Un Racconto

Capitolo 4: fuga

«Ma tu guarda dove mi doveva rinchiudere quella megera dopo quello che mi ha fatto » si stava lamentando il Corvo; era stato rinchiuso in una piccola stanza piena di casse, vi era un’unica finestra in alto da dove più che la luce entrava la tormenta di neve.

«Accidenti a lei ma gli venisse… – stava continuando a lamentarsi – toh, guarda, c’è anche Gatto. Ciao Micio» Anche Micio era stato rinchiuso nella stessa stanza e si era accucciato in un angolo; il Corvo gli si avvicinò ed iniziò a parlare:

«Sai cosa mi ha fatto quella Strega? Dopo che ci siamo separati, mi ha legato ad un trespolo, poi si è messa a lavorare tra le sue pozioni cantando:

Se vuoi fare la pozione
Metti tutto nel calderone
Dosa ogni ingrediente con attenzione
Per evitare un’esplosione

Poi ha continuato a cantare mentre ficcava roba dentro quel pentolone. Ad un certo punto mi si è avvicinata cantando:

Strappa poi le penne ad un corvo
Con lo sguardo che sia torvo
Metti tutto nella mistura
E mischia finché non diviene dura
Stringi bene l’animale
Fino a farlo stare male
Il suo grido disperato
Ben miscela al preparato

Mi ha fatto un male boia quando mi ha strappato le mie povere penne e credevo di morire quando iniziò a stritolarmi; invece no, gli servivo ancora ed è per questo che mi ha rinchiuso qui dentro, accidenti a lei»

«E ti ricordi come finiva la canzone?» chiese il Gatto con una voce più da morto che da vivo; ma il Corvo non ci fece caso: «Certo che me lo ricordo:

Lascia ora riposare
Per il tempo che conviene
Il preparato non toccare
Perché la pozione venga bene

Ma perché ti interessa? Mamma mia che faccia da funerale, che ti è successo?»

«Indovina»

«Mi dispiace molto Micio, però ti avevo avvertito. Adesso fatti coraggio, ti avrà fatto, più o meno, quello che ha fatto a me, cerca di riprenderti»

A Micio vennero le lacrime agli occhi e poi disse:

«Ciao Micio ben svegliato
Dobbiamo fare le cose con cura
Si dia inizio alla tortura
Stilla il sangua goccia a goccia
Metti il tutto nella boccia
I peli poi distacca
Metti il tutto nella sacca
Saliva e lacrime di gatto
Mischia tutto nel compatto
Quando poi si sente male
Il suo respiro catturare
E se vuoi far la cosa giusta
Picchia il gatto con la frusta
Il suo grido disperato
Mischia bene al preparato
E se il gatto era ingannato
Grande cosa è il risultato
Ora lascia riposare
Per il tempo che conviene
Il preparato non toccare
Perché la pozione venga bene»

Il Corvo a quel punto si mise le ali in testa: «Mamma mia, ma sei sempre più sfortunato di me. Giuro che non mi lamenterò mai più dei miei mali in tua presenza. Però adesso cerca di reagire, non buttarti giù»

«Sai mi è passata la voglia di vivere»

«Uhe, non dirlo neanche per scherzo – disse il Corvo, facendo un salto indietro – Non puoi lasciarti abbattere fino a questo punto. Coraggio pensa alla parte bella»

«E quale sarebbe?» gli chiese il Gatto piangendo

«E che ne so io. Eri tu quello che vedeva tutto positivo. Dai su cerca di riprenderti»

«Il Corvo ha ragione» proruppe improvvisamente una voce

Come un’ombra spaventosa
Dalla terra lui arrivò
E il suo occhio rosso fuoco
Sul suo pargolo posò
Poi, con d’oltretomba voce
A parlare incominciò:

«Perché ti vuoi arrendere? Perché non reagisci?»

Il Corvo all’apparizione del gatto nero aveva preso un fugone e si era nascosto in un angolo a seguire la scena.

«Allora – proseguì il gatto nero – cerca di riprenderti, le cose non ti vanno poi così male»

«Non vanno poi così male?! – urlò il Gatto mentre piangeva disperato – Hai visto in che condizioni sono ridotto? Tutto quello in cui credevo è crollato come un castello di carte e tu dici che le cose non vanno poi così male?»

