizione per non farsi veder piangere.

«Tieni»

Alia solleva la testa: è Ves; gli sta offrendo tre biscotti noci e cioccolato. Il volto di Alia si illumina, prende i biscotti e li porta avidamente alla bocca.

«Mi dispiace di non poter far altro…» inizia a dire Ves

«Non preoccuparti: va benissimo!» risponde Alia a bocca piena felicissima. Quando ha ingoiato il boccone si alza, scotula il vestito e sorride a Ves incrociando le mani sul davanti.

«Dimmi: cosa posso fare per te?»

«Ehi! Non credere che ti abbia preso i biscotti perché voglio qualcosa?»

Alia inclina la testa e continua a sorridere. Ves si gratta un orecchio imbarazzato: Alia è sempre gentile con tutti, nonostante quello che le fanno.

«Senti, questa sera, prima dell’Ora del Sonno, se sei libera, ci vediamo al campo di allenamento: ho imparato un paio di schiavate che vorrei insegnarti»

Alia, felicissima, gli salta in braccio, salvo poi allontanarsi rapidamente

«Non dirlo a nessuno che ti ho toccato o sarò punita» dice preoccupata

«Calma, calma» la tranquillizza Ves con un sorriso mettendole le mani sulle spalle.

Alia sorride.

«Sei tra i pochi che sono gentili con me – dice – Voglio fare qualcosa per sdebitarmi»

«Non c’è bisogno…»

«Andiamo: mi regali i libri, mi aiuti e non mi chiedi mai niente… ci sarà pur qualcosa che posso fare per te»

Ves sospira.

«D’accordo – dice sorridendo – Avrei bisogno di alcune erbe… sai i miei studi alchemici di cui ti ho parlato»

«Ho capito: appena ho un attimo te le vado a prendere e le metto al solito posto»

«Grazie»

«Di nulla»

Più tardi vi è una lezione con le armi a distanza. Si tratta di muoversi utilizzando i propri sensi per individuare i giusti bersagli e poi colpirli. Ves è imbattibile con i sensi ma ha una pessima mira. Erik ha una buona mira ma i suoi sensi fanno pena…

L’ultima lezione riguarda l’Etichetta, cioè il modo di rapportarsi alla gente, che sia rivolgersi ai propri superiori, a gente di alto rango od al popolo per proteggerlo e rincuorarlo. È una lezione che tutti considerano noiosa.

«Ipocriti! – mormora Alia osservando la scena da lontano – Nessuno di voi è degno di essere Cavaliere! Si salva solo Ves!»

«Cosa stai facendo?» chiede una voce. È Ivan, Istruttore di Draghi. Capelli di un biondo quasi bianco ed occhi color del cielo. Fisico possente ma alto. Indossa un’armatura con il simbolo di Belfiore di un color rosso brunito. L’elmo a forgia di testa di drago indica il suo rango.

«Niente di male. Io…» inizia a dire Alia

«Non ho detto che stavi facendo qualcosa di male – l’interrompe Ivan sorridendo – Solo cosa stavi facendo. Se stai seguendo le lezioni di Etichetta, lascia perdere: non sono per te»

Alia fa una smorfia

«Non ne hai bisogno: tu sei già gentile e delicata con tutti»

Alia sorride: è raro per lei ricevere un complimento.

«Già che ci sei, consegna a Fasal questo: servirà per quando arriveranno i draghi – le consegna un foglio sigillato con la ceralacca – Altra cosa: la prossima volta che ci incontriamo, questo è il saluto: mano sul petto, gamba leggermente indietro, ginocchio lievemente piegato. Poi dici “Alia, serva vostra, Ivan Mastro Drago”. Ripeti»

Alia sorride: sono i primi saluti che insegnano ai cadetti. Si sente onorata che abbiano concesso di farlo. Ripete impeccabile

«Bravissima. Quando te ne vai basta un inchino.»

«Grazie, Signore, io…»

«Ivan Mastro Drago. Ricordatelo per la prossima volta perché non lo ripeterò» conclude toccandole il nasino.

Alia si inchina e se ne và saltellando. Ivan è fatto così: di solito ignora Alia, ma ogni tanto ha queste uscite che la rendono felice.

A cena Alia sta servendo il pane. Doan, il ragazzo muscoloso coi capelli rossi e gli occhi chiari, molto più alto degli altri cadetti, lo fa cadere per terra. Quando Alia si china per raccoglierlo, Doan le afferra in capelli e piega la sua testa all’indietro. Afferra il pane. Ves si alza in piedi.

«No! La soffocherai!» dice correndo verso di lui, ma Erik gli fa lo sgambetto.

Alia cerca di fermarlo ma Doan è una montagna rispetto a lei. Sotto l’incitamento degli altri, le caccia il pane in gola intero… Un attimo dopo vi è un lampo abbagliate e Doan viene scaraventato via, abbattendo tre tavoli. Alia rimane a terra tossendo e sputando il pane, completamente affogata. Doan si rialza.

