Un Racconto

capitolo 9: l’ingrediente di bene

Il Gatto ed il Corvo si ripresero sopra la mano della statua, c’era un bel tepore.

«Chi ha acceso il riscaldamento sulla statua?» chiese il Corvo. La statua era infatti riscaldata e non vi era alcuna traccia di neve. Micio si guardava intorno perplesso.

«Allora, adesso cosa facciamo?» chiese il Corvo

«Non lo so, io pensavo…»

«Ed hai pensato male! Possibile che non mi sei stato a sentire. Siamo arrivati quassù per puro miracolo e da qui non possiamo più far niente. Come la mettiamo?»

Micio divenne mogio mogio

«Ehi, tu non ti devi abbattere, tu devi controbattere alle mie arringhe» disse il Corvo; Micio non rispose.

«E dai, lo sai che nonostante tutto ti voglio bene» e detto questo abbracciò il Gatto

«Anch’io te ne voglio» ed abbracciò il Corvo; entrambi chiusero gli occhi ed il vento che stava sopra di loro sembrò intonare una canzone:

I due amici si sono abbracciati
Dal loro corpo riscaldati
E mentre il vento non si riduce
Il loro corpo risplende di luce
Ora il respiro si fa più in fretta
Ed ecco si forma una nuvoletta
Il freddo ne gela tutto il calore
Si forma un ghiacciolo a forma di cuore
Con dentro il colore che si ritiene…
Il necessario ingrediente di Bene!

Ora, come avrete capito, questa canzone non era detta tanto per dire, ma il ghiacciolo a forma di cuore si era formato davvero. Il Gatto ed il Corvo vennero come ridestati dal tintinnio del ghiacciolo che cadde sulla statua.

«E questo da dove sbuca?» chiese il Corvo

«Non ne ho idea – rispose il Gatto – Ehi, chi ha spento il riscaldamento?»

La statua era ritornata fredda e la neve cominciava nuovamente a posarsi.

Il Gatto ed il Corvo si guardarono negli occhi, poi il Corvo prese il ghiacciolo.

«Adesso come scendiamo? – si stava chiedendo il Gatto – Non ho la forza sufficiente per ridiscendere»

In quel momento arrivò il corvo nero.

«Ce l’avete fatta – disse – coraggio vi riporto indietro» poi senza aspettare risposta li afferrò ed iniziò il viaggio di ritorno.

«Dov’eri quando stavamo scalando le statue? Avremmo avuto bisogno del tuo aiuto» gli chiese il Gatto.

Corvo non parlò, visto che aveva in bocca il ghiacciolo.

«Ehm, Er, Dunque… Ero andato a vedere a che punto erano il Mago e la Strega. Hanno quasi finito la pozione. Laggiù vi aspetta il gatto nero» rispose il corvo nero e non disse altro.

Arrivato a destinazione, depositò Micio e Corvo e sparì nell’oscurità. Subito dopo venne fuori il gatto nero.

«Coraggio, andiamo» disse e li condusse davanti alla finestra che dava sul laboratorio, giusto in tempo per sentire l’ultima parte dell’ultima fase:

…E per fare il gran cimento
Mettici pure il tormento
Ma affinché la pozione si preparata
Deve essere riscaldata
E per il gran finale
La magia rituale
Del mago e della strega l’invocazione
Metti nell’intruglio l’apparizione
Ora il composto è preparato
Ed è stato magizzato
Ma perché sia funzionante
Deve essere rilassante
Dunque lascia riposare
Per il tempo che conviene
Il preparato non toccare
Perché la pozione venga bene

Finita la filastrocca il Mago e la Strega presero il calderone e versarono il contenuto in una boccia; poi la misero su un tavolo e se ne andarono.

Il gatto nero disse: «A voi il compito di aggiungere l’ingrediente alla pozione, io provvederò a distrarli» e poi sparì nell’oscurità. Il Gatto ed il Corvo si avvicinarono alla finestra, Micio si mise in posa ma anziché parlare starnutì: le fatiche avevano stremato del tutto il suo corpo, adesso era febbricitante e stava malissimo, ma sapeva che non si poteva fermare; disse:

«Alla voce che comanda
La finestra si spalanca»

Ma la sua voce sembrò un piccolo pianto e non successe nulla. I due animali si guardarono negli occhi, poi cercarono una finestra semi-aperta; per loro fortuna la trovarono e si misero a spingerla con tutte le loro forze; improvvisamente la finestra si spalancò, buttandoli dentro e poi si richiuse con fracasso.

