Un’Amicizia Oltre i Confini

L’incontro tra Akiko e Sybrey

Il giorno appresso il Ranger cammina nel mercato cittadino per comprare alcune cose. Akiko osserva tutto curiosa, tenendosi stretta ai suoi pantaloni. Fin quando non passano davanti alla bancarella di Sybrey. Lascia andare il padre e corre da lei.

«Ciao! Io sono Akiko!» dice presentando la mano.

«Ciao! – risponde Sybrey stringendogliela – Io sono Sybrey. Sei venuta a comprare qualcosa?»

«Papà è venuta a comprare. Io sono venuta a conoscerti. Sei amica di Mud, vero?»

«Sì. Come fai a saperlo?»

«Capelli rossi!» dice indicandosi i suoi.

«Sì, sono rari. Questo ti ha detto per riconoscermi?»

«E piedi nudi» glieli indica.

«Ok, sicuramente parlava di me – ride – Tu quindi devi essere la lupetta guardiana del bosco»

«Questo ti ha detto?»

«Ha aggiunto che sei molto brava»

«Sì, lo sono! – esclama Akiko tutta contenta – Ma tu continua a dirlo!»

Parlano ancora per qualche minuto, fino a quando il Ranger non attira l’attenzione della ragazzina. Comprate le cose, i tre si salutano.

«Perché non vieni a trovarmi dal nonno? – chiede Sybrey – Siamo sulla collina. Non puoi sbagliarti»

«Posso?» chiede Akiko al padre.

«Certo, ma devi tornare prima che faccia buio»

«Va bene! Ci vediamo dopo, allora»

Alcune ore dopo Akiko corre per la collina, seguendo il filo di fumo che vede sorgere. In breve giunge alla casetta dove sembra che Sybrey la stia aspettando.

«Sybrey!» chiama.

Un attimo dopo l’abbraccia stretta.

«Quanta foga!» dice lei ricambiando con eguale entusiasmo.

«Giochiamo?» chiede Akiko.

Giocheranno ad acchiapparella, nascondino, mosca cieca, palla a volo, acchiappa il capretto. Akiko insegna a Sybrey ad arrampicarsi sugli alberi e giocano all’eco. Poi faranno il bagno nel ruscello e si asciugheranno al sole. Infine giocheranno con le costruzioni che si era portata appresso Akiko. Più tardi faranno merenda con pane, burro e zucchero.

«Non mi avevi detto che avevi per nonno un gigante» dice Akiko addentando la sua fetta.

«Sì – risponde Sybrey – un gigante buono»

Per il resto parleranno di loro e soprattuto di Mud.

Il giorno appresso Mud sta andando a far legna, portandosi appresso un cesto più grande di lei con all’interno un’ascia. Anche se sarà faticoso, lei è tutta contenta perché così ha l’occasione di rivedere Akiko. È al limitare della foresta quando si sente chiamare. È Sybrey che corre verso di lei.

«Ciao Sybrey!» dice Mud e le due si abbracciano.

«Cosa ci fai da queste parti?» chiede Mud quando si separano.

«Vado a trovare Akiko. Ieri è venuta lei da me; oggi io vado da lei. E tu?»

«A fare legna ed anch’io a trovare Akiko. Andiamo insieme»

E si incamminano. Poco dopo hanno lasciato i larghi sentieri per inoltrarsi in quelli più piccoli.

«Come trovi Akiko?» chiede Mud dopo un attimo.

«Simpaticissima! Perché la chiamano lupa selvaggia?»

«Perché abita qui con suo padre ed è molto vivace. Adora i boschi e gli animali e sa fare a botte, se serve»

«Non mi sembra violenta»

«Non lo è affatto! Akiko è un pezzo di pane. Però… beh, diciamo che se incontrerebbe tuo fratello lo abbesserebbe di due centimetri, il che non sarebbe male»

«Mud!»

«Scusa»

«In realtà hai ragione – sorride Sybrey – ma non mi piace che lo dici»

«Capito» dice Mud ricambiando il sorriso.

«E tu? Con la Signorina come vanno le cose?»

«Benissimo! Sono un paio di giorni che la faccio da Scacciaincubi»

«Scacciaincubi, proprio Scacciaincubi?»

«Sì. Mi metto sul suo petto e…»

«Lo so come funziona uno Scacciaincubi: lo metti sul petto, lo cingi in un tenero abbraccio, ti rigiri mettendoti sopra di lui e lo stringi a te; ti addormenti sicuro che gli incubi non funesteranno il tuo sogno»

«Esattamente»

«Ma quando lei si rigira su di te, non ti schiaccia?»

«Nient’affatto! L’hai detto tu stessa: è un tenero abbraccio. Si dorme benissimo tra le braccia della Signorina. Lei è sempre attenta e premurosa con me… – le sue orecchie si girano – Akiko, so che sei lì sopra. Scendi» conclude Mud voltandosi verso un albero.

Difatti la bambina sta in piedi su un ramo.

«Come hai fatto a saperlo? – si lamenta – Non ho fatto rumore!»

«Infatti – risponde Mud – è stato il silenzio a tradirti: nessun uccellino sul tuo albero»

«Oh, accidenti!» dice lei muovendo il pugnetto.

Saltà giù dall’albero, saluta Sybrey abbracciandola e poi sorride a Mud giungendo le mani. Mud lascia il suo cesto ed allarga le braccia.

«Sono tutta tua» le dice sorridente.

Akika le salta addosso ed inizia a coccolarla: carezze, grattini, abbracci…

«Dammi una mano – dice Akiko a Sybrey tutta contenta – bisogna coccolarla tantissimo!»

