Il Passato che ritorna

Tabit ed Yrne

Alex aveva dialogato con un mucchio di gente, ricevuto missive da consegnare, offerto consigli, ma se tutti si aspettavano di vedere un Messaggero di Ramaskan in azione, dovettero ricredersi: il ragazzo si comportava esattamente come loro.

Sta ora parlando con Phix e Lissar; quest’ultima sta accarezzando sotto il mento Fur.

«Hai fatto una bellissima impressione a Fur – sta dicendo Phix – è raro che si metta a fare le feste ad uno sconosciuto immediatamente»

«Ho un buon rapporto con gli animali – si difende Alex – Piuttosto voi, ho sentito dire che siete un’erborista ed un alchimista»

«Anche medico, se per questo. Ha bisogno di qualcosa?»

«In questo istante no, ma è probabile che abbia bisogno di qualcosa prima di rimettermi in viaggio»

«La mia casa è dietro quel campanile – lo indica – è difficile sbagliarsi»

«Grazie. E tu, signorinella? – chiede a Lissar – Come vanno le cose alla tua stalla?»

«Uh, benissimo. Il suo cavallo sta benone e… è una bella bestia»

«Ottimo! Allora eccoti lo Scudo che ti ho promesso»

Prende una grossa moneta di argento e gliela lancia. Lei la prende al volo stupita.

«Così sulla parola?» chiede.

«Non avresti motivo per mentirmi» risponde lui.

«L’ho sempre detto che sei speciale» dice una voce giungendo.

Alex fa quasi un salto. Dietro di lui vi è una donna con indosso un mantello con cappuccio verde, una tunica verde azzurra aderente ma non troppo e dei pantaloni marroni.

«Tabit!» esclama Alex sorpreso.

«Tabit la Rossa» dice sorridente lei abbassando il cappuccio e mostrando una capigliatura rosso fuoco.

I suoi occhi verdi sono divertiti dalla reazione del ragazzo.

«Cosa… cosa ci fai qui?» chiede Alex.

«Perché? Non sei contento di vedermi?»

«Ma certo che sono contento! – risponde Alex avvicinandosi – È solo che… insomma ti ho lasciato a Blens»

«Ed ora sono qui. Se vuoi sapere qualcosa di più, dovrai dirmi cosa hai fatto tu in tutto questo tempo»

«Non cambierai mai – sorride Alex poi si rivolge a Phix e Lissar – scusate, vi devo lasciare»

«Vai pure, Messaggero» rispondono entrambe e si congedano.

«Due ragazze interessanti – commenta Tabit – Appena avrò qualcosa per convincerle, mi farò con loro una luuunga chiacchierata»

«Sì, non cambierai mai» conferma Alex.

«Coraggio, raccontami tutto» dice Tabit prendendolo per un braccio.

«Non è che abbia molto da dire: mi sono allenato. Mi hanno istruito a capire meglio le mie capacità, a gestire meglio il mio corpo, ad avere padronanza della mia mente. Le tecniche di combattimento già le conoscevo. Ah, ho imparato l’arte della guarigione ed altre mi hanno detto che ne imparerò in futuro»

«E Fulgida? Si è poi mai più manifestata?»

«No, ma il Maestro ha detto che è normale: le spade magiche si manifestano solo nel momento del bisogno»

«E non ti sei mai chiesto perché ti abbia scelto?»

«Veramente no»

«Ingenuo sei ed ingenuo resti. Secondo me è perché sei speciale: ti ricordi a Blens? I cavalli imbizzarriti che tu calmavi con un gesto? Quando accompagnavi a casa i bambini impauriti? Quando difendevi Yrne? Hai un cuore grande, ragazzo. Forse uno dei migliori che io abbia mai visto»

«Com’è che mi riempi di tutti questi complimenti?»

«Perché voglio il tuo aiuto, ovvio – ride – Blens non esiste più – continua in modo serio – Dopo il disastro fatto da quel bastardo di Rotosk, la gente non si è più fidata degli Spadaccini e visto le orde che premevano, in pochi mesi Blens è stata abbandonata. So che Yrne l’ha lasciata per ultima: le ho regalato un pony affinché potesse andarsene quando sarebbe stata l’ultima anima del villaggio, testuali parole sue. Ho intenzione di ricominciare. Qui. Sono giunta da poco e per ora mi riposo e cerco di capire il posto. Ma sono una Mastra Spadaccina. Fonderò dei nuovi Spadaccini, proprio qui in questo villaggio. Non farò gli stessi errori che ho fatto con Rotosk. Sarà una bella cosa, vedrai. E se tu mi daresti una mano…»

«Ti ringrazio – la interrompe Alex – mi dispiace per quanto è accaduto a Blens e vorrei darti una mano… ma ho delle missive da consegnare»

«Puoi usare un Animale Messaggero»

«Come sai…?»

«Il fatto che non le sappia usare, non significa che non conosca le Arti Ramaskan» gli fa l’occhilino

«Magari ne parliamo domani»

«Ti ho tentato, eh? – sorride – D’accordo. Troviamo un posto… toh, guarda»

Un cartello recita: “La Luna e la Gatta”. Prossima apertura.

«Sembra Yrne» esclamano in contemporanea.

«Ti ricordi – continua Tabit – era fissata con luna e gatti. Anche a Blens la sua locanda era…»

«…La gatta lunare – continua Alex – controlliamo»

Girano intorno alla casa e la vedono: una ragazza sui venti anni, forse più giovane, quasi svestiva, si sta affaccendando ad attaccare un insegna. Il suo abito-non abito è immediatamente riconosciuto dai due.

«Yrne!» esclamano all’unisono.

Lei si volta. Alex rivede quel sorriso gioioso e sincero, quel volto a diamante, quegli occhi azzurri come il mare. E poi i suoi occhi cadono sul suo corpo il cui abito mette in risalto il seno. Prima che possa dire qualcosa, Yrne gli salta al collo abbracciandolo forte!


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