Progetto Umano!

Capitolo 8: Doroty

Lulù, dopo scuola, entra in casa trafelata.

«Sono tornata!» strilla gettando tutto per terra e correndo in camera sua.

Lì c’è Daryl che la sta aspettando. Lulù lo abbraccia con foga.

«Perché non sei venuto a prendermi?» lo rimprovera bonariamente.

«Ti stavo preparando una sorpresa»

«Sul serio?»

La bimba inizia a saltellare ora su un piede ora sull’altro.

«Vieni avanti!» dice Daryl rivolto a qualcuno nell’altra stanza.

Quando entra la bambina rimane letteralmente a bocca aperta: si tratta di un’orsetta di peluche, più grande di una testa di lei, interamente rosa, eccetto il musetto simpatico e le piante dei piedi che sono bianche; i suoi occhi sono azzurri. L’orsetta si porta le braccia al petto sorridendo.

«Io sono Doroty, la tua orsetta morbidona – dice ed allarga le braccia – Vuoi un mondo di coccole?»

Lo stupore della bimba si trasforma in gioia.

«Sì!» strilla saltandole in braccio e gettandola a terra.

La stringe forte.

«Gné!» dice Doroty ricambiando l’abbraccio.

Per tutta la giornata Lulù strapazza Doroty, tra carezze ed abbracci, trascinandola da una parte e dall’altra, prendendola capovolta, accoccolandosi sopra di lei e spupazzandola in mille altri modi. Per tutto il tempo Doroty si lascia spupazzare, emettendo solo ogni tanto un “Gné!” quando la bimba, nella foga, la getta per terra o le frana addosso. E la riempie di abbracci, carezze e coccole ogni volta che le sembra il caso. Alla merenda Lulù capisce che anche Nanny ne doveva saper qualcosa; difatti dice:

«Eccoti qua finalmente completa. Sei molto più carina di quanto mi aspettassi»

«Grazie!» risponde Doroty sorridendo allegra.

«Vuoi qualche biscotto?»

«Non sono fatta per mangiare»

«Senti – interviene Lulù – Io… non è che ti do fastidio quando… ecco…»

«Guarda – risponde Doroty sorridendo alla bimba – Io sono fatta per essere accarezzata, grattata, abbracciata, strizzata, stropicciata e spupazzata in ogni modo possibile. Quindi non farti remore e coccola come, quando e per quanto tempo ti pare»

Lulù sorride e le salta in braccio, facendo ruzzolare entrambi per terra. E Doroty: «Gné!»

Prima di cena Lulù deve fare il bagnetto settimanale.

«Doroty – chiede la bimba mentre si spoglia – Tu come vai con l’acqua»

«L’assorbo come una spugna e la butto fuori quando vengo strizzata. A parte questo, non mi dà alcun problema»

«Ed al mare come fai?»

«Vado giù e cammino sul fondo»

«E per respirare?»

«Sono una robottina: non ho bisogno di respirare»

«Oh!»

«Allora, mi vuoi come gigantesca spugna?»

«Perché no?»

La prende, la trascina nella stanza da bagno e lì la immerge in acqua, la strizza e ci si strofina contro. Usando tutto il suo corpo, Doroty aiuta la bambina a lavarsi; infine, insieme a Daryl e Nanny, le fanno un quintale di solletico.

A sera Nanny e Daryl sistemano il letto di Lulù affinché lei possa dormire con la sua orsetta. E non vi dico quanto questo renda felice la bambina.

Nei giorni seguenti, Lulù presenta Doroty e Celeste e Principe, con cui stringe velocemente amicizia. Floralin le sta immediatamente antipatica visto che appena la vede propone di staccarle la testa per giocarci a palla. I Lupetti l’accolgono con grande entusiasmo ed in breve viene nominata Lupetta Coccolona, il cui compito e tener su il morale dei Lupetti e dare un sacco di coccole a tutti. A Country Road Doroty dimostra di possedere anche notevole forza, quando ad esempio porta una catasta di legna, e velocità, quando ad esempio insegue i dispettosi che tirano pietre. A proposito, Lulù cerca di nuovo di trovare la misteriosa bambina, senza riuscirci. Le lascia un disegno di due bambini che si abbracciano e ritrova un disegno di una bambina che abbraccia un gatto. Lulù è perplessa.

«Magari è un gatto» scherza Doroty.

