Un’Amicizia Oltre i Confini

Sybrey ed Akiko

Il giorno appresso, il mercato della città che sorge alle pendici del castello è ghermito di gente. Mud si aggira con fare sicuro, scrutando tra le varie bancarelle e salutando chiunque le rivolge un saluto. Ha con sé un cesto quasi più grande di lei, attualmente vuoto. Ad un certo punto vede una bancarella piena di formaggi, conserve ed altro. Accanto ad essa c’è una ragazzina, più grande di una testa di Mud, con una capigliatura rossa accesa in totale disordine ma che ricade morbida sulle sue spalle e le contornano il grazioso visetto ovale pieno di lentiggini. La ragazzina indossa una tunica verde e bianca a canottiera e con la gonna corta, sotto la quale indossa un paio di pantaloncini che si fermano al ginocchio. È a piedi nudi.

«Sybrey!» chiama Mud correndo da lei.

A sentire il suo nome la ragazzina si volta ed i suoi occhi azzurro cielo si riempiono di gioia quando la vedono mentre un sorriso si fa largo sul suo viso.

«Mud! – esclama allargando le braccia – Fatti abbracciare!»

Le due si stringono in un lungo abbraccio.

«Allora – chiede Mud – coma mai qui al mercato? Aiuti il nonno?»

«Certo! Stiamo vendendo i nostri prodotti. A tal proposito: non è che ti serve qualcosa?»

«Tutto!» dice Mud felicissima mostrando il suo cestone vuoto.

Dopo un po’ il cestone è pieno di ogni prelibatezza e Sybrey fa i conti.

«Con lo sconto a te riservato, fanno 50 pezzi» dice infine.

Mud le passa un sacchetto che lei pesa subito. Soddisfatta se lo mette in una tasca della tunica.

«Che farai, ora?» chiede.

«Torno al castello. Grazie a te, forse, mi eviterò la solita sfuriata»

«Ti strillano ancora?»

«Oh sì ma è meglio adesso rispetto a prima che mi usavano come straccio per pavimenti»

«Come?»

«Pulivano il pavimento usando il mio corpo, letteralmente. Non era bello»

«Ma perché?»

«Sono un’Asura»

«Ah già» dice Sybrey in tono tutt’altro che convinto.

«Senti – dice Mud prendendo il suo cestone – dopo il mercato dove vai?»

«Dal nonno!»

«Ottimo! Va bene se ti raggiungo?»

«E lo domandi pure?»

Le due si sorridono poi Mud inizia a trascinare il cestone.

«Ma ce la fai?» chiede Sybrey.

«Sì, sì, ci sono abituata»

Alcune ore dopo Mud raggiunge la collina che sorge vicino alla città e da lì una casetta di legno che sorge su un prato vicino a dei boschi. Vi sono alcune caprette che stanno pascolando e sull’uscio vi è un uomo grande e grosso: una montagna di muscoli alta più di due metri, con una barba grigia portata corta e dei capelli grigi portati lunghi. L’uomo indossa una maglia a maniche lunghe e sopra un gilet, dei pantaloni lunghi e delle buone scarpe. Sembra avere due cespugli al posto delle sopracciglia ed i suoi occhi neri sorridono alla piccola Mud che potrebbe stargli su una spalla.

«Nonno» dice Mud facendo un inchino.

«Non sono tuo nonno – sospira l’uomo con una voce profonda – Sybrey è sul retro»

«Non fare il burbero» sorride Mud.

L’uomo ricambia il sorriso.

Poco dopo Mud è da Sybrey. Si abbracciano e corrono a giocare: acchiapparella, nascondino, acchiappa il capretto, mosca cieca, palla a volo, salta fiume. Si fanno poi il bagno al torrente e si mettono ad asciugarsi al sole. Infine vanno a far merenda. Il nonno ha preparato un tavolo fuori e pane, burro e zucchero come merenda.

