Il Passato che ritorna

Il villaggio di Efey

È una mattina di tardo inverno. Alex arriva al villaggio di Efey in groppa al suo stallone nero. I suoi lunghi capelli scuri brillano alla luce del sole. Indossa vestiti da viaggio ormai pieni di polvere: un mantello col cappuccio verde, una giacca azzurra, dei pantaloni neri e degli stivali marroni. Al suo fianco la sua spada di ordinanza e Fulgida, la spada magica che lo ha scelto e reso quello che è ora. Mai avrebbe pensato che quella passeggiata nel bosco che fece tempo fa, lo avrebbe scaraventato in questo mondo, che si ambientasse così bene da divenir Primo Spadaccino, Campione Scelto di Fulgida ed ora Messaggero Ramaskan. E se pensa che tutto questo è dovuto al fatto che ha trattato bene una ragazza della sua età, ha ancora più dell’incredibile. Mentre entra nel villaggio, si chiede che fine avranno fatto i suoi vecchi amici.

Appena entrato una ragazzina le corre incontro. Ha la pelle dorata come si fosse appena abbronzata, una tunica un po’ troppo piccola di color bianco sporco le sta a malapena addosso ed è a piedi nudi. Le sue orecchie a punta le spuntano dai suoi capelli color dell’oro e due occhi azzurri risplendono in un visino tanto grazioso quanto gioioso.

«Salve Mastro Ramaskan… Uhm… Sentinella, vero?» dice alzando una mano in segno di saluto.

«No, ragazzina, ti ringrazio – risponde lui ricambiando il sorriso – Per ora solo Messaggero»

«Può lasciare da me il suo cavallo: la mia stalla è ottima»

«Come vuoi – risponde smontando – Uno Scudo in premio se lo troverò in perfetta forma e col manto lucido»

«Sarà fatto!» risponde lei prendendo in consegna il cavallo.

La ragazzina si chiama Lissar ed è una giovane mezzelfa, gentile ed educata… fin quando non la fate arrabbiare; allora vedreste il suo sorriso espandersi fino alle orecchie e spalancarsi delle fauci irte di denti, rivelando la sua natura mezza-goblin! Difatti Lissar è una mezza-elfa mezza-goblin, posseditrice di Sanguinaria, il pugnale onorario ricevuto dalla sua odiata comunità Goblin, prima del suo sterminio. Lissar è anche passata dalle mani di un mago, che l’ha resa super-forte e super-resistente. Attenti a non farla arrabbiare.

Intanto alla casa di Phix, Medico, Erborista ed Alchimista del villaggio di Efey, ella sta terminando di farsi una doccia. Quando esce non è umana: è una draghessa umanoide; un volto di drago slanciato con occhi color cobalto ed un sorriso tenero ed umano, lungo collo flessuoso, corpo molto umano con tanto di seno ben sviluppato ma coperto di scaglie piccole e sottili da farle sembrare una seconda pelle, di colore argentato su quasi tutto il corpo che virano sul bianco all’altezza del petto e della pancia. Le braccia sono quasi umane, a parte una protuberanza accuminata sul gomito, le mani a quattro dita tutte artigliate che si muovono come mani umane, le gambe inizialmente umane virano dal ginocchio in giù in zampe più simile a quelle di un drago, con piedi con tre dita artigliati ed una postura digitigrade. Una coda lunga e flessuosa parte dal fondoschiena mentre quelle che sembravano punte che spuntavano dalle spalle, si rivelano parte delle ali che ora spalanca per stiracchiarle. Si avvicina ad un tavolinetto e beve la fiala che vi è poggiata. Un attimo dopo muta ed in breve è umana, dai lunghi capelli biondo platino e gli occhi grigio argento. Indossa un accappatoio. Si sente un fischio. Phix si avvicina ad un piccolo laboratorio e fa cadere da un alambicco un liquido dentro un contenitore. Lo chiude.

«Fur!» chiama.

Un draghetto nero come al notte, con gli occhi color del cielo, il collo corto, la testa grande, due occhioni cucciolosi, un vero e proprio sorriso stampato sulle sue piccole fauci, una coda lunghissima ed altrettanto lunghe ali chiuse sul corpo, corre da lei.

«Tieni – dice Phix legandogli al collo il contenitore – Portalo alla casa dai tetti gialli… e fai attenzione alle porte»

Fur emette un suono.

«Lo so che sono fragili: per questo devi fare attenzione» risponde lei.

Fur si volta, la sua coda sferza e Phix para col braccio.

«E fai attenzione anche alla coda»

Fur la raddrizza come fosse un gatto, raggiunge una finestra, spalanca le ali e le membrane caudali e spicca il volto.

Phixiliris, vero nome di Phix, raggiunge il tavolinetto per prepararsi.

Dieci minuti dopo arriva Lissar di corsa.

«È arrivato Mastro Ramaskan! – annuncia – Vieni a vederlo anche tu?»

«Certo: finisco di prepararmi ed arrivo» risponde lei.

«E… dov’è Fur?»

«A fare consegne»

«Posso andarlo a prendere?»

«Solo se lo gratti sotto il mento»

Lissar fa una capriola all’indietro e si allontana.

Nel frattempo Alex ha lasciato la missiva sigillata al Casa Comando e si è messo a cercare una locanda dove passare il resto della giornata. Una folla di curiosi inizia ad assieparsi. Tutti vogliono informazioni, consegnare messaggi o semplicemente togliersi curiosità e vederlo all’opera. Alex sospira.

“Sarà più lungo del previsto” pensa.

«Da chi iniziamo?» chiede.


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