«Che è stato?» si sentì la voce del Mago; i due animali si nascosero ed un’istante dopo Mago entrò; prima che potesse capire cosa stava succedendo…

Come un’ombra spaventosa
Su dal cielo lui arrivò
E graffi e morsi senza posa
Su quel volto lui assestò
Poi, di colpo, com’era arrivato
Si voltò e se ne andò
Lasciando al malcapitato
Un ricordo che non scordò

Mago si accasciò al suolo urlando, frattanto i due animali erano arrivati sul tavolo; sentendo i lamenti del Mago, arrivò anche la Strega; «Che cosa sta succendend…» non fece in tempo a finire la frase…

Come un’ombra spaventosa
Su dal cielo lui arrivò
E beccate senza posa
Su quel capo lui assesto
Poi, di colpo, com’era arrivato
Si voltò e se ne andò
Lasciando al malcapitato
Un ricordo che non scordò

Anche la Strega si accasciò a terra dolorante, frattanto i due animali avevano raggiunto la boccia e vi lasciarono cadere l’ingrediente di Bene; ma con loro stupore si fermò sul collo: vi entrava appena e bisognava spingerlo dentro.

Frattanto Mago e Strega si erano ripresi, ma non pensarono neanche alla pozione, invece dissero:

«Creatura del male
Progenie infernale
Essenza da noi creata
Or che ti abbiamo ritrovata
Per il potere di Cagliostro
Ritorna sotto il controllo nostro»

In tutta risposta vi fu una pernacchia. Mago e Strega si guardarono stupiti, poi si infuriarono e dissero:

«Creatura fatta di oscurità
Creatura che teme la verità
Sia ora luce ovunque
Affinché tu non abbia scampo comunque»

In un attimo tutta la stanza era illuminata a giorno e si vide il gatto nero.

«Avete dimenticato che sono in grado di resistere alla luce?» gli disse e poi gli si avventò contro. Iniziò a riempirli di graffi e di morsi, poi, visto che essendo arredata vi erano sempre dei punti bui, saltò dentro uno di quelli ed un attimo dopo uscì il corvo nero che si mise a beccarli; e continuò in questo modo senza lasciargli il tempo di reagire. Frattanto il Gatto ed il Corvo erano riusciti ad inserire il ghiacciolo all’interno della boccia; il ghiacciolo si sciolse immediatamente ed il colore si sparse; vi fu come una battaglia, poi la pozione ritornò limpida e pulita ed infine si sentì una nota chiara e limpida. Mago sentendo quel suono aprì un occhio e si accorse dei due animali vicino alla pozione, allora disse la prima rima che gli venne in mente, forse non era quella che cercava, ma era la prima che gli era venuta:

«Alla voce che comanda
La finestra si spalanca
Ed il risucchio della presenza
Porta via questa essenza»

Si aprì la finestra ed iniziò a soffiare un vento che afferrò il corvo nero e lo portò fuori; la Strega aggiunse:

«Porta via anche l’oscurità
Affinché scampo non avrà»

Il vento aumentò e sembrò che portasse via il buio dagli angoli; poi entrambi dissero:

«E se la sua baldanza non si riduce
Porta l’essenza fuori alla luce
In modo che vada incontro alla sua sorte
E raggiunga ben presto la morte»

Poi si girarono verso la pozione, i due animali si erano nascosti sotto il tavolo e loro li videro; a questo punto il Gatto ed il Corvo tentarono di raggiungere la finestra aperta, ma la Strega fu più veloce:

«Alla voce che ribatte
La finestra sbatte»

La finestra si richiuse prima che i due animali potessero varcarla. Micio e Corvo si abbracciarono e si accasciarono al suolo completamente paralizzati dal terrore. Mentre il Mago andava a controllare la pozione, la Strega si avvicinò ai due animali e disse: «Bene, bene, che cosa volevate fare voi due?»; il Mago aveva analizzato la pozione e poi disse: «A me sembra tutto a posto, controlla anche tu»; si scambiarono di posto. Dopo un po’ di tempo la Strega si avvicinò, «Siete stati fortunati a non combinare nulla, ma adesso eviteremo che possiate combinarli» disse, poi afferrarono i due animali, li chiusero in una gabbia tanto stretta che non poterono più muovere un muscolo, l’appesero al soffitto e se ne andarono.


Vai al Decimo Capitolo

Licenza Creative Commons
Tutti i contenuti di questo sito (anche dove non direttamente specificato) sono realizzati da Andrea Saporito e sono sotto licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported. È comunque permessa la libera traduzione.