«Sicura che non le diamo fastidio?» chiede Sybrey.

«Per niente!» risponde Mud con una faccia felicissima.

«Allora» risponde Sybrey saltando anche lei addosso a Mud.

La riempiono di abbracci, carezze e grattini per molto tempo. Poi iniziano a solleticarla da tutte le parti. Lei inizialmente lascia fare, ridendo a crepapelle, ma poi cerca di passare al contrattacco. Tuttavia Akiko e Sybrey la bloccano e continuano a farle il solletico. Dopo due o tre tentativi falliti, però, Mud riesce a liberarsi ed in breve domina sulle due, facendole il solletico per ogni dove.

«Mi arrendo! Mi arrendo!» dice Akiko ad un certo punto.

«Anch’io! Basta!» ride Sybrey.

«Sono invincibile nelle battaglie di solletico!» dice Mud facendo il segno di vittoria.

Poco dopo, saputo quanto doveva fare Mud, Akiko prende per mano le sue due amiche e le accompagna fino a casa sua. Lì prende la cesta di Mud e la riempie con la legna già tagliata che possedeva, fino a farla traboccare.

«Fatto!» dice soddisfatta.

«Ma Akiko – dice Mud – quella legna serviva a te ed a tuo padre»

«Posso aiutare papà a rifare legna quando voi non ci siete. Ma ora possiamo mostrare a Sybrey la foresta e giocare!»

«In effetti hai ragione – ammette Mud – Sei una brava bimba»

«Lo so! Ma tu continua a dirlo!» conclude Akiko felicissima.

Un attimo dopo Akiko accompagna Sybrey a visitare tutta la foresta: alberi, sentieri, fiori; le fa vedere, seppure a distanza, uccelli, scoiattoli, lupi, orsi, cervi e le spiega tutto ciò che è necessario sapere per muoversi senza perdersi e senza correre pericoli, aiutata in questo, da tutti i segni che lascia suo padre ad indicare le varie zone, posti di pericolo, acque potabili e via discorrendo. Sybrey è interessata ed entusiasta ed Akiko e tutta orgogliosa di poter fare da insegnante. Mud segue da vicino senza mai intervenire, visto che Akiko sa bene quello che fa. E poi naturalmente giocheranno: acchiapparella, nascondino, mosca cieca, saltafiume, si arrampinano sugli alberi e provano l’eco. Infine Akiko porta tutti al laghetto: uno specchio d’acqua dove faranno il bagno, si schizzeranno e si tufferanno dal grande albero lì vicino. Si asciugheranno al sole prima di tornare a casa. Lì giocheranno con le costruzioni e poi Mud riuscirà a farle studiare con uno dei suoi libri-enigmi. Quando il padre di Akiko torna a casa, lei fa le dovute presentazioni.

«Veramente ci siamo già incontrati al mercato» le rammenta il padre.

«Sì ma ora è mia amica» risponde Akiko.

«Va bene. Benvenuta Sybrey, amica di Akiko»

«Grazie» dice Sybrey trattenendosi dal ridere.

Rimarranno insieme ancora un po’ di tempo poi sia Akiko che Sybrey aiuteranno Mud a portare il cestone fino al limitare della foresta. Lì Akiko li deve salutare. Sybrey aiuterà Mud a portare il cesto fino alla città.

«Ce la fai da sola?» chiede Sybrey.

«Devo o verrò punita. Ma non preoccuparti: ci sono abituata»

Salutando la sua amica, Mud trascina il pesantissimo cestone.

Il giorno dopo, durante la colazione, la principessa parla a Mud di un progetto:

«Come sai, in qualità di principessa di secondo grado…»

«Secondo genita» la interrompe Mud.

«Mio padre dice secondo grado; dicevo, non posso lasciare il castello se non in carrozza e sotto scorta. Così io ho sempre visto la città, diciamo, da lontano. Ora, a me è venuta un’idea un po’ pazzerella: se io un giorno facessi un’uscita di nascosto? In totale incognito, come fossi una ragazza normale? Potrei vedere la città da vicino, conoscere gente, magari Sybrey ed Akiko di cui mi parli. Che dici?»

«Uhm… – dice Mud rimanendo poi in silenzio quasi un minuto – È un’ottima idea!» conclude sorridente.

«Davvero?» dice la principessa che si aspettava un rifiuto.

«Sotto due condizioni, però»

«Quali?» dice Marin prendendola per mano, mal contenendo la sua emozione.

«La prima è che deve mantenere le aspettative basse: la città ha cose belle e brutte e se lei si aspetta solo cose belle, ne rimarrà delusa»

«Capito. La seconda?»

«Le ci vuole una guida che l’accompagni. Potrei essere io, se non avessi da fare due miliardi di lavori al giorno»

«A questo ci penso io. Avrai un giorno libero da ogni impegno, così potrai essere la mia guida in questo mondo a me nuovo»

«Un’ultima cosa: avrà bisogno di vestiti meno eleganti ed appariscenti»

«Non credo di avere abiti “comuni”» dice la principessa arricciando le labbra.

«Ci posso pensare io. C’è una mia amica che fa la sarta. Può fabbricarle l’abito adatto in due o tre giorni»

«Ottimo! Due o tre giorni servono a me per organizzarmi. Se tutto va bene, tra quattro o cinque giorni potremmo fare la nostra gita»

«Bene. Venga che prendiamo le misure cosicché, quando vado al mercato, possa ordinarle l’abito»

«Subito!»


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