Un’Amicizia Oltre i Confini

Una giornata normale

È mattina; il sole è ancora basso nel cielo ma illumina tutto a giorno. Al castello la principessa dorme ancora. Qualcuno fa luce.

«È ora di svegliarsi, Signorina» dice una voce delicata ma acuta come quella di una bambina.

«Un minuto ancora» mugugna lei rigirandosi nell’enorme letto a due piazze e mezzo.

I suoi lunghi capelli rosso acceso si sparpagliano tra le candide lenzuola e cuscini.

Un minuto dopo qualcuno si muove sul letto sotto le lenzuola fino a raggiungerla.

«Eh! Eh! – ride la principessa – No, ferma! Ah! Ah! Smettila! Auh! Va bene! Va bene! Mi alzo! Mi alzo!»

Scosta le lenzuola e si mette seduta. Sbadiglia e si sistema la canottiera che usa come pigiama e che la copre a malapena. Si tira in piedi stiracchiandosi, ignorando il fatto di mettere in mostra tutte le sue grazie. È una ragazza molto giovane, alta e slanciata, le forme armoniose, il seno ben sviluppato così come i glutei alti e sodi; ha lineamenti morbidi e delicati ma anche una muscolatura sviluppata; ha la pelle candida e liscia ed i suoi capelli, ancora annodati e spettinati, le cadono fin oltre le scapole. Si volta. Sul letto, seduta sulle ginocchia ed ancora parzialmente coperta dal lenzuolo, vi è una creaturina che sembra una bambina con la testa di volpe; arriva a malapena alla pancia della principessa ed il suo corpo umano è coperto da uno splendido manto rosso fuoco; completamente priva di vestiti, la creaturina sorride alla principessa: la sua testa di volpe sorride come farebbe un umano ed i suoi grandi occhi gialli esprimono gioia. La principessa restituisce il sorriso mentre i suoi grandi occhi verdi ricambiano la stessa gioia.

«Mud: sei tremenda» dice la principessa.

«Mi aveva detto un minuto, Signorina – risponde Mud – ed io un minuto ho aspettato»

Alla principessa viene da ridere.

«Ma fatti stropicciare!» dice saltandole addosso.

Si rotolano sul letto mentre la principessa accarezza, gratta e spettina Mud. Poi si mette a farle il solletico da tutte le parti. Inizialmente lei se lo lascia fare, ridendo a crepapelle, ma poi passa al contrattacco. In breve è lei che domina, solleticando la principessa per ogni dove.

«Basta! Basta! Mi arrendo!» ride lei.

Mud si alza in piedi e mette le mani in segno di vittoria.

«Sono invincibile nelle battaglie di solletico!» esclama tutta contenta.

Ripreso fiato, la principessa si alza dal letto e getta via la canottiera.

«Suppongo che il mio bagno sia pronto da un pezzo» dice.

«Sì, Signorina – risponde Mud – Vi ci ho messo anche i Sali Frizzanti che le piacciono tanto»

«Grazie Mud. Vado subito»

«Io intanto le preparo la colazione»

«Sulla terrazza: oggi è una bella giornata»

«Sì, Signorina»

Più tardi la principessa, con un’accappatoio rosa addosso, raggiunge la terrazza. È enorme: saranno almeno 150 metri quadrati, realizzato a semicerchio con piante tutte intorno all’elaborata ringhiera di marmo. La terrazza dà su un giardino del castello ed una parte della ringhiera è apribile, permettendo, attraverso un’apposita scala, di raggiungerlo. Sotto un pergolato, Mud ha allestito la colazione: su un tavolino di ferro battuto vi si trovano pasticcini, cornetti, succhi di frutta, acqua ed un termos. La creaturina invita la principessa tenendo per lo schienale una sedia anch’essa in ferro battuto. La ragazza attraversa l’ampia vetrata che dà nella sua stanza ed in pochi passi raggiunge Mud che la fa accomodare.

«Ecco, Signorina – dice Mud prendendo il termos – densa come piace a lei»

Un liquido denso e nero esce dal termos e riempie la tazza fino all’orlo. L’odore della cioccolata si diffonde e la principessa lo assapora. Si volta verso Mud che, sempre sorridendo, sta attendendo.

«Hai fatto colazione?» chiede la principessa.

«No, Signorina. Etichetta impone che io faccia colazione dopo che lei si è preparata»

«E cosa ti ho detto io, riguardante la mia colazione?»

