Progetto Umano!

Capitolo 6: Il lago magico

Daryl, Lulù, Celeste e Principe stanno al parco, seduti su una panchina a leggere un libro che parla di dinosauri e commentando quanto leggono e le figure che vedono. Ad un certo punto, davanti alla figura di un plesiosauro, Lulù rimane un momento pensierosa; poi si volta verso Celeste.

«Sì, penso proprio di sì» risponde lei all’implicita domanda.

«Daryl – dice Lulù – penso di poterteli mostrare dal vivo»

«I dinosauri?»

«Qualcosa di simile. Però è un segreto, eh? Shtt!»

«Uh? Va bene»

«Vieni con me, allora – dice la bimba entusiasta, prendendolo per mano e trascinandoselo appresso – Avvertite voi Nanny!»

«Certo! E divertitevi!»

Non appena escono dal parco, Daryl sente di nuovo quella musichetta e gli pare di vedere un lampo passare per gli occhi di Lulù.

«Signor Bianchi! Lago!»

«Sacche Blu!»

E poco dopo sono di nuovo nella macchina dai vetri scuri.

«Adesso andiamo ad un lago – spiega Lulù – un lago magico che ci farà conoscere i dinosauri. Cioè, non credo siano dinosauri ma… beh, insomma li vedrai. Siccome lì sarà molto facile bagnarsi, ci prepariamo a dovere»

Ed in breve lei e Daryl si sono spogliati e hanno indossato dei costumi da bagno e dei sandali.

«I copri costume ci serviranno al ritorno – dice la bimba – andiamo» ed apre la portiera.

Si trovano nei pressi di una strada sterrata, con ampie pietre a fare da camminamento, circondata da alberi; in lontananza si vedono dei canneti. Quando Daryl si volta, la macchina non c’è più e la strada prosegue perdendosi all’orizzonte.

«Dove siamo?» prova a chiedere.

«Al camminamento. Il lago è più giù. Andiamo»

Prendendosi per mano i due si incamminano. Raggiungono il canneto in 10 minuti e Daryl nota che esso circonda un vasto specchio d’acqua da tutti i lati, eccetto da una parte dove vi è un pontile con diverse barche ormeggiate.

«Siamo i primi! – dice Lulù entusiasta – Perfetto! La magia del lago non funziona se c’è troppa gente. Vieni»

Percorrono il pontile fino alle barche. Lì Lulù lascia in un armadietto sacche e sandali, prendendo con sé solo una sacca più piccola.

«Questa ci servirà tra poco – dice – sai nuotare?»

«Sì ma perché?»

«Perché quando vai in barca o devi saper nuotare o devi mettere il giubbotto di salvagente. Io finisco in acqua due volte, se non tre»

«Secondo me ti ci tuffi»

«Eh! Eh!» ride la bimba.

Poco dopo sono in barca, uno ad un remo ed uno all’altro e si allontanano dalla riva. Giunti al centro del lago, si fermano. Daryl si guarda intorno: il lago si presenta ai suoi occhi come un vasto specchio d’acqua azzurro; il canneto sembra circondarlo interamente e si confonde col cielo tanto è distante; l’acqua è increspata da piccole onde per l’azione del leggero vento. Daryl è meravigliato.

«Bellissimo, vero? – dice Lulù – Magari dopo facciamo un giro. Adesso… oh, inizia al magia»

Della nebbia ha iniziato ad apparire e si diffonde velocemente sul lago, poi si alza fino a non far veder più niente. Daryl sente il rumore di qualcosa che si muove e la barca spostarsi per effetto di un riflusso; poi la nebbia cala, permettendo ai due bambini di distinguere le cose ad alcuni metri di distanza ma senza sparir del tutto.

«Andiamo» dice Lulù e si rimettono a remare.

Dopo alcuni minuti Daryl si accorge che stanno navigando in mezzo al canneto e poco dopo si trovano nell’ansa di un qualche fiume placido. A causa della nebbia, Daryl non riesce a capire se si trovano circondati da alberi che oscurano parzialmente il sole od all’interno di una grotta luminescente. Il fiume sbuca in un largo corso d’acqua ed in pochi minuti la barca tocca.

«Siamo arrivati!» esclama Lulù.

La barca ha toccato un isolotto al centro del corso d’acqua. La bambina lancia la piccola sacca sull’isola.

«Tocca a noi» dice.

Fa per scendere ma la barca si sposta. SPLASH!

«Tutto a posto, Lulù?» chiede Daryl.

«Sì, sì, fatto tuffo!» risponde la bimba tutta contenta.

