BuonCuore

I miei concittadini mi festeggiano per il mio operato; so già che da domani la mia, per così dire, impresa sarà scordata, ma intanto mi godo i festeggiamenti.

Un’ora dopo sono davanti alla porta di casa; il mio padrone mi aspetta. Lo saluto; lui non ricambia, come suo solito.

« Alla buon’ora. Ti piace prendertela comoda – mi apostrofa – Dove sono i soldi che ti avevo prestato per il viaggio? »

« Affondati con la nave » rispondo.

« Fai di tutto per aumentare il tuo debito, eh? » e si scansa per farmi entrare.

« Benvenuta quotidianità » penso entrando.

I primi due giorni passano senza che nessuno mi cerca. Faccio la spesa, cucino, metto via, bado alla casa e passeggio per strada. Nulla di speciale. Il terzo giorno il mio padrone mi dice di rimanere in camera. Probabilmente deve trattare il mio affitto. Ubbidisco. La trattativa va avanti per le lunghe: dopo tre ore stanno ancora discutendo. Strano; normalmente le trattative non durano più di un’ora; mi chiedo cos’hanno tanto da discutere; potrei provare a sentire i loro discorsi, ma preferisco essere discreto. Finalmente, dopo cinque ore di trattativa, il mio padrone mi chiama. Vado a sentire di che lavoro si tratta. Sono ancora sulle scale che il mio padrone mi dice:

« Ti ho venduto BuonCuore. Vattene da questa casa »

L’impressione è quella di ricevere una mazzata in testa.

« Come? » chiedo incredulo.

« La crociera ti ha reso sordo per caso? Ti ho venduto: non sono più il tuo padrone. Prendi le tue cose e porta il tuo sacco di peli fuori da questa casa »

« Ma… » provo a dire.

« Hai ragione: per quanta poca sia la tua roba, avrai bisogno di un contenitore che ovviamente non hai. Sarò generoso – prende una sacca da un cassetto – Tieni: te la regalo. Ora spicciati ad andartene»

Mi lancia la sacca. L’afferro meccanicamente. Lo guardo negli occhi: forse spero di trovare una nota di tristezza nei suoi occhi. Nulla. È felice che mi tolga dai piedi. Torno in camera mia profondamente deluso. Recupero un paio di gilè (gli altri li ho perduti con l’affondamento della nave), gli indirizzi di Dick e Jane ed una loro foto che ci ritrae tutti insieme (me l’avevano data quando ci siamo separati; era uno scatto a sorpresa; infatti siamo tutt’altro che in posa; molto spontanea); infilo tutto nella sacca e torno all’ingresso. Il mio ex-padrone è seduto sulla poltrona a leggere il giornale. Mi fermo davanti a lui. Dopo un attimo lui abbassa il giornale e mi guarda con astio.

« Ancora qua? » mi dice.

« Volevo salutarti » gli dico.

« Ma va a quel paese » dice rimettendosi a leggere il giornale.

Esco. Poco più in là c’è una persona davanti ad una macchina adatta a noi Creature Taurine. Tiro un sospiro e poi mi avvicino.

« Buongiorno BuonCuore » mi saluta accennando un sorriso.

« Buongiorno – rispondo ricambiando – È lei il mio nuovo padrone? »

« No, io faccio da intermediario. L’accompagnerò dal suo nuovo padrone »

Apre la portiera e mi invita ad entrare. Salgo. Lui sale dietro di me. Un attimo dopo la macchina è in movimento. Lasciamo la città dopo poco.

« Che hai BuonCuore – mi chiede la persona – Sei triste di aver lasciato il tuo vecchio padrone? »

Devo avere una faccia mogia per avermi fatto tale domanda.

« Deluso è la parola giusta – rispondo – Pensavo che dopo tutti questi anni contavo qualcosa per lui; invece mi ha buttato via senza alcun rimpianto. Forse addirittura felice di non dovermi più sfamare»

« Eh sì, posso immaginare come ti possa sentire, ma a lui interessavano solo i soldi »

« A proposito: come avete fatto a convincerlo a vendermi? Gli sfruttavo molti soldi affittandomi, invece vendendomi… »

« A chi interessano solo i soldi basta trovare il giusto prezzo. Con tutti i soldi che gli abbiamo dato vivrà agiatamente di rendita per tutta la vita »

« Devo esservi costato molto »

« Lo consideriamo un ottimo investimento »

Lo guardo inclinando la testa: è riuscito a farmi venire curiosità.