«Che non le piace farla con me accanto affamata»

«Brava. E cosa ti ho detto di fare in questi casi?»

«Di andare a prendere una sedia e fare colazione con lei»

«E perché non lo stai facendo?»

«Attendo la sua autorizzazione»

«Vai» sospira la principessa.

Mud corre a prendere un’altra sedia in ferro battuto e si siede, di nuovo in attesa.

«Mi spieghi perché dobbiamo fare tutte le mattine questa pantomima?» chiede la principessa.

«Lo sa che è necessario. In quanto Asura non ho alcun diritto e come tale devo seguire l’etichetta ed attendere tutte le autorizzazioni, altrimenti vostro padre mi riempie di tante di quelle bastonate che non ne saprò contare il numero»

«A parte che non segui sempre l’etichetta, la mia autorizzazione dovrebbe essere implicita»

«Sapete come è fatto vostro padre»

«Sì, hai ragione: a volte non capisce proprio niente»

«È un bravo Re»

«Non lo metto in dubbio: infatti ho detto “a volte”. Ma adesso basta: facciamo colazione. Succo di frutta per te, vero?»

«Sì, Signorina»

La principessa riempie un grande bicchiere di succo di frutta e lo passa a Mud. Augurandosi buon appetito si mettono a far colazione. Inizialmente mangiano in silenzio, poi la principessa inizia a parlare di quanto dovrà fare di lì a poco.

«… e poi dovrò seguire quelle pizzose lezioni, mentre sarebbe molto più divertente correre nel giardino, magari fare una cavalcata…»

«Ma Signorina – la interrompe Mud mentre addenta un cornetto grande quanto la sua testa – studiare è importante: si imparano un sacco di cose interessanti che in futuro possono essere molto utili»

«Sarà»

«Vedrò di darle una mano»

«No, Mud, avrai sicuramente da fare»

«Il solito: pulire tutto il castello da cima a fondo, fare la spesa ed almeno un altro paio di miliardi di lavori che mi appiopperanno… Gnam! Ma un momento per lei lo trovo sempre»

«Miliardi di lavori! Ma come fai…?»

«Sono in gamba»

«Quando ti ho preso come mia dama di compagnia pensavo di aver migliorato la tua condizione, non di aggiungere lavori su lavori»

«Ma voi l’avete migliorata tantissimo. Prima venivo bastonata un giorno sì ed uno no ed era tanto se riuscivo a fare un pasto al giorno. Da quando mi ha preso con sé, ho tre pasti garantiti al giorno ed a volte quattro, vengo strapazzata di coccole e mi evito quasi tutte le bastonate. È una pacchia!»

«Quasi tutte le bastonate?»

«Vostra sorella»

«Dovresti starle lontana»

«Ci provo ma lo sa che non è sempre possibile»

Finito di fare colazione le due tornano in camera e Mud aiuta la principessa a prepararsi: le fa fare qualche esercizio ginnico e la massaggia per tonificarle i muscoli; le passa una crema rassodante e nutriente sul corpo per rendere la pelle morbida e delicata; infine la veste con un abito azzurro dalla lunga gonna e le maniche corte, completando il tutto con una leggera collana. La principessa si siede di fronte al comò per rendersi ancora più bella.

«Vuole che l’aiuti a sistemare i capelli?» chiede Mud.

«NO! – quasi strilla la principessa portandosi le mani sulla testa – Mi dispiace, Mud: sei brava in tante cose ma coi capelli non ci sai proprio fare. L’ultima volta hai combinato un disastro»

«Ma no: erano simpatici»

«Simpatici?! Erano la criniera di un leone!»

«Ma no, erano…»

«Cotonati!»

«Non era quella la parola!»

«Sì che era quella!»

Si guardano e poi scoppiano a ridere.

«Ma vieni qua, soldo di cacio!» dice la principessa trascinando a sé Mud.

L’accarezza, la gratta, la spettina e la fa il solletico ovunque. Mud dapprima lascia fare, ridendo a crepapelle, e poi passa al contrattacco. In breve è lei a dominare, solleticando la principessa per ogni dove.

«Basta! Basta! Mi arrendo!» ride lei ad un certo punto.

«Sono invicibile nelle battaglie di solletico!»