Si arrampica sull’isolotto e porge la mano a Daryl. Un attimo dopo sono entrambi sull’isolotto. La bimba accompagna il robottino presso una delle rive. Lì si siedono. Le onde lambiscono i loro piedi. La bimba si stringe le gambette in impaziente attesa. Dopo pochi secondi l’acqua inizia a ribollire e diverse creaturine fanno la loro comparsa e si avvicinano alle rive. Sembrano delle tartarughe prive di guscio, dal lungo collo e dalla testa da rettile. Si arrampicano sulla riva e camminano goffamente verso di loro. Lulù allunga le mani ed inizia ad accarezzarli mentre loro strofinano le minuscole teste su di loro. Daryl li riconosce: sono plesiosauri in miniatura!

«Loro sono i Plisi – dice Lulù prendendone uno in mano – Senti quanto sono morbidi!»

Dopo che Daryl lo ha accarezzato, la bambina prende vari Plisi e li mette in braccio a Daryl poi se ne prende altrettanti. Apre la piccola sacca che si rivela piena di minuscole polpette. Ne prende una manciata ed inizia a darli ai vari Plisi che emettono suoni che ricordano le fusa. Anche Daryl fa la stessa cosa ed in breve ci prende gusto.

Non appena hanno finito le polpette, l’acqua ribolle di nuovo. Un attimo dopo un’enorme testa sbuca, seguita da un lunghissimo collo per terminare con un grande corpo di tartaruga priva di guscio. Daryl rimane a bocca aperta: è un elasmosauro!

«Elsy!» esclama Lulù allargando le braccia.

Il dinosauro avvicina il suo testone e la bimba lo abbraccia e lo accarezza.

«Lui è Daryl, il mio robottino da compagnia – fa le presentazioni – Lei è Elsy; penso sia la mamma dei Plisi»

Daryl accarezza il muso di Elsy che socchiude gli occhi. Daryl sorride.

Circa un minuto dopo, Elsy solleva la testa, si gira e volta il capoccione per indicare il proprio dorso.

«Andiamo – dice Lulù poggiando delicatamente i Plisi per terra – ci farà fare il giro del lago magico»

Un minuto dopo i due bambini sono seduti sul dorso di Elsy che placidamente si allontana dall’isolotto. Percorrono le acque per un momento poi si nota una riva; a mano a mano che la costeggiano la luce si fa più intensa, permettendo di distinguere della vegetazione e poi delle creature assolutamente gigantesche: Lulù e Daryl sono grandi quanto un’unghia della più piccola di loro. Anche se la nebbia impedisce di vederle chiaramente, le loro forme ricordano nettamente le figure viste sul libro dei dinosauri. Tutti questi bestioni si stanno abbeverando. Elsy si tiene a debita distanza ma rallenta l’andatura per permettere ai due bambini di vederle.

«Ma sono davvero dinosauri?» chiede Daryl esterrefatto.

«Forse – risponde Lulù – Questa è la Terra Senza Tempo e quelli o sono dinosauri o qualcosa di molto simile. Tuttavia non mi avvicino per controllare: sono tanto grossi che potrebbero schiacciarmi senza accorgersene e non ho alcuna voglia di diventare una frittella»

Elsy percorre quella costa per un lungo tratto, permettendo ai due bambini di ammirare svariati bestioni, prima di allontanarsi. Neanche un minuto dopo si sente il rumore di acqua che cade.

«Trattenere il respiro – dice Lulù – Aumf!»

Un attimo dopo passano sotto una leggera cascata e si ritrovano in una grotta scintillante.

«La grotta dei diamanti» presenta Lulù.

E lo sembra davvero: sembra che vi siano diamanti luminosi ovunque, sul soffitto, sulle pareti, nell’acqua, sulle stalattiti e le stalagmiti. In realtà è tutta un’illusione data dalla particolare conformazione delle rocce calcaree, con cui è formata la grotta, che rifrangono la luce come fossero diamanti. Ma è uno spettacolo meraviglioso quello che si osserva. Elsy permane nella grotta un tempo sufficiente per permettere ai due bambini di rimanere affascinati, per poi uscirne passando di nuovo sotto la cascata. Proseguono per il corso d’acqua per diversi minuti. Daryl sente chiaramente il rumore di diverse chiuse che si aprono e si chiudono e si rende conto che stanno salendo. Alla fine Elsy si ritrova a nuotare in un corso d’acqua che via via diventa più veloce. Quando l’acqua diventa abbastanza impetuosa da schizzarli, Lulù si appende al collo di Elsy.

«Aggrappati a me» dice a Daryl.

Una manciata di secondi dopo, si ritrovano a scivolare in un lungo scivolo d’acqua.

«Yhuuu!» grida la bimba tutta contenta.

