Essere una TecnoRaider

Il primo allenamento

Un gruppetto di ragazzini si trova nella Sala di Allenamento, nell’attesa della Prima Addestratrice. In prima linea, nelle loro uniformi verdi e nere, si trovano Flora, Rubinia e Giada. Rubinia è una ragazzina dalla pelle bianchissima, i capelli lunghi tanto biondi da essere bianchi e gli occhi rossi. Giada ha invece la pelle nera, gli occhi color giada e dei capelli color ebano che le arrivano fin quasi al fondoschiena. Flora è impaziente e c’è un certo vociare in giro, fin quando Lea non fa la sua entrata.

«È vera» mormora qualcuno.

Lea indossa un vestito azzurro dalla gonna corta. Si avvicina al gruppetto e porta i pugni incrociati al petto.

«Benvenute Reclute TecnoRaider – dice – Siete qui per iniziare il vostro addestramento per essere degli operativi. So che siete impazienti di inforcare le moto, ma dovrete attendere: dovete superare diverse selezioni prima di poterle inforcare. Conosco poco di voi, quindi iniziamo con un semplice riscaldamento. 10 giri di corsa intorno al campo. Avanti Marsh!»

Il gruppetto inizia a correre. Terminato il giro, Lea fa fare loro diverse flessioni e piegamenti.

«Siete stanchi?» chiede alla fine.

«No!» è la risposta corale, anche se hanno tutti il fiatone.

Lea conduce il gruppo davanti ad una distesa di sabbia che si muove; sopra vi sono diversi sacchi oscillanti; oltre una montagnola ci sono delle pozze d’acqua e qualcos’altro che si vede poco. Termina il tutto un alto muro con delle corde.

«Questo è un percorso semplificato – spiega Lea – Serve a testare le vostre capacità reattive ed i vostri sensi. Ogni giorno gli ostacoli aumenteranno, siete avvertiti. Ora mi mostro come si supera»

Preme un pulsante su un telecomando e delle turbine iniziano a sollevare la sabbia, rendendo difficoltoso vedere. Lea si lancia in mezzo. La sua sagoma schiva, salta, piroetta, percorre tutto il percorso e con un solo salto arriva in cima al muro.

«Non mi aspetto che riusciate a farlo come me, ma vediamo cosa siete in grado di fare. I Leoni di Giada per primi. Avanti!»

Flora, Rubinia e Giada si lanciano nel percorso…

«Scotta!» si lamenta Flora passando tra la sabbia.

«È gelata!» si lamenta invece Giada.

«Ahio! Che botta!» si lamenta Rubinia.

È un disastro: non vedono niente, sbattono contro tutti i sacchi, cadono nelle fosse, nelle acque, inciampano, finiscono a terra, soffocano nella sabbia… arrivano al muro praticamente strisciando. Tutte e tre afferrano le corde e cercano di tirarsi su. Lea le solleva e le getta dall’altro lato, facendole finire su dei cuscini.

«Che disastro» si lamenta Flora.

Diversi minuti dopo, Lea si avvicina loro. Sono stanche, abbacchiate, sporche. Sollevano lo sguardo verso Lea che sorride loro.

«I miei complimenti – le dice – Avete superato il percorso»

«Veramente ci hai aiutato tu» dice Flora.

«E con questo? Ce l’avete fatta: gli altri si sono arenati molto prima»

Guardandosi indietro, vedono che gli altri sono sparpagliati per tutto il terreno.

«Sono in pochi a farlo alla prima mossa e proprio per ciò vi meritate questo» dona loro una medaglia coccarda.

L’orgoglio delle tre va a mille.

«I Leoni di Giada vincono!» dicono entusiaste battendosi il cinque.

***

È il momento del “discorso a quattr’occhi”: Lea interrogherà separatamente ognuno e loro dovranno rispondere sinceramente ad ogni domanda. Nessuno sa che razza di domande gli aspetta. È il turno di Flora. Lea la fa accomodare su un panchetto alto.

«Cosa ti ha spinto a voler essere una TecnoRaider?» le chiede.

«Era la mia occasione – risponde lei – un’opportunità inaspettata ed incredibile»

«C’entra per caso la tua mutazione?»

Flora si prende una ciocca di capelli con un dito.

«Preferirei non parlarne»

«Perché?»

«Non credo capiresti»

«Prova a spiegarmelo»

«Sai che io sono affetta da una rara mutazione… una mutazione che mi rende “compatibile” con tutti»

«Che intendi per “compatibile”?»

«Beh, ad esempio io posso donare il sangue a chiunque. I miei tessuti non causano rigetto perché si adattano al corpo ospite»

«Non è una bella cosa?»

«Non quando ti vogliono usare come pezzi di ricambio. Io sono nata per essere usata come pezzi di ricambio per altre persone. Una specie di spada di damocle era sempre sulla mia testa. Venivo dissanguata, tagliata… un giorno mi avrebbero fatto del tutto a pezzi per salvare qualcun’altro – la coda di Lea si muove a quelle parole – Non aveva importanza di quello che ero io. Ma quando doveva avvenire, sei arrivata tu»

«Sì, so quel pezzo di storia»

«Già, mi hai mostrato quello che ero, quello che potevo fare. I TecnoRaider mi hanno dato uno scopo: aiutare la gente senza dover per forza morire nel tentativo. È una cosa meravigliosa. Lo sa anche Rubinia: è stato grazie a voi che ho capito come potevo “stabilizzarla”. Io… voglio essere una TecnoRaider per poter aiutare la gente, esattamente come i TecnoRaider hanno aiutato me»

«E con questo hai superato la prova»

«Eh?»

«Sei stata sincera ed esauriente. Esci pure dall’altra porta, ora tocca a Rubinia»


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