Più tardi la principessa raggiunge le stanze di studio. Ad attenderla vi è una donna grossa, dai capelli voluminosi marroni ed un pesante trucco sulla faccia. La principessa non la sopporta: tratta sempre male Mud, si rivolge a lei in malo modo e per di più non sa insegnare.

«Alla buon’ora, Marin – le dice in tono alterato – la prossima volta vogliamo studiare di notte?»

«Mi scusi per il ritardo» risponde lei ingoiando la voglia di mandarla a quel paese.

«Sai cosa me ne faccio delle tue scuse. E togliti quel sorriso ebete! Se non fosse che vostro padre e vostra madre me lo impediscono, riempirei il suo faccino vergognoso di schiaffi! Forse così imparerebbe qualcosa. Invece mi vedo costretta a sgolarmi tutti i giorni per inserire qualche nozione frammentaria nella sua testolina bacata! Ora si sieda! E cerchi di concentrarsi anziché pensare a quello straccio da pavimenti di un’Asura!»

«Non si permetta di insultare…»

«Stia zitta! Impari prima a portarmi rispetto! Seduta!»

Te ne do già troppo di rispetto, strega” pensa Marin sedendosi di fronte alla sua insegnante.

Le ore passano lente e terribili mentre la principessa cerca di imparare nomi, date ed altra roba incomprensibile, venendo puntualmente richiamata praticamente ogni cinque minuti. Quando esce ha un feroce mal di testa ed una voglia di picchiare tutti. Attraversa velocemente il castello, raggiunge il giardino e da lì il cortile di allenamento. Non c’è nessuno. Lei afferra una spada ed impugnandola a mo’ di bastone inizia a picchiare l’aria. In verità cerca di picchiare i manichini ma li manca sempre. Dopo qualche minuto si sente meglio ma decide di dare ancora un colpo. Prende la mira, un brivido le percorre la schiena, la spada le diviene straordinariamente leggera e lei colpisce con tutta la sua forza. Il manichino si spacca in due!

«Ops!» dice la principessa accortasi di aver fatto un guaio.

Si guarda intorno: non c’è ancora nessuno. Scappa via. Attraversa velocemente il giardino per rientrare al castello, svolta e l’angolo e… sbam! Mud vola via!

«Oh no! Mud! Ti ho fatto male?» chiede preoccupata Marin correndole accanto.

«Stavo meglio prima – si lamenta lei tirandosi in piedi – Ma che è successo, Signorina? Perché correva?»

«Ecco, io…»

«Ha di nuovo distrutto un manichino?»

«Ssst! – fa la principessa portandosi un dito alle labbra e guardandosi intorno – Avevo bisogno di sfogarmi e…»

«Si è sfogata?»

«Sì»

«Allora non si preoccupi: al manichino penserò io. Adesso venga: ci mettiamo un abito più comodo, ci facciamo una bella cavalcata per distendere i nervi e poi vediamo di studiare»

«Credo di aver studiato abbastanza» ribatte la principessa facendosi prendere per mano.

«Facciamo una scommessa? – dice Mud mentre l’accompagna in camera – Se io riesco a farla interessare, le mi fa tutti i compiti che io le darò; in caso contrario, la prossima volta io mi farò solleticare senza reagire»

«D’accordo»

Poco dopo la principessa ha indosso una tunica rossa e verde, dalle maniche corte e la gonna che arriva a metà coscia; sotto ha una calzamaglia celeste ed indossa degli stivali da cavallerizza; ha legato i suoi capelli in una coda da cavallo alta. Lei e Mud sono in groppa a due cavalli e vanno al trotto nell’apposito percorso all’interno del giardino del castello. E mentre cavalcano Mud tiene lezione di geografia e storia, narrandole come fossero delle fiabe. Al termine Mud accompagna la principessa in camera e la fa sedere ad un tavolino.

«Allora – dice – mi dica cosa sa delle montagne che vede oltre la finestra»

Immediatamente a Marin tornano in mente i racconti di Mud e da lì inizia a sciorinare i nomi, gli eventi e quant’altro abbia coinvolto quelle montagne. Improvvisamente si accorge di quello che sta facendo.

«Ma come so queste cose?» chiede.