« Mi puoi dire qualcosa sul mio nuovo padrone? » chiedo.

« Su lui direttamente no: ha detto che vuole farti una sorpresa; tuttavia posso dirti il lavoro che facciamo »

Raddrizzo la testa ed annuisco. Lui sorride benevolo, si schiarisce la gola ed inizia a parlare:

« La nostra attività riguarda principalmente il soccorso delle persone e la risoluzione delle varie emergenze; incendi, persone scomparse, naufraghi, eccetera, rientrano tutti nel nostro campo. Ci occupiamo anche di bracconaggio, istruzione, salvaguardia dell’ambiente ed altro, ma la nostra attività principale rimane il soccorso. Siamo diventati molto grandi ed abbiamo diverse filiali. Esistono persone, come me, che si dedicano ai contatti vari, altri della contabilità, altri dei veicoli che usiamo, ma il nucleo principale è sempre quello che opera sul campo; uomini e Creature Taurine lavorano fianco a fianco nelle varie situazioni e, posso dirlo con orgoglio, lavorare insieme a loro è veramente gratificante »

« Molte grazie – rispondo come se il complimento fosse anche rivolto a me – È bello sentire queste cose: so che molti umani sono invidiosi delle nostre qualità »

« Sì. Per chi è in competizione, voi siete delle specie di superman inarrivabili; ma a chi interessa aiutare gli altri, la cosa non tange, anzi siete immensamente utili… ed il bello è che, a differenza di molti umani, voi non fate sentire la vostra superiorità. È bello lavorare con voi: ci sentiamo tutti alla pari, tutti in grado di salvare la gente, tutti utili; nonostante che nelle situazioni fate tutti voi, ci fate sentire utili; è bello »

« Sei un ammiratore di noi Creature Taurine? Da come parli… »

« Ho imparato ad apprezzarvi. Quando ho iniziato questo lavoro, non avevo particolari pregiudizi su di voi: sapevo che avrei dovuto lavorare fianco a fianco con voi ed ho accettato senza tante remore, però… vi consideravo diversi. Nel giro di un mese ho imparato ad apprezzarvi e sono orgoglioso di poter dire di lavorare insieme a voi »

Sorrido. Mi piace come parla.

« Tornando a parlare del vostro lavoro, come fate a procurarvi tutti i soldi necessari? Come il mio ex-padrone? O come? » chiedo curioso come un bambino.

« In moltissimi modi: abbiamo introiti pubblicitari, stipuliamo contratti, abbiamo sovvenzioni statali, accordi regionali e tante altre cose; ci facciamo anche pagare per singoli interventi, quelli che non rientrano nei vari contratti, accordi, eccetera, e facciamo tanti, tantissimi, interventi gratuiti: a volte la riconoscenza è più utile dei soldi. C’è anche da dire che voi Creature Taurine avete bisogno di pochissimo: dove gli esseri umani avrebbero bisogno di attrezzature costosissime e rischierebbero ugualmente la vita, voi riuscite senza alcuna attrezzatura. Questo ci permette di risparmiare alcuni costi; nonostante consumiate moltissimo cibo, il bilancio costi/benefici è sempre a favore di quest’ultimi. Una cosa riguardante le varie ricompense: noi non accettiamo solo soldi, ma anche attrezzature, cibo ed altri aiuti di vario genere; ma soprattutto non siamo esosi come il tuo ex-padrone: spesso guadagni di più, chiedendo di meno »

« Ho capito »

Continuiamo a parlare della loro attività entrando in diversi dettagli, fin quando, due ore dopo, non raggiungiamo un edificio in un’altra città. Vengo accompagnato fino all’ultimo piano, davanti ad una grossa porta.

« Questa sala è grande perché ci teniamo diverse riunioni: è fatta per ospitare decine di persone e Creature Taurine – mi spiega la persona che mi ha accompagnato per tutto il viaggio – Qui ora c’è il suo nuovo padrone che l’aspetta. Può entrare. Non c’è bisogno di bussare » e si scansa per farmi passare.

Prendo un respiro ed apro la porta. La stanza è in effetti enorme. Giù in fondo vi è un tavolo e dietro di esso mi stanno aspettando PassoFelpato ed i genitori di Jane. Rimango colpito a tal punto da rimanere fermo sulla porta: non mi sarei mai aspettato di trovarli lì e men che mai di averli come padrone. PassoFelpato salta con un balzo il tavolo e mi viene incontro.