La discesa è relativamente lunga ed Elsy porta i due bambini con fare sicuro lungo tutte le curve, scendendo ad alta velocità e schizzandoli continuamente. Un enorme “SPLASH!” li attende alla fine con l’acqua che schizza in alto e ricade sopra di loro mentre finiscono quasi sommersi.

«Splut! – dice la bimba levandosi l’acqua dalla faccia – È stato divertentissimo!»

«Molto!» conferma Daryl levandosi l’acqua dalla faccia.

Elsy torna a percorrere il corso d’acqua ora di nuovo placido e pochi minuti dopo raggiunge l’isolotto. Daryl e Lulù scendono.

«Grazie di tutto, Elsy!» esclama la bimba.

L’elasmosauro avvicina di nuovo il suo testone per farsi accarezzare ed infine sparisce sott’acqua. Anche i Plisi se ne sono andati.

«Andiamo – dice Lulù – Quando i Plisi se ne vanno significa che la magia sta per finire e presto questo luogo scomparirà… e non ci tengo a sparire anch’io»

Ciò detto salgono sulla barca e seguono il percorso a ritroso, fino a tornare al lago. La nebbia si rialza fino a coprire tutto. Daryl sente il rumore di qualcosa che si richiude ed il flusso dell’acqua del lago tornare normale. La nebbia si dirada velocemente fino a sparire ed i quel momento Daryl si accorge che Lulù si è addormentata sulla sua spalla. Sorride verso di lei; poi, accorgendosi del sole chioccante, dirige la barca verso il canneto, là dove gli sembra di aver visto un albero che facesse ombra. Ed è così. Ferma la barca all’ombra ed attende che Lulù si svegli; intanto riflette sulla situazione. Aveva sempre pensato che la bimba si addormentasse perché era stanca: in montagna era notte e sia il campo dei Lupetti che Country Road erano divertenti ma faticosi. Ma questa volta è diverso: Lulù si è addormentata senza un motivo apparente e questo gli fa notare che sia il sonno sia la sua solita domanda su “come siamo giunti qui?” capita sempre alla fine dell’attività, quasi come volesse essere il suo coronamento. Ma perché? Che sia legato a quel suono che sente sempre quando partono? Un condizionamento ipnotico? Con quale scopo? Fargli dimenticare la strana macchina dai vetri scuri? Ed a che pro? Per quanto ci ragioni non riesce a trovare una soluzione. Mezz’ora dopo Lulù si sveglia, si guarda intorno, abbraccia Daryl per averla portata all’ombra e gli fa la solita domanda. Questa volta Daryl dice che non sa spiegarselo e la bimba accetta di buon grado la risposta. Dirigono la barca verso il pontile. Giunti lì, la bimba fa per risalire ma la barca si sposta. SPLASH!

«Secondo me lo fai apposta» dice Daryl sorridendo e porgendole la mano.

Lulù afferra la mano.

«Ovvio che sì!» dice tirandolo in acqua.

Si divertono a schizzarsi, nuotare, tuffarsi ed andare sott’acqua per quasi un’ora. Quando si decidono a tornare all’asciutto, il pontile è ancora deserto. Lulù corre ad una cabina telefonica lì vicino.

«Ciao Nanny! Sono al lago! Sì, c’è anche Daryl. Senti… io… Sul serio? Sì, certo che lo faccio! Grazie, grazie, grazie! – riempie di baci la cornetta e riattacca – Nanny ci viene a prendere!» comunica a Daryl tornando.

«E tu che le hai promesso in cambio?»

«Di raccogliere un sasso da Stagno Tranquillo. Ci fa collezione»

«Stagno Tranquillo?»

«Lo vedrai. Intanto giochiamo!»

Acchiappa Daryl e si gettano in acqua. Giocano ad acchiapparella acquatica, nascondino acquatico, si schizzano, nuotano, si tuffano e vanno sott’acqua. Grazie anche ad una palla che Lulù aveva portato in una delle sacche, giocano anche a palla acquatica. Infine si sdraiano sul pontile per farsi asciugare dal sole. Per tutto il tempo il pontile rimane deserto.

«Senti – chiede Daryl ad un certo punto – è normale che ci siamo solo noi?»

«Sì. Quando ci vengo con Nanny qui è pieno di gente ma la magia non si attiva; la magia si attiva solo quando non c’è nessuno. Quindi è normale»

Daryl è sempre più perplesso.

Pochi minuti dopo che si sono asciugati, arriva Nanny. Arriva dal lago, con una barca, da uno dei canneti. Indossa un bichini bianco e ha i capelli sciolti che le arrivano alle spalle. Daryl non può fare a meno di notare quanto sia bella. Non appena si avvicina al pontile, Lulù le salta in braccio, facendo oscillare la barca, e tra un “ti voglio bene” ed un altro, la riempie di baci. Poco dopo sono tutti e tre sulla barca che attraversa il lago e raggiunge il canneto, là dove vi è nascosto un corso d’acqua che porta ad un piccolo stagno, anch’esso circondato dall’immenso canneto. Nanny ormeggia la barca ad un palo.