«Allora, come vanno le cose?» chiede Sybrey mentre mangiano.

«Con la Signorina benissimo. Da quando sono diventata sua amica le cose sono migliorate del tremila per cento anche se non sono esentata da tutti i lavori né da tutte le punizioni»

«Deve essere una bella fatica»

«Ci sono abituata»

«E con gli altri?»

«Beh, col Re e la Regina ci passo poco tempo. La Regina è una brava persona. Il Re continua a minacciarmi di riempermi di mazzate ma lui abbaia e non morde, fin quando seguo l’etichetta. Discorso diverso è con la sorella della Signorina: lei si diverte a prendermi a bastonate; preferisco starci lontana»

«Ti capisco»

«Per la Signorina Tara sono una serva come le altre mentre alla Signorina Mara piace un mondo accarezzarmi coi piedi»

«Coi piedi?»

«Sì, sì. Me li mette sopra e mi massaggia. Oh, ce li ha sempre puliti e profumati, è leggera e delicata anche quando schiaccia il pancino; dice che sono morbida e me li mette sul naso»

«Ti mette i piedi sul naso?»

«Anche, sì. Credo che le piaccia che glieli annuso… non so»

«Che tipa»

«Beh, se devo scegliere tra le bastonate della Signorina Milady ed i piedi della Signorina Mara, preferisco i piedi della Signorina Mara»

«Immagino»

«Anche perché poi mi dà i pasticcini»

«Davvero ti dà i pasticcini?»

«Certo. Credo che sia il suo modo di ringraziarmi per averle fatto da poggiapiedi»

«Che tipa. E con gli altri al palazzo?»

«Alti e bassi. Praticamente faccio io tutti i lavori. Ma adesso dimmi di te: come vanno le cose con la tua famiglia?»

«Ah già: tu non lo sai. Adesso abito dal nonno»

«Uh! E quando è successo?»

«Ieri notte. Sai che la mia sorellona si è fidanzata»

«Sì, con un Principe!»

«Come nelle più belle fiabe! – esclama Sybrey battendo le mani – Tuttavia la mamma ha deciso che doveva avere una dote, così ha tolto a me per dare a lei. Prima la stanza, mandandomi a dormire nella stalla, poi via via tutti i miei oggetti ed i vestiti; quando mi ha lasciata nuda, letteralmente e completamente, senza nemmeno le mutandine per capirsi, ho capito che era meglio andare via. È stato un bel salto di qualità, anche se mi manca la sorellona»

«E tua sorella non ha cercato…?»

«Certo! Ha tentato in tutti i modi di convincere mamma che non c’era bisogno; ha anche cercato di ridarmi qualcosa ma non c’è stato verso. Si è dovuta arrendere. Però mi ha aiutato ad arrivare qui senza “dare spettacolo”»

«Lei è sempre fantastica. E tuo fratello, invece?»

«Lui ci ha messo il carico da quaranta» risponde seria.

Mud si rabbuia.

«Non dirmi che ha cercato di nuovo di “farti sua”?» dice.

Sybrey annuisce.

«Ma brutto pedofilo! – esclama Mud arrabbiata – Gli do un morso dove dico io e vediamo se la smette!»

«No, poverino – dice Sybrey ma sorridendo alla proposta – Ci abbiamo già pensato io e sorellona a dargli una lezione»

«Ma mica glielo stacco» dice Mud convinta.

«Mud!» la rimprovera Sybrey.

«Scusa – dice lei abbassando la testa in segno di scuse – Però la tua famiglia è un disastro»

«Beh, mamma e papà non mi hanno mai voluto. È sempre stata la sorellona a badare a me. Solo lei ed il nonno mi vogliono bene. Mio fratello è meglio perderlo che trovarlo – ripensa a quanto ha appena detto – Hai ragione: la mia famiglia è un disastro»

«E lo studio?» chiede Mud per cambiare argomento.