«Gliele ho insegnate io; non c’è niente di meglio di una storia per imparare alcuni concetti. A tal proposito – va a prendere un libro, foglio e penna – Legga questo»

Il libro è un breve romanzo ma ci sono diversi enigmi che il lettore deve risolvere per andare avanti nella lettura; alcuni sono logici, altri matematici ed altre geometrici. La principessa si interessa alla vicenda ed ogni volta che si trova bloccata, Mud è lì a spiegarle tutte le teorie matematiche e geometriche necessarie a capire il problema ed andare avanti. Quando infine richiude il libro, rimane stupita di vedere sul tavolo i moltissimi libri aperti e la quantità innumerevole di appunti che ha preso.

«Oh uau!» commenta.

«Allora, studiare è interessante?» chiede Mud.

«Con te sì» ammette lei sorridendo.

«Ho vinto la scommessa! – saltella Mud tutta felice – Allora lei mi dovrà fare i compiti: si riguardi quanto abbiamo studiato e mi risolva un altro libro!» glielo mette in mano.

«Mud, sei unica» sorride Marin.

«Ora la devo lasciare: ho del lavoro da sbrigare»

«Spero di non averti fatto perdere tempo»

«Con lei non ne perdo mai!» sorride Mud e corre via.

La principessa si alza e si getta sul letto, guardando il libro che le ha lasciato Mud.

All’ora di pranzo la principessa è sommersa di fogli di appunti; quando arriva Mud con le cibarie, lei, tutta contenta, le consegna il libro terminato. La creaturina allestisce il tavolo in terrazza e, dopo la solita pantomima, si mettono a mangiare. Durante il pasto Mud interroga la principessa, la quale risponde a quasi tutte le domande; poi Mud tiene di nuovo lezione ed infine consegna un altro libro alla principessa. Marin corre a prendere fogli e penne e torna alla carica.

Un’ora dopo qualcuno bussa alla porta della camera.

«Avanti» dice la principessa interrompendo la “lettura” del libro.

Due ragazze della sua età fanno il loro ingresso; indossano degli abiti dalla gonna lunga fino alle caviglie e le maniche corte, uno rosa ed uno azzurro, e hanno al collo due collane. Una di loro ha un fisico minuto, l’altra è più robusta. A parte questo sono quasi identiche: capelli marroni ondulati che cadono armoniosamente sulle spalle, le mani delicate di chi non ha mai lavorato, i volti lisci e perfetti. Entrambe sorridono alla principessa con i loro occhi verdi che esprimono gioia.

«Tara! Mara!» strilla la principessa saltando in piedi.

Corre da loro ricambiando i sorrisi e la gioia.

«Principessa Marin» dicono loro due.

«No, niente inchini – le interrompe lei – siamo amiche e non è un’occasione formale»

«Che cosa stavi facendo?» chiede Tara.

«I compiti che mi ha assegnato Mud»

«Uno dei suoi libri-enigmi?» chiede Mara.

«Li conoscete anche voi?»

«Certo – dice Tara – Non so come faccia ma quell’Asura ha mille risorse»

«Non mi piace che la chiami in quel modo»

«Scusa ma non so come chiamarla»

«Col suo nome: Mud»

«Non me lo ricorderò mai»

«A volte penso che tu lo faccia apposta. E tu cosa dici, Mara?»

«Che Mud fa molto bene al tuo stato d’animo. Ma adesso basta parlare di lei. Vieni: abbiamo un sacco di cose da dirci»

La prendono per mano ed escono. Passeranno diverso tempo a parlare di vestiti, ragazzi, gioielli, fiori, cavalli (a tutte e tre piace l’equitazione) e la palla a canestro (sono tutte e tre appassionate dello sport, anche se solo Marin ogni tanto ci gioca). Successivamente si mettono presso un gazebo in giardino con Mud che offre loro del té (verde per la principessa, nero per Tara, ai frutti di bosco per Mara) e consegna loro diversi vassoi di pasticcini. Le tre amiche sorseggiano il loro té, continuando a parlare dei più disparati argomenti, fino a quando Tara non convince Marin a venire con lei a farsi una cavalcata.

«Mud» dice Mara appena le due si sono allontanate.

«Sì, Signorina Mara?»

«Ne avranno per almeno un’ora – dice lei togliendosi le scarpe – Vieni qui»

Pochi secondi dopo Mud è sotto il tavolino con Mara che le passa i piedi sopra, accarezzandola, massaggiandola e sprimacciandola. Le mette anche un piede sul naso.

«Sei sempre morbidissima» dice Mara rilassandosi completamente.

Continuerà ad accarezzarla, massaggiarla, sprimacciarla e metterle i piedi sul naso fin quando Tara e Marin non tornano.