«Stagno Tranquillo – presenta Lulù – così chiamato perché qui non si muove manco una mosca»

«Però qui sotto è pieno di sassi bellissimi» dice Nanny consegnando un collare-respiratore alla bambina.

Lulù se lo mette al collo e si tuffa in acqua, seguita a ruota da Daryl. Lo stagno è profondo ed è pieno di diverse pietre multicolore. Lulù ne sceglie due che sembrano avere un disegno e Daryl sceglie tra le due quella che gli ricorda un cavalluccio marino. Tornano in superficie. La bimba si toglie il collare-respiratore e consegna la pietra a Nanny che la mette nella sua sacca.

«Ed adesso…» inizia a dire Nanny.

«Tuffo!» dice la bimba.

«Come?»

«Hai il costume da bagno, no? Quindi tuffo!»

«Non ti si può nascondere niente» ride Nanny ed un attimo dopo si tuffa in acqua.

Giocano nell’acqua per un po’ di tempo, prima di decidersi a prendere la strada di casa. Anziché tornare verso il pontile, Nanny fa prendere la Strada tra i Canneti. In realtà strada è un nome improprio visto che si tratta di passare in relativamente bassi corsi d’acqua (a Lulù e Daryl l’acqua arriva al petto) separati tra loro da brevi tratti asciutti. Il canneto è anche percorso da corsi d’acqua più profondi e diversi stagni e due o tre volte la bimba riesce a convincere Nanny a fermarsi cinque minuti per farsi una nuotata. Sovente Lulù schizza sia Nanny che Daryl che rispondono allo stesso modo oppure le fanno una montagna di solletico. Il canneto termina nei pressi di un sentiero. Lì Nanny tira fuori un grosso asciugamano con il quale asciuga tutti e tre, fa il solletico a Lulù, indossa e fa indossare copri costume e sandali ed infine percorrono il sentiero fino a raggiungere la Camminata, poco più sopra di dove la strana macchina aveva lasciato i due bambini. Da lì i tre si allontanano dal lago proseguendo lungo la camminata.

«Quanto siamo lontani da casa?» chiede Daryl.

«Due ore. Tre se perdiamo la coincidenza» risponde Nanny.

Giunti al bivio per la Strada Panoramica, discendono verso la Piazza della Cordata dove prendono la funivia che li porterà nella cittadina vicina. Per tutta l’ora del tragitto, Lulù e Daryl, tolti i sandali, stanno in piedi sui sedili col viso appiccicato al vetro ad ammirare i vari paesaggi; difatti la funivia passa in mezzo ad alberi secolari, ampie panoramiche, cespugli rigogliosi, grotte luminescenti, ampi corsi d’acqua e molti altri paesaggi. Giunti alla cittadina, i tre corrono alla stazione giusto per vedere il treno andare via. Passeranno l’ora di attesa del treno successivo a delle giostre vicino alla stazione. Infine tornano a casa.

Interludio

«Sembra proprio magico» commenta Doroty alla fine dei racconti.

«Già, tutto creato ad arte – risponde Daryl – La nebbia che copre l’apertura del passaggio, le chiuse invisibili per alzare il livello dell’acqua senza accorgersene, eccetera. Molto affascinante»

«I dinosauri però…»

«Quelli non so spiegarmeli. Sia i Plisi che Elsy sono di carne ed ossa. Ora, o c’è qualcosa di tanto sofisticato che io non conosco o quella è davvero una Terra Senza Tempo»

«Mi sa che non lo sapremo mai»

«Già. A proposito: ho chiesto a Nanny la questione del lago deserto e lei mi ha detto che è tutto dedicato a Lulù»

«Cioè?»

«Non è entrata nei dettagli ma mi ha detto che il lago ha gente o meno a seconda se lei vuole fare una gita al lago o trovare i Plisi ed Elsy»

«Insomma è tutto un teatrino»

«Già, anche se non ne capisco il motivo né come funzioni. Ok. A posto. Prova tutti i sistemi. Salta, corri, tutto»

Doroty esegue: cammina, corre, salta, fa le capriole, la ruota, cammina sulle mani, balla, eccetera.

«Direi che è tutto perfetto» dichiara alla fine.

«Domani pensiamo alla copertura: sarai di nuovo bellissima e morbidissima»

«Non so come ringraziarti»

«Con quello che sai fare meglio: le coccole»

Doroty ride.


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