« Vieni, vieni avanti » mi dice prendendomi le mani ed accompagnandomi verso il tavolo.

« Ben arrivato BuonCuore » mi dicono i genitori di Jane.

« Grazie – rispondo io che non so più che dire – Non mi sarei mai aspettato che voi… cioè… insomma… »

« La faccenda è più semplice di quello che sembra – mi dice PassoFelpato – Innanzitutto c’è da dire che tutto quello che vedi è, per così dire, mio. Ho costruito questa società da zero, partendo da solo. Mamma e papà mi sono stati di grande aiuto. Tutt’ora si prestano quando c’è bisogno di far qualcosa che solo gli umani possono fare, come il tuo caso »

« Il motivo per cui ti abbiamo acquistato è questo » dice il padre di Jane porgendomi un documento.

Lo leggo: è il documento che attesta il risarcimento del debito di vita e quindi la mia libertà.

« Due ore dopo che avrai firmato quel documento sarai libero » mi dice la madre di Jane.

Non credo ai miei occhi.

« Voi… Voi mi avete acquistato per liberarmi? » chiedo incredulo.

« Proprio così » mi rispondono tutti e tre insieme.

« Io… grazie… ma… così perderete i soldi che avete usato per acquistarmi »

« No BuonCuore – dice PassoFelpato – Avere una Creatura Taurina libera lo consideriamo un ottimo investimento. Alcune Creature Taurine che lavorano qui sono state liberate in questo modo »

« Tuttavia non sentirti legato a noi in nessun modo – mi dice la madre di Jane – Questo è il nostro ringraziamento per aver salvato nostra figlia »

« Io… grazie » dico ancora incredulo.

« Beh, non firmi più? » mi chiede il padre di Jane porgendomi la penna.

Firmo il documento.

« Bene – mi dice PassoFelpato – Ora che sei libero, cosa pensi di fare? »

« Avrei una mezza idea – rispondo – Dovrei tornare nella mia città. Però… »

« Oh, non preoccuparti per i soldi che abbiamo investito su di te – mi dice PassoFelpato accompagnandomi alla porta – Come ha detto mamma, è il nostro ringraziamento »

« Però avrà inciso molto sulle vostre finanze »

« Non starti a preoccupare » mi ripete mentre apre la porta.

« Allora? » chiede la persona che mi ha accompagnato durante il viaggio di andata.

« Mi hai aspettato » dico.

Doveva essere una domanda ma mi è uscita fuori come un’affermazione.

« Devo riaccompagnarti a casa tua, vero? » dice la persona.

« Sì, ma come…? » dico un po’ preso in contropiede.

« Ti ho visto come guardavi la tua città mentre la lasciavamo. Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere rivederla, così ti ho aspettato »

« Sei un buon osservatore »

« Grazie »

« Senti – interviene PassoFelpato – BuonCuore ora è una creatura libera »

« Ottimo » risponde lui.

Durante il viaggio di ritorno, sfamo la mia curiosità sull’azienda di PassoFelpato, sulle difficoltà che ha incontrato e tutto quello che mi passa per la testa. Quando arrivo alla mia città, la mia mezza idea è diventata completa e so anche come realizzarla. Prima di lasciarmi la persona mi dà un biglietto da visita della società di PassoFelpato, dicendo che non si sa mai.

Cammino un po’ e mi fermo davanti alla mia ex-casa; ci sono alcune persone che stanno parlando col mio ex-padrone; hanno di nuovo bisogno di me ed erano venuti per affittarmi, ma il mio ex-padrone gli sta dicendo che mi ha venduto e non sa dove io sia. Le persone tornano indietro preoccupate. Li riconosco tutti: il sindaco, il capo dei vigili del fuoco, quello della protezione civile. Si fermano increduli quando mi vedono. Mi avvicino loro:

« Solo libero adesso – esordisco – Allora, qual’è il problema? »

Un incendio che non riescono a fermare: roba di routine. Mi metto all’opera. È abbastanza esteso. Mi ci vuole tutto il giorno e la notte. Durante la notte lavoro da solo visto che per uomini e mezzi sarebbe pericoloso. Alle prime luci dell’alba, l’incendio è spento. Soddisfatto del mio lavoro, dopo aver dato disposizioni per il rimboschimento, vado ad accordarmi per gli incarichi futuri, i compensi, le pratiche burocratiche, eccetera. Ci vuole un’ora per mettere tutte le cose in chiaro. Non sono esoso come il mio ex-padrone, ma anche a me i soldi servono: devo pur mangiare, mettere su casa e la mia attività. Già, farò una cosa simile a quella di PassoFelpato.