«Piccola bastarda: mi hai fatto male!» grida lanciandosi contro di lei ma viene fermato da un pugno di Ves.

«Ha fatto bene!» gli dice

Doan cerca di ridargli il pugno ma Ves si scansa ed il pugno colpisce un altro cadetto. In breve è rissa.

«CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO QUI!» tuona Graybar giunto in quel momento

«È tutta colpa di Ves ed Alia» cerca di giustificarsi Doan

«Non è vero…» prova a protestare Ves.

«TACETE! IL VOSTRO NON È UN COMPORTAMENTO DEGNO DI CAVALIERI! VISTO CHE AVETE TANTE ENERGIE FARETE 300 GIRI DI CORSA INTORNO ALL’ACCADEMIA! POI, FORSE, VI PERMETTERÒ DI CENARE! ED IL PRIMO CHE PROVA SOLO AD ALZARE GLI OCCHI RICEVERÀ UNA PUNIZIONE CHE SE LA RICORDERÀ PER TUTTA LA VITA! FILATE!»

I cadetti escono in silenzio. Graybar si avvicina ad Alia che sta continuando a tossire. Le dà due pacche sulle spalle e le offre un bicchier d’acqua. Alia beve.

«Grazie» dice

«Aspetta a ringraziarmi. Raccogli tutto il pane caduto e buttalo»

Alia esegue. Un pezzo di pane, però, se lo nasconde in tasca. Quando si volta verso Graybar, lui le molla uno schiaffo.

«Questo è per aver usato il tuo potere in modo violento» dice

«Io…» prova a dire Alia ma riceve un altro schiaffo

«Questo è per aver parlato senza permesso. E questo – le molla un pugno nello stomaco – è per non avermi obbedito»

Alia si piega in due accasciandosi a terra. Mentre vomita l’acqua che ha appena bevuto, Graybar recupera il pane dalla tasca.

«Ti avevo detto di buttarlo tutto – dice gettandolo nella spazzatura – Il tuo comportamento sarà riferito a chi di dovere» lasciando Alia a terra, se ne va.

Quando i cadetti ritornano, Alia ha risistemato tutto. Nessuno ha voglia di parlare o di fare altro. Pochi mangiano.

Dopo cena ai cadetti è lasciato un po’ di tempo libero. Alia, che è riuscita a finire le faccende, sta aspettando Ves al campo di allenamento, con una spada di legno in mano. Si chiede se Ves non sia troppo stanco per venire. Poco dopo lo vede arrivare. Sorride.

«Tutto bene? – chiede premurosa – Non sei troppo stanco?»

«Tranquilla – risponde lui – Io mantengo le mie promesse. Piuttosto prima dimmi: ti hanno punita perché ti sei difesa?»

«No. Perché l’ho fatto violentemente. Come punizione dovrò ripulire l’intera accademia mentre voi siete a letto»

«Ti ci vorrà tutta la notte!»

«È un problema mio. Ora, se non ti dispiace, sarei più interessata all’allenamento»

«Ok, d’accordo» conclude Ves estraendo la sua spada di allenamento.

Ves ed Alia combattono. Il ragazzo le insegna alcune schivate, le parla della possibilità di scivolare sotto le gambe di un avversario più grande o di sorvolare uno più basso. Dei vantaggi di chi è sopraelevato e di come rendere tale vantaggio uno svantaggio. Alia apprende velocemente, ascoltando e rieseguendo ogni mossa. Quando lei riesce a disarmarlo, Ves capisce che è troppo stanco per andare avanti.

«Meglio fermarsi qui» dice raccogliendo la spada

«Spero di non averti offeso» dice Alia

«Per cosa? Per avermi disarmato? Ma va là. Sei in gamba»

Alia sorride. Dopo essersi salutati, Ves và in camera mentre Alia rimane ad allenarsi. Dall’alto il Drago osserva incuriosito Alia che sembra danzare durante l’allenamento.

A notte fonda Alia canta: uccelli, topi, pipistrelli, tutti gli animali rispondono al Richiamo della mezza fata.

«Ho bisogno del vostro aiuto. Ma fate silenzio: se mi scoprono, sarò punita»

Silenziosamente gli animali l’aiutano a pulire l’Accademia. Alla fine Alia offre la sua cena agli animali.

«Sì è la mia cena – dice agli animali che la guardano, potendo comunicare con loro – Non importa se rimango a digiuno: voi mi avete aiutata ed avete diritto ad aver qualcosa in cambio… no, non ho intenzione di rubare, anche se è solo del cibo… no, non mi interessa quello che fanno gli altri… Questo ora è vostro: non ho intenzione di sentire altre storie» lascia il vassoio e richiude la porta.

Alia si sente soddisfatta, nonostante andrà a letto senza cena.

Nel prossimo episodio Alia incontra il Drago. In quale circostanza? Qualcuno la ferisce. Il Drago la cura

Licenza Creative Commons
Tutti i contenuti di questo sito (anche dove non direttamente specificato) sono realizzati da Andrea Saporito e sono sotto licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported. È comunque permessa la libera traduzione.