A quelle parole il gatto nero si avvicinò a Micio ed iniziò ad asciugargli le lacrime; benché Gatto sentisse la sue lacrime venire asciugate non sentì la lingua del gatto nero e ne rimase meravigliato. Poi il gatto nero ricominciò a parlare:

«Quello che ti fa star male
È stato tutto il torturare
Metti via il triste pensiero
E poi pensa a cuor leggero
Guardati attorno che ti conviene
Hai un amico che ti sostiene»

Micio si guardò intorno e vide il Corvo. «Vuoi dire…» disse ed il gatto nero annuì con la testa. Gatto si asciugò le lacrime. «Grazie» gli disse.

«Adesso statemi a sentire – proseguì il gatto nero – il Mago e la Strega stanno preparando qualcosa di grosso e bisogna fermarli. Dovete fare qualcosa»

«E tu?» chiese il Gatto

«Io non posso fare nulla» disse il gatto nero, poi si voltò e sparì nell’oscurità. Il Corvo si riavvicinò al Gatto.

«E… Era quello il gatto nero di cui mi parlavi?» gli chiese; Micio annuì con la testa e poi disse: «Tu sei mio amico, vero? Promettimi che rimarrai sempre con me»

«Uh? D’accordo te lo prometto» gli rispose il Corvo

«Bene, allora diamoci da fare. Hai qualche idea?»

«Beh, la prima cosa da fare sarebbe uscire, ma non vedo uscite»

«Ci sarebbe la finestra»

«Tu la sai aprire?»

«Ci posso provare»

Così i due animali iniziarono la scalata lungo le casse ed il Gatto più di una volta dovette fermarsi a riprendere fiato; giunti alla finestra Micio si mise in posa e con la voce più grossa che sapesse fare disse:

«Alla voce che comanda
La finestra si spalanca»

La finestra si aprì di scatto

«Come ci sei riuscito?» chiese il Corvo

«Questione d’intonazione, come mi disse Mago»

«Buon per noi, andiamo»

I due animali uscirono fuori e vennero investiti dalla tormenta: Micio avanzava lentamente visto che gli era molto difficoltoso camminare soprattutto sulla neve; dal canto suo Corvo era molto leggero ed ogni tanto veniva sbattuto a terra dal vento. Raggiunsero comunque la finestra che dava sul laboratorio e lì, abbracciati l’un l’altro per riscaldarsi, stettero a sentire.

« Sei sicuro che dove gli abbiamo messi siano al sicuro?» chiedeva la Strega

«Stai tranquilla, dopo quello che gli abbiamo fatto non sarebbero in grado di fare nulla» gli rispose Mago

«Ma c’è la finestra»

«E con questo? È chiusa ed anche se riuscissero ad aprirla non avrebbero scampo qui fuori. Almeno questo per quanto riguarda Micio»

«Corvo non mi preoccupa»

«Ed allora calmati e dimmi a che punto è la tua parte»

«A buon punto. E quando il preparato sarà pronto…»

«…Daremo inizio alla fine del mondo!»

Mago si diresse verso un organo fatto di osse ed iniziò a suonare; Mago e Strega iniziarono a cantare:

«Quando è pronto il preparato
E l’inferno spalancato
Tutti i demoni usciranno
I vivi scampo non avranno
Mare, Cielo, Boschi e Terra
Tutto il Mondo sarà guerra
Ventiquattro, quarantotto ed anche più ore
Sarà il regno del terrore
E quando tutto sarà passato
Nulla mai dimenticato
Tutti ricorderanno con orrore
Il grande regno del terrore»

E dopo la strofa venne il ritornello:

«E questa canzone è della ricetta
Che la pozione sia pronta più in fretta
E quando il preparato sarà pronto
Daremo inizio alla fine del mondo»

La canzone continuava ma i due animali non la stavano più ad ascoltare

«Hai sentito cosa hanno intenzione di fare?» chiese Gatto

«Perfettamente» rispose Corvo

«Bisogna fermarli»

«E come?»

«Potremmo mettere degli ingredienti a caso»

«Così salteremo in aria»

«Protremmo rovesciargli il preparato»

«E magari era il modo di attivarlo. No bisogna trovare un’altra soluzione. Vieni, andiamo»

«Dove?»

«Non lo so, in cerca di aiuto»

Detto questo i due animali attraversarono Foresta Scheletrica e s’incamminarono per le strade.


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