Una volta presi gli accordi, informo Dick e Jane delle novità. Jane ne era già al corrente e si congratula con me; Dick è felicissimo della novità e ne approfitta per richiedermi se voglio essere il suo tutore durante le vacanze.

« Se ti rassegni a passare le vacanze da me, qualche volta, non ci sono problemi » dico.

L’urlo di gioia che si sente dall’altro capo del telefono è molto eloquente.

« Mi rassegnerò molto volentieri » conclude felice.

I dettagli li rimandiamo a quando avrò la nuova sistemazione.

I primi giorni li passo all’aperto: è bel tempo e non c’è nessun problema. Lentamente si sparge la voce della mia libertà, del fatto che sono tornato per continuare ad aiutarli e che sono tutt’altro che esoso. Un paio di interventi dopo e la gente inizia a congratularsi con me per quello che sono e che faccio. Non solo, sono in molti a farsi in quattro affinché io abbia una nuova casa; mi aiutano a realizzarla gratis o quasi. Ci vuole un mese affinché sia pronta ed un altro paio di settimane per avere gli allacci di elettricità, acqua, eccetera. Sono molto contento del fatto che i miei concittadini mi vogliano con loro. Ci sono anche singole persone che mi vedono in altro modo, come il mio ex-padrone, ma la maggioranza vuole che rimanga con loro, che continui ad aiutarli e mi ripagano per questo.

Ho invitato Dick e Jane a vedere la mia nuova casa. Arrivano anche i genitori e c’è anche PassoFelpato. Passiamo una bella giornata; Dick e Jane sono molto contenti per me e gli piace la mia nuova casa. Mi accorgo, inoltre, che a Dick piace la montagna quanto il mare, mentre Jane preferisce di gran lunga il mare. Ne approfitto anche per accordarmi con PassoFelpato ed i genitori di Jane: credo che un aiuto dalla loro società mi può far comodo; ho l’impressione che se lo aspettassero. Pochi minuti dopo siamo d’accordo, anche se per espletare le pratiche burocratiche ci vorrà più tempo. Mi metto d’accordo anche con i genitori di Dick per fargli da tutore.

Le cose da questo momento in poi vanno bene. La mia attività di risoluzione delle varie emergenze va alla grande; ho diversi uomini e mezzi al mio servizio che posso coordinare, anche se sono sempre io la colonna portante. Grazie a ciò riesco a trovare anche del tempo per gli altri incarichi a cui la gente si era abituata ma che mi mettono indisponibile per qualche giorno, come la donazione degli organi; inoltre riesco a ricavare un po’ di tempo per me, magari da passare con Dick e/o Jane.

Con Dick passo tutte le vacanze e lui mi viene a trovare ogni volta che gli è possibile. Le prime due volte si è fatto accompagnare, poi ha imparato a venire da solo. Gli piace moltissimo stare con me: dice che sono divertente anche quando lo faccio studiare. Si è affezionato moltissimo a me e non vorrebbe mai lasciarmi; è un bambino intelligente e sa quando devo assentarmi perché è richiesto il mio aiuto; mi aspetta pazientemente e poi vuole che gli racconto tutto. Spesso mi fa delle improvvisate. È una gioia averlo accanto. Qualche volta capita che arrivi mentre non sono disponibile; se sono fuori per un’emergenza che dura poco, lui mi aspetta in casa (e mi salta in braccio non appena rientro); se non sono disponibile per più giorni, beh, non so se è lui, i miei uomini od i miei concittadini, ma quando torno c’è anche Jane che è venuta per tenergli compagnia. La prima volta che questo è capitato, avevo appena donato diversi organi: cuori, polmoni, reni… sono rimasto attaccato alla macchina praticamente per una settimana. Quando sono tornato a casa, è stata una gioiosa sorpresa vederli entrambi. Mi hanno spiegato come stavano le cose e poi Dick mi ha detto che non gli sembrava possibile quello che avevo fatto: aveva sentito della nostra capacità rigenerante e del nostro sistema adattante, ma è la prima volta che lo aveva visto all’opera; ed era tutto contento che potevo salvare le vite in questo modo. Ho saputo che veniva a trovarmi tutti i giorni ed ogni giorno avevo un organo nuovo pronto e funzionante; non credeva ai suoi occhi: gli sembrava così incredibile, così bello. Ho saputo da Jane che hanno avuto un’emergenza sangue il terzo giorno che io ero lì; hanno prelevato da me diversi litri di sangue; credeva che mi dissanguassero: prelevavano uno o due litri l’ora per quasi cinque ore; non credeva possibile che la mia capacità rigenerante riguardasse anche il sangue. Gli ho spiegato che era una cosa di routine: ogni mezz’ora rigenero un litro di sangue ed ho molto più sangue di voi: posso donare un litro di sangue senza conseguenze; se ne dono di più, ho bisogno di essere attaccato alla macchina per evitare di stare male, ma a parte ciò non ci sono grossi problemi. Gli sguardi di Dick e Jane sono meravigliati.