Lulù ride.

Nulla da dire sul Lago Magico, dove osserva anche lei meravigliata i dinosauri, mentre al mare riempi tutti quanti di coccole, soprattutto Chiara, su suggerimento di Lulù.

Una sera Lulù consegna un pacco regalo a Daryl.

«Per avermi regalato Doroty» gli dice.

«Grazie ma non dovevi»

«Sì che dovevo; Doroty è molto più di un’orsetta: è pure una Scaccia-incubi»

«Una Scaccia-incubi?»

«C’erano i cattivi che mi volevano gettare giù dalle scale, lei è arrivata, li ha presi tutti a botte e mi ha salvata»

«Mi sono limitata a dargli le coccole quando l’ho vista agitarsi» interviene Doroty.

«E ha scacciato gl’incubi» conclude Lulù abbracciando l’orsetta.

Daryl apre il regalo: è un mini-PC.

«Ti piace?» chiede Lulù.

«Tantissimo!» risponde Daryl con un grande sorriso.

«Sì! Lo sapevo! C’è dentro tutto, così puoi fare tutte le ricerche che vuoi»

«Grazie» dice Daryl abbracciando la bimba che ricambia entusiasta.

Quasi tutte le sere, dopo aver messo a letto Lulù, non avendo bisogno di dormire, Daryl lavora al mini-PC., studiando il computer e facendo diverse ricerche, alcune che poi saranno utili a Lulù per lo svolgimento dei compiti scolastici, altre di suo interesse.

È una mattina, mentre Lulù è a scuola, che lui e Doroty parlano proprio di quest’ultime ricerche.

«Il Lago Magico – sta dicendo Daryl – sembra proprio che sia un parco divertimenti, anche se non riesco a capire il motivo di tutto questo»

«Questo lo sapevi anche prima»

«Sì, ma adesso ho scoperto come funziona; quello che non ho scoperto sono i motivi. Invece c’è un’altra cosa che mi lascia perplesso: questa città. Non ha una storia, sembra quasi che la sua esistenza sia iniziata con l’arrivo di Lulù. Non solo: tutto quello che riguarda il passato di Lulù, i suoi genitori od altro, è tutto secretato»

«Secretato?»

«Sì, guarda»

Le mostra il monitor dove ci sono un sacco di “Accesso negato per mancanza di autorizzazioni”.

«È strano» commenta Doroty.

«Già. Ora io forse potrei violare i codici e scoprirne i misteri ma… ha senso? Ha senso andare a scoperchiare qualcosa che potrebbe… insomma Lulù adesso è felice»

«Uhm… indago e ti faccio sapere»

Nei tre giorni seguenti non succede niente. Doroty e Daryl rimangono con Lulù ogni volta che è possibile o parlano con Nanny o Celeste o Principe ma nessuno di loro sembra minimamente a conoscenza degli strani misteri che circondano la bambina e lei sembra felice. Tuttavia la sera del quarto giorno Doroty raggiunge Daryl.

«Viola i codici» gli dice con fare sicuro.

«Come?»

«Sì, Daryl, ho bisogno di sapere il passato di Lulù; per l’esattezza la parte sull’incidente. I suoi incubi non sono solo incubi. È il suo cervello che sta cercando di dirgli qualcosa. Qualunque cosa le abbiano fatto per farla dimenticare, lei inconsciamente la sta rifiutando. Mi intendo di queste cose. Fa parte dei miei compiti per cui sono stata creata. Il condizionamento ipnotico che le fa dimenticare la strana macchina dai vetri scuri, potrebbe anch’esso essere legato. Non so per quale motivo le sia stata fatta questa cosa ma so che a lungo andare potrebbe causarle dei problemi»

«Hai provato con…»

«Sì, ma è troppo profondo. Se non so cosa cercare non so come fare a rimuovere il blocco. Non è un ricordo che lei ha seppellito più o meno involontariamente. È un ricordo cancellato e che lei sta cercando di recuperare»

«Capito. Farò il possibile»

Passano altri tre giorni durante i quali Daryl studia la situazione ed infine…

«C’è l’ho fatta!» esclama entusiasta.

Sullo schermo vi sono delle scritte: “accesso autorizzato scheda medica Lulù” e “accesso autorizzato archivio”.

Daryl legge le cose ed il suo sorriso si spegne.

«Cavolo! – esclama – Doroty!»

