Ci sarà una volta

Pericolo nella notte

È notte fonda quando improvvisamente compaiono delle scritte sul visore di Sara: “Rilevata attività. Avvio in corso…”. Dopo un attimo la scritta viene sostituita dagli occhi, la testa si separa dal corpo ed il corpo torna a galleggiare in aria. Sara si guarda intorno perplessa: nella Nursey è tutto silenzioso e non vola una mosca. Esce all’esterno e si guarda intorno. Buio e silenzio. Sara si gratta la testa. Vola in alto e si guarda intorno. Punta lo sguardo verso l’orizzonte. Nello stesso momento vediamo che anche Alba si è svegliata. Ha indossato una vestaglia ed è uscita in balcone. È a piedi nudi ed essi affondano sulla neve. Rabbrividisce.

Improvvisamente gli occhi di Sara sembrano spalancarsi terrorizzati.

«BIP!» pronuncia a gran voce.

Si volta rapidamente e vede Alba. Corre verso di lei.

«Ciao Sara – dice Alba vedendola arrivare – Come mai non dormi?»

«Bip! Bip! Bip! Bip! Bip!» dice Sara agitando convulsamente le braccia.

«Piano Sara. Così non ti capisco. Mi sembri spaventata. Cosa…? – non finisce la frase e volge la testa verso l’orizzonte, preoccupata – Accidempolina!» emette un fischio e salta giù dal balcone.

Prontamente il velivolo la raccoglie.

«Suona la campana, Sara! – strilla Alba – Dai l’allarme! Butta tutti giù dal letto!»

Mentre la ragazza schizza vero l’alto, Sara raggiunge la campana ed inizia a suonarla. Il fragore si espande in tutto il villaggio.

«Chi…? Cosa…? Dove…? La campana! L’allarme!» è, più o meno, la reazione di tutti.

Gli adulti balzano giù dal letto, afferrano la loro valigetta e si lanciano fuori, correndo verso il rifugio, senza guardarsi intorno.

«Sveglia! Tutti fuori! Subito!» grida Fortezampa strappando le coperte e buttando giù dai letti.

Arriva anche Sara che si mette a fare la stessa cosa. In breve tutti i bimbi sono in piedi ed afferrano le loro valigette.

«Fuori! Fuori! Fuori!» urla Fortezampa mentre Sara sospinge quelli più indietro.

Questa volta la corsa verso il rifugio è più disordinata, mentre il vento ha iniziato ad ululare selvaggiamente, strappando cuffie e vestaglie di dosso.

«Lasciate perdere tutto ciò che vi cade! – ordina Fortezampa – Raggiungete il Rifugio!»

Nella corsa alcuni bimbi inciampano, altri scivolano, altri sono spinti via dagli adulti.

«Non fermatevi! – ordina Fortezampa mentre aiuta un bimbo ad alzarsi – Seguite lo schema che Alba vi ha insegnato! Io e Sara ci occupiamo di quelli indietro!»

Chi sta indietro o di lato aiuta i propri coetanei ad alzarsi e proseguire, mentre chi è avanti apre la strada. Qualsiasi oggetto viene lasciato perdere. I bimbi tengono stretta solo la loro valigetta. In pochi minuti tutti i bimbi sono rimasti a piedi nudi e con solo il pigiamino che sembra che il vento voglia strapparglielo di dosso. Avanzano testardamente controvento, fino a raggiungere il Rifugio. Infreddoliti, spaventati, ma salvi. La luce gialla sul congegno lampeggia velocemente.

«Ci siete tutti?» strilla Fortezampa.

Tutti lo guardano e per un attimo gli occhi del cavallo brillano.

«Bip!» dice Sara.

«Manca Alba!» strilla Gaia.

Ma Sara non aspetta: corre al congegno e preme il pulsante rosso! Lo sportello inizia a chiudersi.

«No! Alba rimarrà fuori!» strilla la bimba.

«Fate largo!» strilla Alba da fuori.

Un attimo dopo oltrepassa a gran velocità con il velivolo la fessura rimasta. Lo sportello si chiude, Alba si lancia giù dal velivolo che si schianta contro il muro sonoramente, la luce del congegno diventa rossa, la ragazza ruzzola a terra malamente e rimane lì sdraiata ansimante, il contatore geiger continua a segnare zero, tutti si avvicinano per vedere come sta Alba. Alba è sdraiata a pancia all’aria, ansimante, vestita solo col pigiama ed a piedi nudi; tiene le mani sul petto. I suoi occhi guardano i presenti e sorride. Tutti tirano un sospiro di sollievo.

