Laika dei Desideri

I Desideri e l’Ingordigia

Era una sera decisamente pessima: pioveva e tirava vento. Un vento gelido e forte ed un pioggia fitta che sembrava un muro d’acqua. Ed io mi ero pure persa. Mi sentivo triste, abbattuta e sola. Mi ero riparata sotto un albero e gelavo di freddo. Improvvisamente qualcuno mi ha messo un mantello addosso. Era Lui. Mi ha accompagnato a casa sua e mi ha preparato un bagno caldo. Mi ha lavato, mi ha fatto lo sciampo e pettinato, mettendomi persino una lozione profumata sul pelo. Dovevate vedere quanto era diventata bella. E poi mi ha regalato un abito. Già questo mi ha reso felice. Ma mi ha anche offerto la cena. Frugale ma donata con amore, cosa che mi ha fatto sentire molto apprezzata. Infine mi ha preparato un giacilio comodo dove passare la notte. Io mi sono addormentata felice. Ed il giorno dopo mi ha pure accompagnata a casa. Ero tanto felice di quell’incontro che decisi di ringraziarlo offrendogli il pranzo. Che faccia che ha fatto quando mi ha visto arrivare con tutto quel ben di Dio.

«Sono estremamente lieta di quanto ha fatto per me. Qualsiasi cosa le servisse, sono a sua disposizione. Sono in grado di esaudire quasi ogni desiderio. Le regalo questa tartaruga – gli mostrai una tartaruga non più grande di 2 cm – così si ricorderà di me quando ne avrà bisogno»

Me ne andai lasciandolo decisamente esterrefatto.

Ci volle una settimana ma un giorno venne a bussare alla mia porta. Aveva il cappello in mano ed era trafelato.

«Mi scusi Laika dei Desideri – mi disse – non è che avrebbe un carro? Il mio si è rotto e ho urgenza di andare al mercato»

«Ma certo che posso darle un carro – risposi sorridente – e posso aiutarla a trasferire tutte le sue mercanzie. Posso anche venderle al mercato, facendole ottenere esattamente quello di cui ha bisogno»

«Davvero?»

«Sul serio. Non posso prometterle di renderla ricco da un giorno all’altro, ma potrà avere il necessario per continuare a vivere dignitosamente. Ma adesso mi faccia vedere il carro e vediamo cosa posso fare»

Tornai a casa sua e vidi il carro rovesciato. Si era spezzato un asse ed una ruota era partita. Controllai la situazione.

«Perfetto – dichiarai infine – si può sistemare. Ogni cosa al loro posto!»

Il carro si raddrizzo, l’asse si riparò e la ruota si riattaccò. Tutte le mercanzie tornarono sul carro. Lui rimase a bocca aperta.

«Allora – dissi – vuole andare lei o vado io?»

Si scosse dallo stupore.

«Vada lei, vada lei»

Credo che in quel momento si rese conto di quanto ero in grado di fare. Montai sul carro ed esso partì. Tornai alcune ore dopo col carro vuoto e con la cassetta piena.

«Con questo potrà sistemarsi il terreno. Ora questa casa è del tutto sua» dichiarai consegnandoli la cassetta.

Me ne andai salutandolo, lasciando di sasso. E la tartaruga crebbe!

Una settimana dopo si presentò di nuovo da me.

«Mi scusi se la disturbo, Laika dei Desideri…» iniziò a dire.

«Mi chiami pure Laika – risposi sorridente – Venga dentro, non rimanga sull’uscio»

Lo feci accomodare e gli offrii una merenda.

«Mi dica: cosa la porta qui?» chiesi.

«Dovrei fare degli investimenti» esordii lui.

«Non sono brava con l’economia» risposi io.