«Abbastanza bene. Il nonno ogni tanto mi dà una mano. Ormai sono considerata troppo grande per la scuola, anche se ogni tanto riesco a prendere qualche libro di lettura e qualche sussidiario. E poi c’è sempre mio fratello che bazzica da quelle parti e sai com’è»

«Pedofilo!» commenta Mud a bassa voce.

«Hai detto qualcosa?»

«Insultavo tuo fratello»

«Fai bene. Senti, non è che hai uno dei tuoi libri-enigmi?»

«Tre. Vado a prenderteli»

Poco dopo Mud saluta Sybrey ed il nonno. La ragazzina stringe al petto i tre libri che le ha dato Mud.

«Se non esistesse, bisognerebbe inventarla» commenta non appena l’amica è sparita dalla vista.

Il nonno sorride.

Più tardi Mud, con due ceste sottobraccio, raggiunge la foresta al limitare della città. In breve abbandona i larghi sentieri dedicate a carrozze e cavalli per inoltrarsi in quelli più piccoli. Si mette a fare incetta di bastoncini di legno, fiori e prodotti del bosco. Ad un certo punto gira le orecchie.

«Akiko – dice – so che sei lì dietro: vieni fuori»

Da dietro un grosso albero spunta una bimbetta, alta quanto Mud. Indossa una maglietta rossa ed una salopette blu entrambi corti; ai piedi indossa degli scarponcini color terra mentre i calzetti corti sono bianchi. La sua pelle è dorata come se avesse da poco preso la tintarella mentre i suoi capelli a caschetto rosso acceso sono in netto contrasto con i suoi occhi a mandorla neri, vispi e sorridenti.

«Come hai fatto a saperlo?»

«Non sei stata abbastanza silenziosa» risponde Mud indicandosi le orecchie.

«Oh, accidenti!» dice Akiko muovendo il pugnetto.

Subito dopo sul suo visino tondo si forma un sorriso gioioso. Giunge le mani. Mud ricambia il sorriso e poggia le ceste.

«Sono tutta tua» dice allargando le braccia.

Akiko le salta addosso ed inizia a coccolarla: l’accarezza, la gratta e qualche volta la spettina, l’abbraccia, la bacia e ricomincia. Quando si sente soddisfatta, inizia a farle il solletico da tutte le parti. Mud inizialmente lascia fare, ridendo a crepapelle, ma poi passa al contrattacco. In breve domina sulla bimba e la solletica in ogni dove.

«Mi arrendo! Mi arrendo!» ride ad un certo punto lei.

«Sono invincibile nelle battaglie di solletico!» dice Mud facendo il segno di vittoria.

Poco dopo entrambe si mettono a camminare, raccogliendo prodotti del bosco. In breve le ceste sono piene ed Akiko accompagna Mud presso la sua casetta in mezzo agli alberi. Il salotto che li accoglie ha un grosso tavolo con diverse sedie intorno. Su una mensola si trovano alcuni libri ed un pallottoliere mentre una cassa piena di legna tagliata è in un angolo. Akiko fa accomodare Mud presso il tavolo e porta due bicchieri di latte. Brindano.

«Tuo padre?» chiede Mud finito di bere.

«In giro a togliere trappole e segnare percorsi. Io gli do una mano: la mia zona è tutta a posto»

«Sei una brava bimba»

«Lo so! – dice lei agitando le gambette felice – Ma tu continua a dirlo!»

«E lo studio come va?»

«Benissimo! Ti faccio vedere»

Corre a prendere i libri sulla mensola; fa vedere come sa leggere e scrivere; poi apre un sussidiario con gli esercizi.

«Sono bravina col pallottoliere» dice e si mette a fare gli esercizi sotto gli occhi di Mud.

Quando ha finito Mud ricontrolla.

«Brava – dice ed Akiko agita di nuovo le gambette – molto brava. Dovresti provare ad andare a scuola»

«Ci andavo. Sono stata sospesa»

«Hai di nuovo fatto a botte?»