«Eccomi!»

«Ho scoperto cos’è successo a Lulù»

«Dimmi tutto»

«Lulù stava davvero scappando. Penso fossero…»

«dei teppisti»

«Esatto. Beh, per scappare da loro si è introdotta in un’area dove stavano testando un Traslatore Spaziale»

«Non è quella macchina che comprime lo spazio per permettere di spostarsi velocemente da un posto ad un altro?»

«Esatto»

«E cos’è successo? Gli è comparsa troppo vicino?»

«L’ha presa in pieno»

«Oddio! È come se fosse stata investita da un treno a trecento all’ora!»

«Già. È un miracolo che sia viva. Qui non c’è scritto cos’è successo dopo, ma i genitori si sono trasferiti in questa città mentre Lulù era ancora in coma ma fuori pericolo. Probabilmente l’hanno fatto per evitare che possa di nuovo correre simili pericoli»

«E le hanno cancellato la memoria per evitare che potesse ricordare l’incidente»

«Questo spiega anche il condizionamento ipnotico. La strana macchina non è altro che il Traslatore Spaziale e vogliono evitare che lei ricordi»

«Ma perché usarlo…»

«Test»

«Come?»

«Usano la bambina per controllare il funzionamento del Traslatore Spaziale»

«Ma questi sono matti»

«Beh, è anche un modo per far raggiungere in fretta a Lulù le sue destinazioni»

«E rischiano di farmela ammattire. Adesso ci penso io: rimuovo i condizionamenti e ricostruisco il ricordo. E vedrai che Lulù si sentirà molto meglio senza tutto questo peso sulla testa»

«Una raccomandazione, Doroty: avverti Lulù che nessuno deve sapere quello che abbiamo fatto. Non so per quale motivo questi file era secretati ma noi li abbiamo violati»

Doroty annuisce.

Quando torna nella stanza di Lulù, lei la sta aspettando seduta sulle ginocchia sul letto, abbracciando un cuscino.

«Allora?» chiede.

«Allora adesso faccio una magia: tiro fuori dalla tua testa tutti gl’incubi, li prendo a botte e li caccio via per sempre. Ma che rimanga tra noi perché…»

«Sì, lo so»

«E brava la mia padroncina. Forza, iniziamo» sale sul letto.

«Farà male?» chiede Lulù.

«No. Può far paura, ma ci sono io accanto a te, pronta a prendere a pugni tutti i mostri che saltano fuori»

Mette le mani sulle tempie della bambina e si mette a massaggiarle mentre, seduta anche lei sulle ginocchia proprio di fronte alla bimba, la guarda negli occhi. Lentamente una luce negli occhi di Doroty si forma.

«Guardami attentamente negli occhi – dice – Segui la luce: ci stiamo per addentrare nel buio, nelle zone più profonde della mente…»

Un’ora dopo Daryl si affaccia nella stanza e trova Doroty sdraiata sul letto con in braccio Lulù che l’abbraccia e dorme profondamente. Vedendolo, l’orsetta sorride e fa segno di ok. Daryl ricambia il sorriso, si avvicina e copre la bambina.

Da quel momento Lulù smetterà di scordarsi come è arrivata nei vari luoghi e non vorrà più prendere la strana macchina dai vetri scuri.

Interludio

In una stanza senza vetri un uomo dai capelli neri corti, baffi e pizzetto grigi ed occhi castani, sta lavorando. Guarda qualcosa su un monitor di un computer e prende appunti su un pad. Entra un ragazzo dai capelli biondi semi-rasato e gli occhi color nocciola.

«Signore» dice mettendosi sull’attenti.

«Dimmi» risponde l’uomo senza alzare gli occhi dal monitor.

«Qualcuno ha violato il sistema di sicurezza e ha avuto accesso a dati riservati»

L’uomo interrompe il suo lavoro e guarda il ragazzo.

«Qualcosa di importante?» chiede.

«Attualmente no. Solo la scheda medica di Lulù e parte dell’archivio ma niente che possa compromettere…»

«È già troppo – dice l’uomo mantenendo la calma – Siamo in una fase delicata del progetto e voglio che niente possa comprometterlo. Manda una squadra: voglio che indaghino ed eventualmente rimuovano… con discrezione»

Il ragazzo fa il saluto militare e si allontana. L’uomo torna a lavorare.


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