«Vorrei comprare dei terreni e vorrei qualche consiglio. Desidererei dei terreni per potermi espandere ma non vorrei indebitarmi per dei terreni che non danno frutto»

«Immagino. Le consiglio di comprare i terreni a nord-ovest. Sembrano sterili ma non lo sono. Si fidi di me. Li acquisti, li divida su dove vuole mettere le piantagioni e gli alberi e poi innaffi con la luna piena. Il giorno dopo vedrà la sorpresa»

«La ringrazio moltissimo»

«Si figuri, per così poco: lei mi ha dato molto di più!»

Lo fece. I terreni divennero superfertili, le piante crebbero in modo impensabile e diedero molto frutto. Tanto. E la tartaruga crebbe!

Venne a chiedermi di nuovo aiuto una settimana dopo. L’accolsi nella mia casa e gli offrii la merenda. Era un po’ a disagio a dovermi chiedere di nuovo aiuto ma io lo rassicurai:

«Non si preoccupi di chiedermi aiuto. Lei ha fatto molto per me; il minimo che io possa fare è restituirle il favore»

«Ecco, mi sono ingrandito. Grazie al suo suggerimento, ho tale e tanta di quella produzione che non riesco a starci dietro. Ho bisogno di aiutanti. Tanti aiutanti»

«Gliene posso dare quanti ne vuole. Offra loro vitto ed alloggio ed avrà dei dipendenti assolutamente magnifici. Sono simili a me, però»

«Quello non è un problema, anzi è meglio»

«Ottimo: venga che glieli presento»

Gli presentai quasi 20 persone: ognuno che gli avrebbe dato una mano in ogni mansione che gli servisse. Lui si ritenne soddisfatto e se li portò via. Lui avanti, gli altri dietro. E la tartaruga crebbe… molto!

Lo rividi una settimana dopo. Cappello saldo sulla testa. Decisamente più a suo agio a chiedermi favori.

«Avrei bisogno di risistemarmi casa: l’uragano passato l’ha danneggiata pesantemente»

«I suoi aiutanti potrebbero darle una mano» gli feci notare.

«Sì, ma… è un po’ complicato. Vorrei avere una villa e ci vuole molto tempo e lavoro per farlo che non vorrei togliere alle mansioni ordinarie»

«Comprendo. Potrei aiutarla, ma senza un progetto…»

«Ecco, avrei il progetto appresso»

Osservai il progetto: era una casa decisamente grande; ai miei occhi forse un po’ troppo, ma non è mio compito criticare la casa di qualcun’altro. Alla fine acconsentii. Andai con lui a casa sua: la sua piccola casa era in effetti danneggiata in più punti. Non mi persi d’animo ed iniziai la costruzione. Come un direttore di orchestra, mossi travi, mattoni e calce; feci giungere il materiale da ogni dove e gli creai la sua casa dei sogni nel giro di una giornata. Fu faticoso ma mi diede una bella soddisfazione. Lui mi ringraziò e mi chiuse la porta in faccia. Non mi piacque ma niente di allarmante.

La quinta volta venne da me e senza tanti mezzi termini mi chiese aiuto per rendere più fertile le sue terre. Io gli dissi che potevo realizzare dei canali d’irrigamento ma lui disse che aveva un costo troppo alto.

«Guardi – dissi io – io non posso cambiare la natura. Ma se vuole, posso donarle il fiume: deve solo trattarlo bene»

E così fu: il fiume si spostò dal suo corso e raggiunse le terre di Lui. Grazie al fiume, irrigare le sue terre fu semplice e facile e divennero sempre più fertile. Ma lui non trattò affatto bene il fiume.

Se volete saperlo, venne a chiedermi molte e molte volte vari desideri ed io glieli esaudii tutti. Però c’era qualcosa che non andava: sembrava sempre più esigente e sempre più distaccato. Il problema è che la sua tartaruga cresceva, cresceva, cresceva, senza limiti.

Un giorno andai a trovarlo. Gli inseriventi erano decisamente scuri in volto; lavoravano ma capii subito che il rapporto non era dei più sereni. Ma soprattutto la sua tartaruga era cresciuta oltre i due metri. Bussai alla sua porta.