«Dov’è Mud?» chiede la principessa.

«Qui sotto» risponde Mara indicandosi i piedi.

«Oh, Mara, per favore!»

«Che c’è? La sto accarezzando»

«Coi piedi!»

«E allora? Mica le faccio male»

La principessa la guarda.

«E va bene – sospira Mara – sentiamo la diretta interessata – si rimette le scarpe e fa uscire Mud – Allora, sii sincera: ti ho fatto male?»

«No Signorina Mara» risponde Mud lisciandosi il muso.

«Visto? – dice Mara rivolta alla principessa per poi rivolgersi di nuovo a Mud – Vai a prendere una sedia e stai un po’ con noi: ti sei guadagnata un sacco di pasticcini»

Prende un vassoio e lo poggia in un posto. Mud non se lo fa ripetere: prende una sedia e si mette in mezzo a loro.

Il resto della giornata passa senza particolari avvenimenti. A sera, dopo la solita pantomima, la principessa e Mud cenano insieme sulla terrazza. Marin vuole sapere quello che ha fatto Mud e lei inizia a descrivere, senza entrare nei dettagli, tutti i lavori che le sono stati affibbiati.

«Credo di aver perso il conto» dice ad un certo punto la principessa.

«E non siamo neanche a metà» dice Mud.

«Oh mamma. E riesci a farli tutti?»

«Quasi»

«Ok, credo di aver capito l’antifona. Senti, io domani starò fuori tutto il giorno»

«Spero si diverta»

«Lo spero anch’io. E tu, invece?»

«Il solito. Se posso, vado a trovare due mie amiche ed è probabile che passerò diverso tempo con Tara e Mara. Più Mara che Tara, in verità»

«A farle da poggiapiedi»

«Sempre meglio che con sua sorella»

«Poco ma sicuro»

Terminata la cena, la principessa prende per mano Mud, apre la ringhiera e scendono in giardino. Passeggieranno silenziosamente, giocheranno un po’ a palla a canestro ed infine la principessa si siede su una panca, prende Mud in braccio e si mette a coccolarla. Ci prende gusto: l’accarezza, la gratta, la spettina e le fa il solletico da tutte le parti. Inizialmente Mud lascia fare, ridendo a crepapelle, ma poi passa al contrattacco ed in breve è lei a dominare, solleticando la principessa per ogni dove.

«Basta! Basta! Mi arrendo!» ride Marin ad un certo punto.

«Sono invincibile nelle battaglie di solletico!» dice Mud tutta contenta facendo il segno di vittoria.

Dopo qualche altro minuto, la creaturina riaccompagna la principessa in camera, la massaggia per farle rilassare i muscoli, le mette una crema rassodante e snellente e la corica a letto.

«Buonanotte, Signorina» le dice dandole un bacio sulla fronte.

La copre con le lenzuola, chiude le tende e spegne tutte le luci, tenendo per sé una candela. Fa per uscire.

«Dove vai, Mud?» chiede Marin.

«Si ricorda che avevo detto che avevo fatto quasi tutti i lavori? Beh, devo terminarli o verrò punita»

«Quando hai finito non ti azzardare ad andare nella topaia. Oggi non è una di quelle notti e voglio che dormi qui»

Mud si illumina alla proposta.

«Grazie Signorina» dice con fare allegro.

Chiude la porta silenziosamente e torna al lavorare.

È notte fonda e la candela completamente consumata quando ha finito; sbadigliando si aggira per i corridoi del castello, usando più l’olfatto che la vista. Entra silenziosamente in camera della principessa.

«Bentornata Mud» le dice Marin.

«Non dorme, Signorina?»

«Non senza di te. Vieni nel mio letto: ti voglio accanto» e scosta le lenzuola.

Mud è felicissima: il letto della principessa è comodissimo e lei la riempi sempre di carezze e dolci abbracci. Le aspetta una bellissima notte.

«Grazie tantissime, Signorina» dice sdraiandosi a letto.

La principessa la copre con le lenzuola ed inizia ad accarezzarla.

«Ti voglio bene» le sussurra.

«Anch’io» dice Mud.

La principessa la cinge in un dolce abbraccio, assicurandosi che stia comoda per dormire.

«Non lasciarmi mai» le mormora mentre il sogno la coglie.

«Sono sempre con lei» risponde Mud.

Perché si sente sola?” si chiede mentre il sonno la coglie.


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