Ci sarà una volta

Al Lavoro

Il giorno dopo, durante la colazione, Astro racconta i sogni che ha fatto; è tutto entusiasta ed eccitato: gli sembra incredibile di aver sognato.

Quando Alba sta per prendere il suo velivolo, Sara le si avvicina.

«Bip?» chiede.

«Come?» risponde Alba.

«Vuole sapere cosa fai via tutte le mattine» dice Astro tenendo in braccio il gatto.

«Ah! Un giro di ricognizione – risponde Alba – raccolgo un po’ di dati e cerco qualcosa di interessante. Qualche volta si trovano piccole chicche»

«Come MicioGatto?» chiede Astro.

«Come MicioGatto» risponde Alba sorridendo.

«Bip! Bip?» interviene Sara.

«Vorrebbe venir con te» traduce Astro.

«Non vedo problemi» risponde Alba e poco dopo sono in volo.

Mentre sono fuori, Astro chiede a Fortezampa di accompagnarlo dagli alberi.

«Ciao! – esordisce il bimbo-robot parlando agli alberi – Vorrei chiedervi una cosa»

«Ti ascoltiamo» traduce Fortezampa.

«A quanto ho capito voi avete un rapporto speciale con gli abitanti del villaggio»

«In un certo senso»

«Potrei chiedervi cos’è che vi lega a loro?»

«In onore della loro memoria, possiamo solo dirti che abbiamo un debito eterno verso Alba e siamo molto grati a Fortezampa che ci permette di dialogare ed a Gaia e gli altri bambini che si prendono cura di noi; allo stesso modo siamo grati a te ed a Sara per lo stesso motivo»

«Molte grazie, ma… che significa “in onore della loro memoria”?»

«A questo so risponderti io – interviene Fortezampa – Devi sapere che Alba, io, Gaia e tutti gli altri bambini, siam qui giunti dalle montagne e nessuno di noi conosce il proprio passato. Forse gli alberi ne sanno qualcosa in più, ma mantengono il segreto: non vogliono rivelare più di quanto ci ricordiamo»

«Ed è possibile sapere quello che vi ricordate?»

«Sì, ma non adesso: non dovevi andare da Gaia?»

«Uh! Sì, hai ragione – si rivolge agli alberi – ci vediamo più tardi – si rivolge al cavallo – ciao Fortezampa»

«Ciao da entrambi» risponde Fortezampa.

Fino al ritorno di Alba e Sara, Astro rimane con Gaia e gli altri bambini, un po’ a giocare, un po’ a discutere su cosa potrebbe essere utile per il villaggio.

Dopo la ginnastica e la doccia, dopo che Alba è andata a casa sua, Astro la raggiunge.

«Ciao Alba! Ti disturbo?» dice.

«Figurati se disturbi – risponde Alba volgendo la sua attenzione e sorridendo al bimbo-robot – Che volevi?»

«Potresti spiegarmi come facevi a sapere del mio cervello positronico?»

«Oh, ma io so anche del tuo Cuore Energetico che ti permette di provare sentimenti e dell’Energia Blu che ti anima e ti rende un bravo bambino»

Astro rimane a bocca aperta.

«Vieni – dice Alba prendendolo per mano – Ti mostro come mai so tutte queste cose»

Accompagna Astro al piano superiore, nella stanza dove tiene i progetti accantonati.

«Come penso ti avranno spiegato – dice Alba – In questa stanza tengo tutti i progetti che sono stati accantonati, che sia perché siano stati realizzati o che siano risultati fallaci»

«Sì – risponde Astro – ci avevo dato un’occhiata»

«Bene, in questa stanza io tengo anche qualcos’altro» e dicendo questo Alba preme un bottone mimetizzato nella parete.

Un’intera sezione di muro scorre, rivelando scaffali su scaffali traboccanti di fogli.

«Quando sono qui giunta – prosegue Alba – avevo appresso tutti questi fogli, contenenti innumerevoli appunti. Molti sono incompleti. Sono nel disordine più totale. Qui in mezzo ci sono gli appunti parziali del tuo cervello positronico, del tuo Cuore Energetico e dell’Energia Blu»

«Urca! – dice Astro – È assolutamente incredibile. Posso?»

«Certo!»

C’è di tutto di più in quegli appunti: da formule chimiche a progetti, da nomi di venti a descrizioni di congegni. Come detto da Alba, molti sono incompleti. Astro vede appunti sul velivolo della ragazza, su alcuni congegni misteriosi definiti “Pietre”, sul cervello positronico, l’Energia Blu e Rossa, il Cuore Energetico, qualcosa sulla Sintopelle e persino su armi e gradi militari che nessuno ha mai visto. Quest’ultimi, in particolare, sono molto frammentari, come se qualcuno avesse voluto tenerne memoria ma impedire qualsiasi realizzazione pratica.

«Ma che lavoro facevi, prima di venire qui?» chiede Astro meravigliato.

«Non ne ho la minima idea» risponde Alba sorridendo.

«Lo sai che ci si potrebbero fare vere e proprie enciclopedie?»