«Sono loro che hanno picchiato me! Ce l’hanno con me perché so più cose di loro. Poi arriva la maestra, dice che sono una lupa selvaggia e che dovrei starmene nei boschi, quindi mi picchia pure lei, mi mette in punizione e mi sospende. Io vengo picchiata ed io vengo punita. Non è giusto!»

«Ti hanno di nuovo dato quella disgraziata?»

«Sì»

«Oh, povera Akiko. Aspetta: ho qualcosa per consolarti»

Cerca in una delle due ceste e tira fuori tre libri: uno dei suoi libri-enigmi, un libro di lettura ed un sussidiario.

«Tieni – dice consegnandoglieli – così potrai continuare a studiare»

«Grazie» dice Akiko prendendo i libri ed iniziando a sfogliarli.

«Ma adesso dimmi: qual’era il motivo del contendere?» chiede Mud dopo un momento.

«Loro dicevano che i lupi mangiano le persone, io dico che non è vero. Loro non hanno mai visto un lupo in vita loro; io ci abito in mezzo ai lupi e sono qui per raccontarlo; quindi ho ragione io. A loro non andava bene ed abbiamo litigato»

«Non è che sei stata un po’ troppo scortese?»

«Io non sono scortese! Gli ho solo detto che dovevano venirli a vedere i lupi, invece di parlare a vanvera»

«Forse non dovresti essere così diretta»

«E mentire? No. Se si offendono sono fatti loro. Io non dico bugie. Dico sempre quello che penso. E se mi sbaglio, chiedo scusa»

«Ecco – dice Mud sorridendo – questo fa di te una brava bambina»

«Lo so! – dice lei agitando le gambe felice – ma tu continua a dirlo!»

«E visto che sei una brava bimba – Mud si infila nell’altra cesta e tira fuori una scatola – tieni»

Akiko apre la scatola e lancia uno strillo di gioia.

«Le costruzioni! E quante! Dimmi cosa ho fatto per meritarmele che lo rifaccio!»

«Mi dai sempre una mano, mi sembrava il minimo»

La bambina prende le costruzioni.

«Giochiamo?» chiede tutta contenta.

Un’ora dopo entra nella casa un uomo con una divisa nera e marrone. Ha alla cintura una spada ed un coltello; sulle spalle un arco ed una faretra. Getta a terra una sacca ed appende ad un chiodo le armi.

«Sono a casa» chiama passandosi una mano sui capelli castani.

«Papà!» strilla Akiko correndo dall’altra stanza e saltandogli in braccio.

«Tutto a posto?» chiede il padre dopo averla presa al volo.

«Alla perfezione. La mia zona è tutta pulita. Mi è venuta a trovare Mud ed abbiamo giocato con le costruzioni. Mi ha anche portato i libri per studiare ed uno dei suoi libri-enigmi»

In quel momento anche Mud arriva.

«Ranger» dice facendo un inchino.

«Ciao Mud – risponde lui – È sempre un piacere vederti. Grazie per essere stata con Akiko»

«Per così poco. Akiko ha bisogno ogni tanto di compagnia. A tal proposito, secondo me farebbe meglio domani a portarla al mercato»

«C’è qualcuno che vuoi che incontri?»

«Io non dico niente, ma… farà bene ad entrambi, sì»

Un quarto d’ora dopo Mud saluta Akiko ed il padre e, ceste sotto braccio, torna al castello.

