Un Racconto

capitolo 13: tutto è bene quel che finisce bene

Il Gatto ed il Corvo si ripresero in una camera buia illuminata solo dal fuoco che li riscaldava.

«Siamo vivi?» chiese il Gatto

«Certo – gli rispose il Corvo – quello che mi chiedo è chi ci abbia salvati»

«Proprio non lo indovini?» disse una voce; Micio e Corvo si voltarono e videro nell’oscurità un occhio ed una ciccatrice rossi; sorrisero, poi Micio chiese:

«Tu sei il gatto nero od il corvo nero?»

«L’uno e l’altro – rispose l’essenza – mi dispiace di non essere potuto intervenire prima ma dovevo liberarmi dall’incantesimo del Mago e della Strega; comunque sono contento che state bene»

«Mica tanto» disse il Corvo mentre Micio aveva iniziato ad affogarsi di tosse.

«Sapete, io vi invidio un po’ – disse l’essenza – voi possedete un corpo, mentre io fui creato dal Mago e dalla Strega per scopi malvagi e non mi dotarono mai di un corpo. Io vivo nell’oscurità e la luce mi uccide tra mille sofferenze; tuttavia sono in grado di resistere alcune ore portandomi appresso dell’oscurità e formandomi temporaneamente un corpo di gatto od uno di corvo. Io sono una creatura del male ed anche quando sfuggii al controllo del Mago e della Strega, continuai a far del male; solo grazie a voi capii cos’è il bene. Ma nonostante tutto rimango senza un corpo e non posso provare sentimenti e neanche piangere»

Come per beffa l’occhio dell’essenza si riempì di lacrime che caddero e ci fu un lampo di luce; l’essenza si spostò rapidamente in un altro punto buio mentre lì compariva un fanciullo biondo con gli occhi azzurri, indossava una corta tunica azzurra con alcune strisce dorate e stava loro sorridendo.

«Ma tu sei..» stavano dicendo in coro il Gatto ed il Corvo.

«Io sono stato mandato per premiarvi – li interruppe il fanciullo – avete fatto un ottimo lavoro e lassù ne sono contenti, anche con te – ed indicò l’essenza – Premierò per primo te creatura del male che stai per diventare del bene:

Sempre nero fulvo resterai
Ma una forma ora avrai
Gatto e Corvo potrai scegliere
Ogni volta che vorrai
Ma la luce non temere
Più paura non avrai
Ora un corpo tu possiedi
E puoi usare come vorrai»

Appena ebbe finito di pronunciare queste parole, la ciccatrice rossa si ridusse fino a sparire, si aprì un secondo occhio, poi divennero entrambi bianchi e vi comparì la pupilla; infine tutta la stanza si illuminò a giorno, mentre le finestre si distruggevano. Quando fu tutto illuminato, vi era davanti ai loro occhi, un gatto nero, lui si guardò il proprio corpo, ora si poteva riconoscere i denti e la lingua: era un corpo vero e proprio. Poi la creatura si concentrò un attimo e divenne un corvo nero, anche quello era un corpo reale. Frattanto il fanciullo si era avvicinato ai due animali e mentre li stava accarezzando disse:

«Ed ora veniamo ai nostri due piccoli eroi
Nati sotto il nostro segno
Un bel manto io vi dono
E sparisca ogni tormento
Il vostro corpo forte e fiero
Ora diventi una beltà
Affinché il mondo intero
Possa conoscere la vostra lealtà»

Il Corvo ed il Gatto mutarono: Corvo divenne più muscoloso, gli ricomparirono le penne e l’ala gli si raddrizzò, anche Micio divenne più muscoloso e gli aumentò il pelo, i colori si ridistribuirono rendendolo un bel gatto ed anche la sua voce era normale. Ad entrambi erano spariti tutti i dolori e le malattie.

«Non sappiamo come ringraziarti» dissero in coro

«Infatti non dovete – fu la risposta – ora vi devo lasciare. Riferirò di voi lassù affinché vi tengano in debita considerazione»

«Ci rivedremo?»

«Forse. Io sono ovunque vi sia bisogno delle forze del Bene» e detto questo sparì.

Frattanto la creatura, sotto forma di gatto nero, si avvicinò ai due animali.

«Anch’io vi lascio, devo andare a risolvere dei torti che commisi nella mia precedente vita. Vi ringrazio per avermi fatto rinascere»

«Ci rivedremo?»

«Certo! Il mio non è un addio, ma un arrivederci» e detto questo si trasformò in corvo nero e volò via.

A questo punto anche il Gatto ed il Corvo s’incamminarono.

«Anche tu te ne vuoi andare?» chiese Micio

«E perché dovrei? Non avevamo promesso di rimanere sempre insieme?»

Micio sorrise.

Mentre camminavano per le strade rintoccò la mezzanotte: il nuovo anno stava cominciando; Gatto e Corvo salirono sopra una casa per salutarlo; ci salirono senza alcun problema, date le nuove forze; lì si abbracciarono e stettero ad ascoltare senza dire una parola fin quando i rintocchi non si spensero.

«Buon anno, Corvo» disse Micio

«Buon anno, Micio» rispose Corvo.

Poi si guardarono intorno come per vedere il mondo con occhi nuovi.

«Ehi, hai visto lì?» disse improvvisamente Micio.

«Sì»

«Cosa pensi che significhi?»

«Quello che ci ha detto il fanciullo, siamo tenuti in debita considerazione lassù»

I due animali furono i primi ad accorgersene: la statua raffigurante le forze del Bene era cambiata: oltre al fanciullo sorridente erano comparse, sulle sue spalle, altre due statue, anch’esse colorate, raffiguranti il Gatto ed il Corvo.

Fine

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