«Hai rischiato di chiuderla fuori» si lamenta Gaia con Sara.

Sara scuote la testa.

«Come no?»

«Glielo detto io – interviene Alba tra un respiro e l’altro – I tempi erano strettissimi ed era l’unico modo per evitare che le radiazioni ci raggiungessero»

«Ma perché fai sempre tardi? – si lamenta un adulto – Scommetto che hai di nuovo dimenticato la valigetta»

«Non ho pensato neanche alla valigetta: avevo qualcosa di più importante da salvare» e dicendo questo si toglie le mani dal petto e slaccia lievemente la camicetta. Una testa di gatto fa capolino!

«Un micio!» dicono i bimbi.

Il gatto esce fuori dalla camicia di Alba e si scrolla. È grigio striato di nero, con occhi verde smeraldo, grandi orecchie e piccola coda che tiene dritta a punto esclamativo. Ha una piccola macchiolina bianca sulla fronte che ricorda vagamente un fulmine.

«Miarf!» pronuncia il gatto.

«Ma come miagola?» si chiedono i bambini.

Il gatto inizia a strofinarsi a tutti, facendo un sacco di fusa, ed in breve i bimbi dimenticano qualsiasi paura. Anche Sara, dopo averlo analizzato con la luce, gli porge la mano. Il gatto l’annusa e poi inizia a strofinarsi. Il robot passa a coccolare il gatto come ormai fanno tutti i bambini.

Nel frattempo Alba si è ripresa e si è messa seduta. Qualche bimbo inizia a starnutire.

«Copritevi – dice Alba – Sapete che non posso riscaldare questa stanza»

Ognuno apre la sua valigetta. Contiene dei ricambi sia come pigiami che come vestiti. Indossano calzetti e scarpe, nonché dei maglioni. Da una delle casse Alba tira fuori una vestaglia per sé.

«Ti stai gelando i piedi» le fa notare Gaia.

«Non ho preso la valigetta – le risponde Alba lievemente imbarazzata – Dovrei avere qualcosa nelle casse, ma va cercato»

«Ci pensa Sara – dice risoluta la bimba – Tu dammi i piedi»

La costringe a sedersi, si mette in ginocchio davanti a lei, le prende i piedi e, sollevando maglioncino e maglia del pigiama, li mette a contatto col suo pelo, copre e li stringe per riscaldarli.

«Ma Gaia…» prova a protestare Alba.

«Niente ma! – l’interrompe la bimba – Tu ora rimani qui fin quando non ti si sono scaldati i piedi e Sara non ti ha trovato qualcosa»

Capendo che è inutile insistere, Alba si mette tranquilla a farsi riscaldare i piedi dalla bimba-giaguaro.

Circa dieci minuti dopo Sara arriva portando una calzamaglia ma Gaia tiene stretti i piedi di Alba per altri cinque minuti. Quindi le permette di toglierli ma controlla che lei indossi subito la calzamaglia. Solo allora torna dagli altri bambini.

«Bip!» commenta Sara.

Pochi minuti dopo Alba ha tirato fuori dalle casse coperte e sacchi a pelo.

«Riprendiamo il sonno interrotto» dice distribuendo ad ognuno il proprio sacco a pelo e le proprie coperte.

In breve tutti sono di nuovo a dormire. Alba ha riempito di coperte Fortezampa ed anche lei si è infilata nel suo sacco a pelo. Il gatto le va a dormire sui piedi. Sara si sceglie il suo angolino e si disattiva.

Passa circa un’ora. “Rilevata attività. Avvio in corso…”. Sara si sveglia e nota che i bambini si stanno muovendo. Ognuno si è scelto un adulto e gli è andato a dormire vicino. Pochi minuti dopo gli adulti si svegliano. Si accorgono dei bambini che dormono vicino a loro, delicatamente li raccolgono e li vanno a mettere sopra Alba. In breve un mucchio di bambini la sommerge. Alba si sveglia, forse per il peso.

«Aiut!» sussurra sgusciando fuori.

Prende i bambini e li mette accanto, tutti vicini vicini, in modo tale che il più possibile stiano a contatto con lei. Poi torna nel suo sacco a pelo a dormire. Anche il gatto, forse disturbato, si sveglia, si stiracchia, si scotola e si pulisce, poi si infila nel sacco a pelo di Alba e va giù in fondo a dormirle sui piedi. Nel sonno i bimbi si spostano, abbracciando Alba o poggiandoci la testa sopra. Sara si gratta la testa perplessa.

Dopo essersi assicurata che non vi siano altri movimenti, anche Sara torna a dormire.


 

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