Melody ed il Segreto delle Arti Marziali

Tre anni prima

Nella piazza antistante l’orfanotrofio Fiore di Pesco, si sta svolgendo uno spettacolo in onore dei bambini lì presenti. Una gatta maculata, blu e nera, dagli occhi color pesca, si sta esibendo in una serie di salti ed acrobazie spettacolari. Indossa un abito color blu chiaro che la copre solo davanti e dietro, con la gonna che arriva a metà ginocchio. Sotto di esso indossa un body nero. L’abito svolazza durante le sue acrobazie, contribuendo alla coreografia. Ai piedi indossa dei sandali con le cinghie che arrivano al polpaccio.

I bimbi applaudono entusiasti ogni volta che lei corre sulla corda, effettua salti mortali tra un palo e l’altro, colpisce l’aria con pugni e calci, infrange dischi di legno che vengono lanciati o spegne torce tagliando la fiamma con la coda. Conclude l’esibizione atterrando con grazia davanti a loro, inchinandosi. I bimbi le corrono incontro ed iniziano a festeggiarla. Melody, questo è il nome della gatta, si abbassa e li accoglie tra le sue braccia.

«Sei sempre fantastica!» dice un coniglietto marrone chiaro dagli occhi azzurri.

Indossa un grembiule blu. Avendo i piedi da coniglio, è senza scarpe.

«Ti ringrazio, Tippi – risponde lei sorridendo felice – Adesso vieni qui: vediamo cosa nascondi tra le orecchie»

Con superba maestria, sembra tirar fuori un cioccolatino.

«Uau!» esclama Tippi.

«Coraggio, gente: c’è ne per tutti!»

E con abile maestria inizia a far comparir dolcetti.

«Melody!» la chiama improvvisamente una voce autoritaria.

Sentendo la sua voce, Melody scatta sull’attenti, mentre il suo sorriso si spegne ed il suo sguardo diviene preoccupato. Si volta. Davanti a lei vi è una scimmia dal manto grigio; le arriva a malapena al petto ma ha un fisico forte ed allenato. Indossa un changpao (abito tradizionale cinese) con ricamato sopra tre draghi dorati tra di loro attorcigliati: il simbolo del Trio Drago. I suoi occhi neri guardano severamente Melody, mentre tiene le mani dietro la schiena. Melody afferra il pugno della mano sinistra con la mano destra.

«Maestro» dice inchinandosi.

Il Maestro la guarda a lungo, poi passa il suo sguardo tra le altre persone e lo ripunta su di lei. Tippi nota che Melody sta lievemente tremando.

«Saluta e seguimi. Ora!» dice con voce asciutta.

Subito dopo si volta e si incammina.

Melody si volta di nuovo verso i bambini.

«Madama Pang» saluta con un inchino un panda femmina.

Lei indossa un qi-pao (abito tradizionale cinese) dalla gonna lunga e le maniche corte, principalmente bianco. Ai piedi indossa delle scarpette. I suoi occhi sono neri e sulla sommità del capo ha un piccolo ciuffetto bianco. Grande e grossa, ma non grassa, è la direttrice dell’orfanotrofio.

«I miei omaggi – risponde Pang all’inchino – e torna a trovarci appena puoi»

«Lady Danek» Melody saluta con un inchino una cerva.

Anche lei indossa un qi-pao ma il suo ha la gonna molto corta ed è di colore bianco e rosso, principalmente rosso. Fisico molto slanciato ed armonioso, con un grande e florido seno. Non indossa scarpe, dato che i suoi piedi sono zoccoli. I suoi occhi azzurri sono obliqui, cosa che le dà uno sguardo decisamente magnetico; ma è il suo sorriso quello che colpisce sempre Melody: è il sorriso più dolce e materno che lei abbia mai visto in tutta Rocciasalda. È da quando ricorda che Lady Danek ha sempre aiutato all’orfanotrofio.

«Non cambiare mai, Dolce Melodia – risponde all’inchino – è il miglior augurio che io possa darti»

Melody sorride di nuovo.

«Bambini» dice inchinandosi a loro.

«Melody» rispondono tutti loro.

Subito dopo la nostra gatta si volta e raggiunge il Maestro in un salto, seguendolo poi in doveroso silenzio.

È notte fonda a Rocciasalda e tutti dormono. Al Tempio di Lung, situato su un monte ad un’altezza di più di mille scalini, c’è una candela accesa nella camera di Melody. Lei ha un braccio fasciato intorno al collo e si sta sforzando di non piangere, riuscendoci poco. Ogni tanto tira su col naso mentre termina di scrivere una lettera:

“… non avrebbe dovuto comportarsi in questo modo: mi ha slogato un braccio. Io non posso continuare così. Me ne vado. Mi unirò al circo itinerante e non so se torno. Vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per me e vi auguro che il sole continui a splendere. Addio Arrivederci”

Melody spegne la candela, apre la finestra e salta sul bordo. Si volta un’ultima volta indietro. Apre il braccio sano e si getta giù. Il Chi invade il suo corpo e lei plana letteralmente nella notte, fino a raggiungere la strada un centinaio di metri più in basso. Corre via silenziosamente, sparendo nel buio.


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