«E lei cosa ci fa qui?» mi aprostrofò appena mi vide.

«Sono venuta a trovarla. Lei è sempre venuto a trovare me, ho pensato di ricambiare il favore. Mi fa entrare»

«Sì, certo»

Mi fece accomodare in una stanzetta. Si sedette di fronte a me, in attesa.

«Ehm… – dissi – Non mi offre niente?»

«Oh, sì, scusi»

Lo sentii chiaramente litigare con qualcuno dall’altra parte.

«Ma che stai preparando?! Per quella lì basterà quanto è avanzato! Muoviti o ti bastono!»

Tornò poco dopo con latte e biscotti… avariati. Sorrisi, ma non mi piacque.

«Senta, sarò franca: la sua tartaruga sta crescendo troppo» gli dissi.

«Che c’entra la tartaruga?»

«La tartaruga rappresenta la sua ingordigia. È cresciuta di più di mille volte! Questo non è un bene. Lei sta trattando male tutti: gli inservienti non sono per nulla soddisfatti di serivrla. Gli avete lasciati al freddo ed al gelo durante la tempesta, li riempite di botte ed improperi per ogni supposto errore…»

«Come sa queste cose?»

«Le so. Conosco ogni cosa che lei sta facendo, mio caro amico. Io le ho dato ogni cosa perché lei mi ha sempre trattato bene. Ma lei è cambiato. Ha preso una brutta strada e vorrei che lei se ne rendesse conto»

«Laika, non accetto le vostre critiche. Decido io cosa è meglio per me!»

«Badi, io le ho dato i doni, io li posso riprendere! Lei li ha avuti per un motivo; se questo motivo cessa, cesseranno anche i doni! Ripensi a quello che…»

«BASTA COSÌ! ESCA SUBITO DA QUESTA CASA!»

«Come vuole! Ma si ricordi quello che le ho detto: le do tre giorni di tempo! E si mangi lei il suo latte avariato ed i suoi biscotti ammuffiti!»

Me ne andai decisamente offesa. Poteva cambiare, ma la tartaruga crebbe.

Tornai tre giorni dopo e Lui mi accolse cordialmente. Mi fece accomodare e mi disse di offrirmi qualcosa… mi sparò! Caddi a terra colpita e lui, credendomi morta, mi schernì. Poi chiamò gli inservienti e li disse di seppellirmi od erano bastonate. In quel momento ci fu una scossa di terremoto! Poi una seconda! Poi il tetto venne divelto dalla tartaruga divenuta gigantesca! Ed iniziò a divorar la casa.

«L’avevo avvertita» dissi io.

Lui si voltò e non mi vide più dov’ero.

«Sono dietro di lei»

Fece per voltarsi. L’arma gli si distrusse tra le mani e lui finì per terra.

«Mi ha molto deluso – ripresi – Pensava davvero che non mi sarei mai accorta di quello che voleva farmi? Pensava davvero di ingannarmi? Io che conosco il cuore della gente? L’avevo avvertita: lei è cambiato; col suo ultimo gesto mi ha confermato che l’ingordigia le è divenuta ingestibile e ha perso il mio appoggio. Io mi riprendo tutti i doni che le ho fatto!»

Il fiume tornò al suo posto, la terra tornò sterile, tutti gli inservienti, gestacci a parte, lo abbandonarono e persino il carro si ruppe di nuovo! Ogni cosa che io gli donai, tornò a me.

«Le lascio la tartaruga – continuai – affinché lei si ricordi cos’è che ha causato la sua rovina. E si riprenda anche il suo abito! – quasi urlai gettandoglielo addosso – Non voglio niente da chi cerca di uccidermi!»

Me ne andai, lasciandolo solo mentre la sua tartaruga continuava a divorare la casa.


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