A sera torna la carrozza reale. All’entrata del castello Mud, insieme ad altri inservienti, è in attesa. I primi a scendere sono il Re e la Regina; lui vestito con l’uniforme militare nera e rossa, lei con un lussuoso abito, dalla gonna lunga e le maniche larghe, azzurro ornato di perle; entrambi portano la corona ufficiale sulle loro chiome bionde; lui porta i capelli corti così come la barba, anch’essa bionda; lei li ha lunghi, raccolti in una elaborata acconciatura. Mud pensa che la Regina sia sempre splendida: sembra avere poco più di vent’anni, nonostante ciò non sia possibile, poco più alta del Re e sempre luminosa come una stella. Ma soprattutto sa che i suoi sorrisi sono sinceri. Tutti si inchinano al passaggio dei regnanti, che rispondono con un cenno formale. Mentre il Re tira dritto, la Regina osserva tutti gli inservienti e quando vede Mud, sorride; Mud ricambia. Poi è la volta della principessa Milady, la primogenita, vestita anch’essa con un lussoso abito bianco ed azzurro dalla gonna lunga e le maniche corte; indossa la sua piccola coroncina da principessa sui suoi boccoli d’oro che cadono armoniosi sulle spalle; sorride sprezzante con due occhi di ghiaccio che emanano gelo a vederli. Tutti si inchinano al suo passaggio tranne Mud che si nasconde dietro una colonna del porticato. Milady passa senza degnare di uno sguardo nessuno e senza salutare. Fa un cenno passata la porta e le inservienti percuotono Mud. Ma un colpo di tosse le blocca sul posto. La principessa Marin è scesa dalla carrozza; indossa un abito lussuoso azzurro e bianco, dalla gonna lunga e le maniche corte; indossa anche lei la coroncina sul capo.

«Potete andare» dice.

Le inservienti si inchinano e se ne vanno. Mud si avvicina.

«Signorina» dice sorridendo ed inchinandosi.

Lei abbraccia Mud. Poi la prende per mano e si dirigono nella sua stanza. Lì un bagno attende la principessa; Mud l’aiuta a cambiarsi ed ad immergrsi in quelle nuvole di schiuma.

«Rimani con me, Mud» dice la principessa.

«Sì, Signorina»

Un attimo dopo è immersa anche lei. Si faranno il bagno insieme. Poi Mud massaggerà la principessa e le metterà una crema rassodante e rinfrescante mentre Marin mette una lozione sul pelo di Mud per renderlo soffice e luminoso. La pettinerà, l’accarezzerà, la gratterà, la spettinerà e le farà il solletico da tutte le parti. Inizialmente Mud lascia fare, ridendo a crepapelle, ma poi passerà al contrattacco. In breve domina sulla principessa e la solletica per ogni dove.

«Basta! Basta! Mi arrendo!» ride lei.

«Sono invincibile nelle battaglie di solletico!» dice Mud facendo il segno di vittoria.

Infine la principessa si veste con una leggera tunica, prende per mano Mud e vanno a passeggiare nel giardino.

«Allora – dice dopo un minuto la principessa – cosa hai fatto oggi, oltre ai tuoi lavori, intendo»

«Sono andata a trovare le mie due amiche Sybrey ed Akiko, abbiamo giocato insieme, le ho aiutate a studiare ed una mi ha aiutato con la spesa e l’altra nella raccolta dei frutti di bosco»

«Sbaglio od una delle due abita col Guardiacaccia»

«Akiko abita col Ranger, sì. È una brava bambina; anche se alcuni dicono che è una lupa selvaggia, non è vero. L’unico difetto che ha è che dice sempre quello che pensa ed a volte la gente si offende. Però se sbaglia chiede scusa e ciò la rende una brava bambina due volte. Sybrey invece abita col nonno su nelle colline. È una brava signorinella, sempre allegra e gentile. La sua famiglia però è un disastro: solo sua sorella e suo nonno le vogliono bene»

«Poverina. Mi piacerebbe incontrarle. Tutte e due, intendo»

«Magari un giorno»

«E poi?»

«E poi sono stata con la Signorina Mara»

«A farle da poggiapiedi tutto il tempo»

«Eh sì. Però mi ha regalato i pasticcini»

La principessa sorride divertita, scuotendo la testa.

«E lei, invece? – chiede Mud – Si è divertita?»