«Adesso non esagerare, Astro. Anche se interessanti, non sono adatti ad essere neanche una enciclopedia»

«Ma se si mettessero tutti riordinati e rilegati, sarebbero di facile consultazione e, dato che sono interessanti, secondo me molti li leggerebbero»

«Hai ragione, ma io non il tempo…»

«Ci penso io! – dice Astro balzando in piedi con gli occhi eccitatissimi – Coinvolgo tutti! Sarà una cosa stupenda!» e senza aspettar risposta, corre fuori.

Torna quindici minuti dopo portandosi appresso tutto il villaggio, adulti e bambini, compresi Sara e Fortezampa.

«Su, vieni» dice ad Alba.

Neanche un minuto dopo, ognuno ha il suo mucchio di fogli da dividere e catalogare.

Ci vuole tutta la giornata per terminare, ma alla fine ogni cosa è stata riordinata e catalogata; grazie al laboratorio di Astro tutti i fogli sono stati rilegati, la parete della stanza è stata sostituita da una trasparente, cosicché i libri rimanessero protetti anche in caso di tempesta radioattiva, ma si potessero vedere, ed infine il pulsante di apertura fu reso evidente affinché chiunque potesse aprire la parete e consultarli. Alba si commosse per il lavoro e ne fu così felice che, come premio, organizzò una vera e propria festa.

A notte fonda Astro è di nuovo a rapporto.

«Ho alcune novità interessanti – dice dopo il saluto – Ho scoperto che il velivolo di Alba si chiama Ala e ne esistono diversi tipi. La sua è un’Ala da Ricognizione: serve ad esplorare e raccogliere dati. Esistono anche le Ali Veloci per spostarsi in fretta da un posto all’altro, le Ali da Guerra, pesantemente armate, e le Ali Cargo per trasportare merci, persone o truppe a seconda dei casi. Alba ha detto che l’unica Ala che le serve e la sua, ma vi sono i progetti per costruire tutte le altre. Ho anche scoperto che, non so come, ha degli appunti parziali sulla tecnologia che ha permesso la mia nascita. Sì: cervello positronico, Cuore Energetico, Sintopelle… anche l’Energia Blu. Sì, anche quella Rossa, necessaria per i robot da guerra, dato che rende le macchine utili a far del male alle persone. Se posso dire la mia, preferisco l’Energia Blu. Sì, so che l’Energia Rossa può essere utile per difendere gli umani e che ne ho una parte sia io che Sara, in caso di bisogno, ciò nonostante preferisco l’Energia Blu alla Rossa. Ok, la smetto di divagare. Ci sono una montagna di appunti, molti parziali. Non posso sapere perché li ha, dato che lei non ricorda niente. Ce li aveva quando è qui giunta, altro non sa. Oh, certo, ci sono anche le “Pietre”: appunti su quelle di Controllo, Guida, Protezione e Distruzione, ma niente per trovarle o costruirle, solo per riconoscerle. Oh, beh, certo: se ne riconosco qualcuna sarà mia premura informarla. Per quanto riguarda il resto, sono già al lavoro: ho programmato il laboratorio e giorno dopo giorno preparerò il villaggio al vostro incontro»

Il monitor si spegne.

«Mai che saluti» commenta Astro.

«Bip!» commenta Sara.

«Sì, Sara: è maleducato ma è il nostro superiore – fa una pausa – Pensi che Alba sospetti qualcosa?»

«Bip!» dice Sara facendo spallucce.

«Hai ragione: se lo sa, non lo dà a vedere. Ora usciamo»

Fuori, ai piedi della rampa, trovano Alba.

«Ciao Alba» dice Astro.

«Bip!» dice Sara.

«Ciao – risponde Alba, poi si abbassa all’altezza di Astro – Gradirei che andassi a letto insieme agli altri bambini»

«Scusa Alba – risponde Astro – ma devo sistemare alcune cose qui, prima di andare a letto»

Alba fa un mezzo sorriso.

«Non potresti farle prima?»

«Non ne ho avuto il tempo»

«Quanto ti richiedono queste “faccende”?»

Astro ci pensa su.

«Una decina di minuti al massimo»

«Perfetto! – dice Alba sorridendo – Faremo in modo che tu possa avere dieci minuti prima di andare a letto per risolvere queste “faccende”. Non dovrebbe essere troppo difficile. Così potrai andare a letto con gli altri bambini. Va bene?»

Astro annuisce sorridendo. Alba lo prende in braccio.

«Ora che è tutto risolto, andiamo a ninna» e canticchiando lo porta alla Nursey.

Nei giorni seguenti Astro continua i suoi lavori, coinvolgendo i vari bambini, Fortezampa, Alba e/o Sara, con un entusiasmo incredibile. Riesce a realizzare le giostre per i bambini, un osservatorio per vedere le stelle, una splendida fontana (dove spesse volte i bambini passano il tempo a giocare), un mulino, una serra e molte altre cose. Benché gli adulti continuino a bofonchiare di aver sempre più cose da pulire dopo una tempesta radioattiva, tutto sommato le cose sembrano andar bene. Ogni sera Astro fa il suo rapporto prima di andare a letto con gli altri bambini.


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