La Soglia

Ospiti o Prigionieri?

I tre ragazzi furono riaccompagnati nella sala che la guida aveva definito come del Signore. Lì vi era solo il letto a baldacchino ed un comò.

«Ma che hanno combinato qui? – si chiedono i 3 coboldi che li hanno accompagnati – Dovremmo cercare qualcosa per rendere questa stanza accogliente»

Due di loro escono lasciando solo il più piccolo di loro davanti alla porta di uscita.

«Ed adesso?» chiede Giovanni.

«Non lo so – risponde Martina – fammi pensare un attimo… – si dirige dal coboldo rimasto – Scusa… er… ce l’hai un nome?»

«Sì che ce l’ho – risponde – ma è impronunciabile nella tua lingua. Trik è il suono che gli assomiglia di più»

«Bene, Trik, io vorrei sapere una cosa: siamo qui perché siamo prigionieri del drago?»

«Oh no, assolutamente no. Purtroppo la stanza è disadorna, ma appena l’avremo risistemata vi troverete molto bene. Purtroppo devono aver combinato un po’ di casino in questi anni»

«Quindi questa era una stanza degli ospiti?»

«Sì e di quelli importanti. Vi chiedo solo di portare un po’ di pazienza»

«Senti, ma se non siamo prigionieri, possiamo quindi uscire dalla stanza»

«Certo, potete visitare tutto il castello ed io vi farò da guida: sapete con i lavori in corso vogliamo evitare che vi facciate male»

«E se volessimo uscire dal castello?»

«Il Padrone ne sarebbe alquanto dispiaciuto… non so se mi spiego»

«Capisco… ok. Puoi aspettare un momento?» torna da Giovanni che sembra che debba svenire da un momento all’altro.

«Ehi! Giovanni! Cerca di riprenderti»

«Mi fanno schifo le lucertole» si lamenta.

«Beh, cerca di mettere lo schifo da parte: ho bisogno della tua memoria fotografica ed è l’unico modo che ho per farti uscire da qui»

Giovanni annuisce, si asciuga il sudore e si alza.

«Così mi piaci – dice Martina sfoggiando un grazioso sorriso prima di tornare da Trik – In attesa, ci faresti visitare il castello? Ci interessano in particolar modo tutti quei passaggi e passaggini nascosti ed il camminamento delle mura»

«Prego, venite» dice il coboldo aprendo la porta.

Trik inizia a fargli percorrere i vari corridoi. Innumerevoli sono i passaggi che nessuno aveva mai visto: alcuni sembrano fessure nei muri, altri sono veri e propri passaggi segreti ed altri sembrano comparsi dal nulla. Martina avrebbe una gran voglia di chiedergli tutto sul castello e su di loro ma cerca di trattenersi. Trik spiega loro di volta in volta a cosa servono i vari passaggi e qualche volta si lascia sfuggire qualche anneddoto accaduto 600 anni orsono. E mentre si muovono incontrano migliaia, se non milioni, di coboldi intenti a lavorare

«Loro sono ScagliaArcana – spiega Trik indicando alcuni coboldi che stanno plasmando il castello con la magia – conoscono la magia. Krak è invece un DragoScudiero…»

«E tu che saresti: topo d’appartamento» dice Federico.

Trik chiude gli occhi a fessura

«Ti sembro un topo, per caso? – dice decisamente scocciato – si volge verso Martina sorridendo – Io sono un PiccoliArtigli, un tuttofare dei coboldi»

Al camminamento, un altro coboldo si avvicina loro; indossa un grambiule da cucina ed è quasi uguale a Trik, solo che è più snello ed agile e c’è qualcosa che fa capire che è una femmina.

«Lei è Isa – la presenta Trik – la mia sorella di covata. È una CodaPrensile»

«Buongiorno – dice Isa sfoggiando un sorriso – Volevo informarvi che il Padrone vorrebbe invitarvi al suo desco e vorrei sapere se c’è qualcosa che preferite mangiare»

«Io sono vegetariana – dice Martina – Giovanni – lo indica – non sopporta il pesce – mentre Federico – lo indica – odia tutto ciò che è verde»

«Perfetto – risponde la cobolda – Anche se non posso prepararvi la Torta dell’Evento ed il Krughiscia, le cucine sono parzialmente fuori uso, cercherò di farvi qualche specialità»

«Io non voglio mangiare fango condito di vermi – interviene Federico – cucinato da una guastatrice sporca e pidocchiosa»

La cobolda rimane a bocca aperta.

«Cerca di scusarlo, lui…» prova a dire Martina, ma si interrompe quando vede gli occhi di lei divenire una fessura e stringere il grambiule con forza.

«Tu… – dice – Punto primo noi non mangiamo simili schifezze. Punto secondo io sono una brava cuoca e sono pulitissima, molto più di te. Terzo, faccio da mangiare per i cuccioli d’uomo da più di 600 anni, quindi so cosa mangiate voi umani – si passa una mano sugli occhi come per asciugarli – Infine – afferra Federico per il bavero e lo sbatte a terra – Non azzardati mai più ad insultarmi senza motivo o ti faccio mangiare tutti i tuoi denti!» ringhia.

Si volta verso gli altri due. Lascia Federico e si ricompone.

«Scusatemi, il Cafone mi ha fatto arrabbiare. Vi farò chiamare appena sarà tutto pronto… sì» si asciuga il viso e si allontana.

«Sei un disastro Federico – si lamenta Martina – Mi sa che l’hai fatta piangere»

«Se fosse così, gli avrei fatto mangiare io i denti» conclude Trik.

Più tardi sono di nuovo nella loro stanza. È stata completamente risistemata: il letto a baldacchino e scomparso e così pure il comò. Sono comparsi, invece, divani, poltrone, sedie, tavoli, alcuni armadi ed una piccola libreria. Il tutto sembra stato realizzato per far sentire a loro agio gli ospiti. Ad aspettarli vi sono altri due coboldi: entrambi indossano una tunichetta e si direbbero femmine.

«Se avete bisogno di qualsiasi cosa, noi siamo a vostra disposizione» dicono.


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