«Inizialmente sì. Siamo passati per boschi e prati, visitato vallate e città. Un po’ pizzoso dover incontrare tutti questi conti, duchi, marchesi e vattelapesca, ma tutto sommato poteva anche andare bene. Ma poi è arrivata mia sorella ed è stato l’inizio della fine»

«La gita sarà diventata un incubo»

«Eh sì. Avevo una voglia di picchiarla: ogni scusa era buona per umiliarmi e mio padre le andava dietro»

«E vostra madre?»

«Ogni tanto cercava di correggere il tiro ma mio padre le dava retta solo se la situazione rischiava di portare in cattiva luce lui o lei. Solo in tal caso zittiva mia sorella»

«Un disastro, insomma»

«Già. Per fortuna è finita»

«Vuole fare due tiri a palla a canestro? Magari si rilassa un po’»

«Buona idea»

Due ore dopo Mud mette a letto la principessa.

«Sogni d’oro» dice dandole un bacio sulla fronte.

«Mud, mi dispiace, ma temo che stavolta sarà una di quelle notti»

«Non si preoccupi: starò bene anche in topaia»

«Buona notte, Mud»

«Buona notte» conclude lei portandosi via la candela.

A notte fonda Mud ha finito i suoi lavori. Senza più la candela, ormai consumata, cammina per i corridoi, basandosi più sull’olfatto che sulla vista. Sbadiglia. Quando giunge alla camera della principessa vi appoggia l’orecchio. Tutto tranquillo. Raggiunge l’ultimo piano ed apre una porticina che dà nel sottotetto. Una specie di sgabuzzino l’attende dove si sente il camminare dei topi. Mud si accucia in un angoletto e si mette a dormire.

Intanto nella sua camera la principessa ha iniziato ad agitarsi. Improvvisamente si alza strappando in due il cuscino! In preda ad una specie di furia, assale le lenzuola e le fa a brandelli! Salta giù dal letto ed assale la mobilia, sedie, tavoli, tende, tutto viene colpito dalla furiosa principessa e ridotto a pezzi! Quando ha finito è ansimante e sudata. Come se sentisse freddo prende la legna che erano i mobili e li mette nel camino. Si toglie la canottiera e getta anch’essa là dentro. Dà fuoco a tutto e si mette davanti al camino ad osservare le fiamme e, lentamente, sembra assopirsi. Dopo cinque minuti si sveglia di soprassalto e si guarda intorno.

L’ho fatto di nuovo” pensa.

Esce dalla sua stanza, nuda come mamma l’ha fatta, e raggiunge la topaia. Lì vi trova Mud che sta dormendo. Il suo naso si muove e lei si sveglia.

«Signorina – dice assonnata – Ha bisogno di qualcosa?»

La principessa la prende in braccio e, senza dire una parola, la porta via. Torna nella sua stanza, si siede sul letto e la stringe a sé.

«Va tutto bene, Signorina – le dice Mud accarezzandola – va tutto bene»

Quando la principessa la lascia, lei va a spegnere il fuoco e va ad aprire la finestra per far entrare aria fresca. Raccoglie tutto ciò che ha distrutto la principessa e lo porta via. Torna poi con nuove tende e le appende alla finestra.

«Alla mobilia penseremo domani – dice – Ora riprendiamo il sonno interrotto»

Prende nuove lenzuola e cuscini e rifà il letto. Massaggia la principessa per rilassarle i muscoli.

«Le do un altro pigiama» dice infine.

«No, Mud, io…»

«Capisco» dice Mud interrompendola e l’aiuta a mettersi a letto. Le si sdraia sopra cingendola.

«Mi stringa, Signorina: sarò la sua scacciaincubi»

«Ma Mud tu…»

«Dormirò benissimo tra le sue braccia»

La principessa la stringe a sé ed un attimo dopo si rigira. Mud sorride e poco dopo sono entrambe nel mondo dei sogni.


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