Con Jane mi vedo più raramente che con Dick, anche se ci sentiamo spesso; se è possibile un giorno sì ed uno no. Jane la incontro o quando viene a badare a Dick mentre io non sono disponibile oppure il giorno del mio compleanno. Jane mi ha confessato che non se ne vuole perdere uno; da quando hanno saputo che il primo compleanno che festeggiavo era quello sulla nave, si fanno in quattro per non farmelo mai mancare. Sono così carini. Anch’io ricambio cercando, per lo meno, di fargli avere un piccolo regalo, un pensierino più che altro; per Dick, comunque, il regalo più bello è quello di avermi accanto. Sono contento.

Quando rimango con Dick, anziché nella mia casa sulle montagne, nella sua casa al mare, Jane ci viene a trovare molto spesso e si ferma diversi giorni. Dick è felice che ci sia anche lei. C’è poco da fare: a Jane piace il mare. Costruiamo castelli di sabbia, insegniamo a Dick a nuotare e qualche volta prendiamo una barca ed andiamo al largo ad osservare i pesci ed i fondali marini. Alcune di queste volte abbiamo incontrato dei delfini. Sono riuscito a farne accarezzare uno a Dick: l’ho accompagnato in acqua e ci siamo avvicinati; è raro che un delfino in libertà si facci accarezzare, ma può succedere; quanto è felice Dick quando questo accade.

Ed infine ci sono le crociere; qualche volta anziché passare le vacanze alla casa al mare di Dick od alla mia casa in montagna, decidiamo di farci una bella crociera su una delle navi dell’ex-primo ufficiale ora divenuto capitano. Jane è sempre presente: non se ne perderebbe una. La sistemazione è sempre molto comoda: una grande cabina dove possiamo stare tutti e tre insieme; anche il servizio è buono; non so se sarebbe la stessa cosa se fossi da solo, ma non mi importa. Jane ha di nuovo regalato dei vestiti-non vestiti a Dick. Loro due li indossano poco dopo che la nave è partita e si rimettono i vestiti normali solo alla fine della crociera, poco prima che la nave attracchi. Come mi avevano già confessato, si sentono più liberi così; ovviamente a Dick bisogna mettere la crema solare ogni ora, ma non è un problema. A proposito: Jane continua a preferire addormentarsi tra le mie braccia ed ha attaccato questa abitudine anche a Dick. Questa volta, però, non ho bisogno di svegliarli: li accompagno a letto io.

A Dick piace sempre addormentarsi sopra il mio corpo; lo fa anche quando non siamo in crociera; dice che sono molto morbido e caldo e fa sempre bei sogni quando si addormenta così. La cosa mi fa piacere: Dick è così dolce. Ho l’impressione che anche a Jane piaccia fare la stessa cosa e ne ho avuto la conferma una volta che è venuta a trovarci alla casa al mare; ha visto Dick prepararsi per dormire in questo modo e dal suo sguardo ho capito che anche a lei sarebbe piaciuto ma si vergognava; non ho mai capito perché in crociera non si vergogna di farlo e da altre parti sì; comunque l’ho invitata e lei ha accettato con gioia.

Ora dunque è questa la mia vita: sono libero, aiuto la gente che mi è riconoscente per quello che faccio e Dick e Jane sono rimasti miei amici come da mio desiderio. Credo di non poter essere più felice di così.

Fine

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